Nato nel 1977 a Innsbruck, fa fortuna trasformando soffitte in attici di lusso. La nascita di Signa, gli investimenti, il crack, i debiti e l’arresto
Con il suo arresto, si scrive un nuovo capitolo nell’epopea del magnate austriaco René Benko, 47 anni: da ragazzo di umili origini di Innsbruck a «Ösigarca» con un patrimonio di 5,5 miliardi di euro fino alla caduta. L’enfant prodige nasce a Innsbruck nel 1977: il padre impiegato pubblico, la madre maestra. Il giovane René non termina gli studi all’Istituto tecnico economico, ma da abile scalatore — a 14 anni partecipa al campionato austriaco di arrampicata indoor — a soli 17 anni inizia la sua «ferrata» immobiliare nell’impresa edile di un conoscente. Trasforma soffitte in attici di lusso, abbatte e ricostruisce il centro commerciale Tyrol e nel 2004 nasce il fondo immobiliare Signa:01 Property Funds per il quale rastrella investitori con persuasione rara. «Sono un austriaco semplice», amava ripetere nell’estate 2018, padrone di casa all’inaugurazione di Villa Eden, il luxury resort a cinque stelle affacciato sul Garda dalle colline di Gardone Riviera.
La scalata
La parabola del Re Mida dell’immobiliare, per molti, è frutto di ambizione sfrenata. Nel 2014 Benko rileva Karstadt, catena di negozi tedesca in forte difficoltà, trasformandola in Galeria Karstadt Kaufhof, il più grande centro commerciale della Germania. Signa Holding diventa iperattiva, dagli investimenti immobiliari alla vendita al dettaglio. Negozi e palazzi a Monaco, Stoccarda, Francoforte, persino il Chrysler Building a New York.
In Alto Adige rivoluziona Bolzano con il Gries Village e con il Waltherpark: «Ho investito 500 milioni di euro, ma si vuole pensare in grande, sono disponibile a investire di più». Nel 2011 viene nominato Tirolese dell’anno, nel 2012 e nel 2018 è perfino «Man of the Year» per il prestigioso magazine economico austriaco Trend. Sempre nel 2018 Benko è eletto «Strategist of the year» dalla rivista tedesca Handelsblatt e uomo dell’anno per la testata economica Across Magazine. Nel 2021 Benko è, secondo Forbes, il terzo austriaco più ricco e il 496º uomo più facoltoso al mondo.
Il «capo del sodalizio»
Per la Procura di Trento, invece, è «il capo del sodalizio»: un sistema di influenze per pilotare autorizzazioni e progetti edilizi che vede René Benko indagato nel fascicolo con imprenditori, politici e funzionari pubblici. Il suo impero di 300 società crolla nell’estate 2023, quando il suo patrimonio precipita da 5,5 a 2,6 miliardi di euro (dati Forbes).
Signa Holding ha 13 miliardi di debiti e nel marzo 2024 Benko dichiara l’insolvenza personale. A far definitivamente crollare il castello di carte, retto sui prestiti bancari, è l’aumento dei tassi di interesse e il rallentamento del mercato immobiliare. Il crollo finanziario del gruppo Signa è descritto dai media tirolesi come «il più grande fallimento economico mai avvenuto nel Paese».
I creditori
I progetti faraonici si fermano: l’Elbtower ad Amburgo, i mega interventi a Monaco di Baviera. Solo il Waltherpark di Bolzano resiste allo tsunami, ultimo baluardo di un impero ormai sgretolato. Anche la Procura del Liechtenstein avvia un procedimento penale contro Benko. Nel dicembre 2024 è Trento a emettere un mandato d’arresto europeo: Benko è indagato in Austria, Germania e Italia per bancarotta fraudolenta e riciclaggio di denaro. Le attuali richieste di risarcimento dei creditori per il fallimento dello storico centro commerciale tedesco KaDeWe ammontano a 2,4 miliardi di euro.
Nei suoi momenti migliori, Benko bollava chi sollevava dubbi sulle sue finanze come «persone invidiose» e la sua vita privata rifletteva lo sfarzo imprenditoriale: una seconda moglie modella, quattro figli, uno chalet e un panfilo che attiravano l’attenzione dei rotocalchi.
Il suo sogno di grandezza si è infranto, ma lui probabilmente oggi risponderebbe ancora come nel 2018, quando gli si chiedeva come si vedesse tra 20 anni: «Come ora, ma un po’ più vecchio e un po’ più ricco».
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