ROMA Sciacalli del dolore e della solitudine, annusano le prede e colpiscono senza pietà. Puntando sulle perdite vissute e sugli affetti rimasti. Quello per i figli e i nipoti. Ma la lotta alle truffe telefoniche agli anziani registra sempre di più la rivincita dei nonnini: si improvvisano detective e fanno arrestare i truffatori. Perché hanno seguito i corsi organizzati dall’Arma dei Carabinieri e dalla Polizia di Stato o perché se ne è parlato in parrocchia e nei centri anziani. «Gli incontri formativi con gli anziani sono fondamentali – spiega il tenente colonnello Mario Rocco, alla guida della Compagnia dei carabinieri Roma Trastevere – spiegando il modus operandi dei truffatori, hanno acquisito consapevolezza ed è importante che lo facciano anche le famiglie. Il centro di comando, ossia il centralino, si trova in Campania, da qui partono le telefonate e si coordina il corriere che parte con un’auto presa a noleggio: dopo il colpo torna alla base e i capi controllano che, ad esempio, l’oro portato sia stato quello concordato al telefono con la vittima. Quindi – aggiunge – al corriere viene data una percentuale».
IL CORAGGIO
«Ho tenuto al telefono il truffatore spiegando che dovevo uscire per andare a prendere i soldi che avevo nascosto in giardino». E invece Giuseppa A., 80 anni, nonnina di Castel Gandolfo, correndo ha raggiunto la caserma dei Carabinieri per chiedere aiuto. «Quell’uomo – racconta – mi ha chiamata sul telefono fisso, si è presentato come un maresciallo dei carabinieri, mi ha detto che mio figlio aveva investito una bambina che stavano operando e doveva pagare tre verbali: mi ha fatto il nome di un avvocato che non conoscevo». Scatta il primo campanello di allarme. «Mi sono chiesta perché mio figlio non avesse chiamato il suo avvocato di fiducia». Non solo. «Il finto maresciallo ha detto che dovevo pagare 3.500 euro, ho spiegato che in casa ne avevo solo 2.000: quando mi ha risposto che sarebbero stati sufficienti, sono stata sicura che fosse una truffa. Non si può contrattare il costo di un verbale, no?». Giuseppa ha il cellulare scarico, per chiedere aiuto deve per forza uscire, abita in una zona isolata, il truffatore le dice di non riattaccare. «Non c’era nessuno in strada, alla fine ho pensato alla vicina caserma». Quattro militari in borghese arrivano in pochi secondi, uno si nasconde in casa. Giuseppa riprende la cornetta e dice al truffatore che ha preso i soldi dal giardino. «Ha continuato a tenermi al telefono chiedendomi di scrivere frasi senza senso e poi rileggerle, mi aveva preso davvero per una stupida…». Passa quasi un’ora, il complice arriva, afferra i soldi, ma viene arrestato dai militari.
LE STORIE
Dall’altra parte della città, al Prenestino c’è Gabriella M., 85 anni e il cuore gonfio di dolore. «Mio marito era appena uscito per andare a fare la dialisi, sul fisso mi chiama un giovane che finge di essere mio nipote, dice che deve arrivare un pacco e deve pagare 4 mila euro altrimenti sono guai. Intanto sul cellulare chiama un sedicente direttore delle Poste». Gabriella è devastata, ha perso tre figli. E ora suo nipote è nei guai. «Mi dicono che se non ho soldi posso consegnare l’oro che ho in casa dopo averlo pesato». Nonna Gabriella però non ha molti gioielli. Ha solo la catenina di uno dei figli che ormai non c’è più. La signora a quel punto chiede aiuto. «Non potevo perdere l’unica cosa che mi era rimasta di lui…». Bussa alla vicina, riesce a chiamare la nuora che l’avverte: «È una truffa». Quindi l’sos ai carabinieri che arrivano subito. «I truffatori mi hanno chiesto di scendere e portare l’oro, ma gli ho detto che ero in vestaglia». Il complice entra in casa ma ad aspettarlo ci sono i militari della stazione Roma Centocelle. «I truffatori puntano sulla fiducia degli anziani – spiega Elisabetta Accardo, commissario capo della Polizia di Stato – per questo ogni giorno la Questura di Roma è impegnata in operazioni di contrasto e in campagne di sensibilizzazione».
Rossana D.L., 90 anni, alla Garbatella, chiama «angeli» quei poliziotti del commissariato Colombo che l’hanno salvata. «Un sedicente carabiniere al telefono mi ha detto che l’auto di mio figlio era stata usata per un furto». Rossana ha già perso un figlio, è addolorata e preoccupata. «Mi hanno fatto sentire in lontananza una voce che gridava “mamma, ti prego, aiutami”». La nonnina disperata ha ceduto. «Ho raccolto i pochi gioielli che avevo, li ho messi in una busta e li ho consegnati. Subito dopo ho pensato di aver fatto una sciocchezza. Per fortuna le mie finestre confinano con quelle del commissariato, ho bussato e ho chiesto aiuto». Gli agenti sono riusciti a rintracciare in strada il truffatore e ad arrestarlo.
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