Secondo l’UNICEF, circa 30 milioni di bambini sono fuori dalla scuola nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa, con il rischio di conseguenze a lungo termine per il loro apprendimento e benessere. I dati relativi a 12 Paesi della regione mostrano che il numero di bambini non scolarizzati (dai 5 ai 18 anni) è aumentato ad almeno 30 milioni, il che significa che almeno 1 bambino su 3 in questi Paesi non frequenta la scuola.
A Gaza, 645.000 bambini sono fuori dalla scuola, con tutte le scuole completamente chiuse dall’ottobre 2023. Sono stati allestiti spazi di apprendimento temporanei che servono ad alcuni bambini, ma dopo l’intenso conflitto, almeno l’84% delle scuole necessita di una ricostruzione completa o di una riabilitazione significativa prima di poter riaprire. Molti bambini sono stati feriti durante il conflitto e ciò ha influito sulla loro capacità di accedere alle opportunità di apprendimento.
In Sudan, 16,5 milioni di bambini sono fuori dalla scuola a causa del violento conflitto nel Paese (almeno 7 milioni erano fuori dalla scuola prima dell’attuale conflitto), che ha distrutto molti edifici scolastici, interrotto l’apprendimento e messo il sistema educativo a rischio di collasso.
“Negli ultimi 50 anni, l’accesso alla scuola in Medio Oriente e Nord Africa è migliorato, soprattutto per le ragazze, ma una recente serie di crisi sta provocando una sconcertante inversione di tendenza”, ha dichiarato il Direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, Edouard Beigbeder.
Per i bambini e i giovani che vivono in Paesi colpiti da conflitti prolungati e da complesse emergenze umanitarie, un’istruzione inclusiva di qualità è particolarmente importante, in quanto fornisce agli studenti la stabilità e la struttura necessarie per affrontare il trauma subito e dà loro le conoscenze essenziali e le competenze pertinenti di cui hanno bisogno per ricostruire il loro Paese una volta terminato il conflitto o il disastro.
Per tutti i bambini, l’interruzione dell’istruzione crea incertezza, ansia e perdita di apprendimento. Senza istruzione, i giovani sono maggiormente esposti al rischio di sfruttamento, lavoro minorile, matrimonio precoce e altre forme di abuso. Più a lungo restano fuori dalla scuola, più alto è il rischio che abbandonino definitivamente. Per i bambini più piccoli, l’assenza di scuola minaccia il loro sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo.
In tutta la regione, i tassi di completamento sono elevati a livello di scuola primaria, ma tendono a diminuire a livello di scuola secondaria inferiore e superiore. I bambini che risiedono nelle aree rurali, quelli più poveri e quelli con disabilità sono i più svantaggiati.
Preoccupante è il fatto che, anche con alti tassi di completamento di scuola primaria, le competenze di base in matematica e alfabetizzazione rimangono basse, le conoscenze e le abilità di base di cui un bambino ha bisogno per avere successo. Nella regione MENA, 6 bambini su 10 non sono in grado di leggere un testo semplice con comprensione entro i 10 anni di età, aumentando il rischio che questi bambini abbandonino la scuola per sempre.
“Se i bambini crescono senza le competenze necessarie per contribuire ai loro Paesi e alle loro economie, si aggrava quella che è già una situazione disperata per milioni di famiglie”, ha aggiunto Beigbeder. “Bisogna fare di più, con urgenza, per dare priorità all’istruzione nelle emergenze, sia per il futuro dei bambini che per quello dei loro Paesi”.
Per garantire che ogni bambino abbia accesso all’istruzione, è fondamentale che:
· Il diritto umanitario internazionale sia rispettato. Tutte le parti devono proteggere le istituzioni scolastiche e sostenere la riapertura dell’istruzione il prima possibile. L’istruzione non può aspettare.
· Vengano aumentati gli investimenti nell’istruzione. I Governi dovrebbero destinare il 15-20% della spesa pubblica totale all’istruzione, in linea con gli standard internazionali.
· Nella ricostruzione delle infrastrutture educative dopo conflitti o disastri, sia data priorità a scuole resilienti e green, che saranno un patrimonio sostenibile per le generazioni future.
· Tutte le scuole siano inclusive. I bambini vulnerabili, lontani e svantaggiati non devono essere privati dell’accesso all’istruzione, compresi i bambini delle famiglie più povere, delle aree rurali, le bambine, i rifugiati e i bambini con disabilità.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link