Quanti sono i pensionati italiani all’estero (e perché i trasferimenti sono crollati del 24%)

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Redazione Economia

I pensionati italiani che decidono di trasferirsi all’estero sono crollati del 24% rispetto al 2019. Giù anche le partenze verso il Portogallo, dopo l’abolizione dell’aliquota al 10% del governo. Ma molti giovani scappano

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L’Inps paga pensioni all’estero in circa 160 Paesi. Nel 2023 le pensioni pagate all’estero sono state oltre 310mila, per un importo complessivo di circa 1,6 miliardi. Rappresentano il 2,3% del totale delle pensioni erogate dall’Istituto. Sono pagate all’estero sia le pensioni in regime nazionale, liquidate sulla base di soli periodi assicurativi italiani, che pensioni in regime internazionale, liquidate totalizzando i periodi assicurativi maturati in Italia con quelli maturati in altri Paesi che hanno stipulato con l’Italia accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale. Le pensioni in regime internazionale sono circa 680mila, di cui il 36% pagate all’estero, per un importo di circa 562 milioni di euro.

I pensionati migranti che tornano nel loro Paese

«Molti sono coloro che, dopo aver lavorato e conseguito la pensione in Italia, hanno deciso di tornare nel Paese d’origine», dice Massimo Colitti, dirigente della Direzione centrale Pensioni Inps. «Ma solo il 26,3% delle pensioni all’estero è pagato agli stranieri, dato destinato ad aumentare». Siamo, d’altronde, di fronte a due tipologie di pensionati migranti differenti: i pensionati italiani e i pensionati stranieri. I primi registrano un trend negativo, rispetto al 2019, del 24%, andamento che riguarda sia quelli che si dirigono verso i Paesi che offrono vantaggi economici fiscali, sia coloro che, invece, sono spinti dal desiderio di raggiungere i figli nel frattempo stabilitisi all’estero», dice Susanna Thomas, della Direzione Centrale Pensioni Inps.




















































In calo i pensionati in Portogallo

«Sono diminuite le partenze verso il Portogallo, passando dalle oltre 700 del 2019, alle 114 del 2023, scendono le partenze verso la Spagna, che nel 2023 si sono ridotte di circa l’8% rispetto al 2019. Scendono anche i trasferimenti verso i Paesi dell’Est: Romania, Polonia, Bulgaria, Moldavia. Uniche due eccezioni riguardano la Tunisia, che registra un +46% nel quinquennio e l’Albania, che dai 10 arrivi del 2019 si è passati ai 100 del 2023. Diminuiscono anche le partenze verso gli USA, verso il Canada, verso l’Australia, ma anche verso la Germania, la Svizzera, la Francia, l’Olanda e il Regno Unito, tutte destinazioni scelte dai pensionati mossi dall’obiettivo del ricongiungimento familiare», aggiunge Thomas. 

Il caso Lisbona

In riferimento al caso portoghese conta molto la scelta di Lisbona che nel 2024 è uscita dall’elenco dei paradisi dove si sono rifugiati in questi anni un certo numero di pensionati italiani (ne avevamo scritto qui sul Corriere della Sera. Lisbona ha detto addio al regime di tassazione speciale istituito nel 2009 e rivolto a residenti stranieri «non abituali», vale a dire tutte quelle agevolazioni fiscali che il Portogallo ha fino all’anno scorso garantito a stranieri pensionati e professionisti, che hanno scelto il Paese lusitano come loro residenza. E’ stata eliminata l’imposta fissa del 10% per i pensionati (ma fino al 2020 l’esenzione era totale) e del 20% per professionisti e nomadi digitali.

Lo smart working ha ridotto le partenze

Ma perché ci sono meno partenze tra chi è nella terza età? Conta molto la comunicazione digitale, che consente di mantenere rapporti quotidiani anche a distanza, e lo smart working, che permette rientri più lunghi rispetto a quelli stabiliti dalle ferie. Discorso diverso riguarda i pensionati stranieri che fanno rientro nel proprio Paese. «Dal 2019 al 2023 l’incremento dei ritorni è stato del 25%, diretti verso quei Paesi che hanno registrato un flusso di emigrazione verso l’Italia», spiega Thomas.

La fuga degli italiani all’estero

Dal 2006 ad oggi la crescita della presenza italiana all’estero è però raddoppiata. Ogni anno circa centomila partenze per la sola motivazione espatrio, il 45% delle quali vede protagonisti giovani tra i 18 e i 34 anni e il 23% giovani adulti dai 35 ai 49 anni.

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25 gennaio 2025 ( modifica il 25 gennaio 2025 | 08:54)

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