Ieri pomeriggio, mercoledì 22 gennaio, un incendio è divampato sulla piattaforma petrolifera Rospomare B, situata a circa 10 miglia nautiche al largo della costa adriatica, tra Vasto e Termoli. L’intervento coordinato dalla Guardia Costiera e dai Vigili del Fuoco ha permesso di domare le fiamme rapidamente e di evacuare tutti gli operai presenti in sicurezza. Fortunatamente, non si segnalano feriti né tracce di inquinamento marino, ma l’incidente ha sollevato preoccupazioni ambientali e politiche sullo sfruttamento degli idrocarburi nel Mar Adriatico.
L’immediato soccorso
L’incendio è stato segnalato intorno al primo pomeriggio e ha immediatamente attivato il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo della Guardia Costiera, che ha mobilitato una squadra di emergenza. Due motovedette sono state inviate rispettivamente dai porti di Termoli e Vasto, trasportando personale specializzato dei Vigili del Fuoco per gestire le operazioni di spegnimento.
In volo sull’area d’emergenza si trovavano aerei ed elicotteri della Guardia Costiera, impiegati per il monitoraggio ambientale e per valutare eventuali sversamenti di sostanze inquinanti in mare. Le 26 persone presenti sulla piattaforma, inclusi i tecnici della struttura e quelli delle piattaforme vicine, sono state trasferite su un’imbarcazione di supporto attrezzata con sistemi antincendio.
Secondo quanto riferito dalla Guardia Costiera, il rogo sarebbe stato contenuto in una vasca di contenimento situata sulla piattaforma B e non si sarebbe propagato ulteriormente, grazie all’efficienza dell’impianto antincendio già presente sulla struttura e al pronto intervento delle squadre di soccorso.
Alla ricerca delle cause e le indagini
L’origine dell’incendio è attualmente oggetto di indagine da parte della Capitaneria di Porto di Termoli, che ha avviato accertamenti per determinare le cause del rogo. Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente non sarebbe collegato al ciclo produttivo legato all’estrazione di idrocarburi, ma a un guasto localizzato.
Le operazioni sul Campo Rospo Mare sono state sospese temporaneamente per consentire ulteriori verifiche tecniche. I dipendenti della piattaforma sono stati ascoltati dagli ufficiali della Capitaneria per raccogliere testimonianze utili a chiarire la dinamica dell’incidente.
Impatto ambientale e monitoraggio
Nonostante il tempestivo contenimento delle fiamme, il monitoraggio ambientale è stato avviato per escludere qualsiasi potenziale contaminazione marina. La Guardia Costiera ha richiesto l’ausilio dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) per ottenere immagini satellitari della zona, utili a individuare eventuali sversamenti o anomalie nelle acque circostanti.
Secondo dichiarazioni ufficiali al momento non sono state segnalate tracce di inquinamento nella zona. Tuttavia, le attività di monitoraggio proseguiranno nei prossimi giorni per garantire la completa sicurezza dell’ambiente marino.
Le preoccupazioni e il dibattito sulla sicurezza marina
L’incidente ha suscitato preoccupazione tra le associazioni ambientaliste, che hanno rinnovato le critiche allo sfruttamento degli idrocarburi nel Mar Adriatico, un bacino chiuso e particolarmente sensibile agli impatti ambientali. Il Forum H2O, una delle principali organizzazioni impegnate nella tutela delle risorse idriche, ha rilasciato un duro comunicato in cui denuncia i rischi connessi alle attività di estrazione petrolifera.
«Quanto accaduto è l’ennesima conferma dei pericoli legati all’uso dei combustibili fossili – si legge nella nota –. In un mare chiuso come l’Adriatico, un incidente di questo tipo potrebbe avere conseguenze devastanti per l’ambiente e per l’economia locale. Inoltre, è deprimente constatare che il Governo Meloni, appena due mesi fa, abbia allentato le normative sulle perforazioni in mare, aumentando i rischi per l’intero ecosistema».
L’episodio ha dunque provveduto a riaccendere il dibattito sulla sostenibilità e sulla sicurezza delle attività estrattive in mare, in un momento storico in cui la transizione verso fonti energetiche rinnovabili appare sempre più necessaria.
Nei prossimi giorni, le indagini della Capitaneria di Porto e i controlli ambientali condotti dalla Guardia Costiera saranno cruciali per fare luce sulle cause del rogo e garantire che il Mar Adriatico rimanga protetto da ogni possibile impatto negativo.
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