Esattamente come la prima stagione, anche Squid Game 2 presenta temi forti: violenza, conflitti morali estremi, tradimenti e una visione pessimistica della società. Tutti contenuti, insomma, non sono adatti ai bambini, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo e altamente plastico. Eppure…
Squid Game, ci risiamo. Proprio come accadde con la prima, a vedere la seconda stagione pare siano – anche – bambine e bambini in età decisamente non adeguata. Se con la prima c’era una forte curiosità per una serie effettivamente ad alto impatto, non ci si spiega come mai adesso con la seconda stagione si ripetano gli stessi errori.
La serie sudcoreana è un prodotto senza dubbio complesso, inadatto ai bambini di 6-7 anni. Seguirlo può avere effetti negativi sullo sviluppo emotivo, psicologico e sociale dei più piccoli. Li porta a emulare inconsapevolmente i giochi, spesso con vere e proprie simulazioni di uccisioni e morti, e ad avere una percezione della realtà alterata.
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Nulla di diverso da quei pericolosi video che spesso scrollano su TikTok, direte voi. Ma con quelli così come con Squid Game è il caso di ripetere il concetto: la visione di cose non adatte alle bambine e ai bambini, lasciarli da soli di fronte a certe scene nuoce alla loro salute mentale.
Pensiamoci due volte. Perché?
Gli effetti di Squid Game (e di contenuti simili) sui bambini
La visione di scene cruente di violenza e morte può generare paura, ansia e confusione. I bambini tra i 6 e i 7 anni (in molti ci hanno segnalato storie di bimbi che, persino nelle prime classi delle elementari, sanno di cosa tratti Squid Game, ne imitano i giochi e le scene violente) non distinguono il più delle volte, chiaramente, la realtà dalla finzione, e ciò li può portare a percepire il contenuto come reale o comunque come una possibile minaccia.
L’impatto emotivo e psicologico
I bambini in questa fascia d’età non hanno ancora pienamente sviluppato le capacità cognitive ed emotive per elaborare tematiche complesse come quelle presenti in Squid Game 2. E i possibili effetti sono:
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- disturbi del sonno: incubi o difficoltà ad addormentarsi, legati a immagini violente o al senso di pericolo percepito
- ansia: i giochi di sopravvivenza e la tensione costante possono indurre un senso di insicurezza e paura generalizzata
- emulazione: i bambini possono cercare di imitare i giochi visti nella serie, spesso senza comprendere il contesto o le conseguenze, aumentando i rischi di comportamenti pericolosi.
Gli effetti sulla socializzazione
I bambini spesso replicano ciò che vedono attraverso i media nei loro giochi e in generale nelle interazioni sociali. I contenuti violenti o basati su dinamiche di competizione estrema possono alterare le modalità di gioco tradizionale. I possibili comportamenti sono:
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- bullismo o esclusione: ispirandosi alla serie, potrebbero emergere dinamiche di esclusione o sopraffazione nei giochi di gruppo
- confusione sui valori morali: Squid Game esplora dilemmi morali complessi, che potrebbero essere fraintesi o normalizzati dai bambini
Inoltre, l’identificazione con i personaggi o le dinamiche della serie potrebbe portare alcuni bambini a normalizzare la violenza come mezzo per risolvere conflitti o raggiungere obiettivi, con la conseguente riduzione della sensibilità verso la violenza da un lato e un incremento dell’aggressività nei comportamenti quotidiani dall’altro.
Cosa fare allora?
Innanzitutto, prendere consapevolezza una volta per tutte che nemmeno Squid Game 2 è progettato per un pubblico infantile. Dunque, se proprio vogliamo vederlo, aspettiamo che i cuccioli siano a letto. Al netto del fatto che, e ormai dovremmo saperlo, la presenza di spoiler o clip sui social media, facilmente accessibili dai bambini, aumentano il rischio di esposizione.
Un cane che si morde la coda, quindi, ma che fa arrivare a un’unica questione: controlliamo di più ciò che i bambini guardano, anche indirettamente, su dispositivi mobili o attraverso altre persone.
Insegnare ai bambini a distinguere la realtà dalla finzione e a comprendere che certi contenuti non sono adatti alla loro età, proponendo loro contenuti positivi, stimolanti e adatti alla loro fase di sviluppo, è l’unico modo che abbiamo per evitare l’evitabile.
E non solo: ricordatevi il dialogo! Se vostro figlio ha già visto alcune scene della serie, spegnete la tv e gli smartphone e discutetene insieme per chiarire dubbi o paure.
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