Per sperare in un intervento sui problemi della scuola non ci resta che rivolgerci al Presidente Mattarella

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Crescono le spese in armamenti…Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassa integrazione… Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi… Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane…Bullismo, risse, uso di armi…. modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo…

La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno anche perché vi risiede una causa rilevante della crisi delle nascite che stiamo vivendo…Patriottismo è quello … dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani.

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In quanto a buoni propositi, il 2025 era iniziato bene con la condanna, da parte della massima carica dello Stato, Sergio Mattarella, di tante cose che non vanno nel nostro Paese. Rincuoravano ancor di più il riconoscimento del valore degli insegnanti per l’importanza del loro ruolo nella società e gli inviti al resto della politica ad interessarsi ai
problemi del lavoro e al dramma del precariato.
Torniamo ora alla realtà “vera”: cosa ha fatto la politica fra la fine del 2024 e oggi e cosa ha intenzione di fare?

Vediamo con ordine:
1) È stato bandito il concorso ordinario PNRR 2, nella sostanza identico al tanto contestato PNRR 1 che non ha fatto altro che aggravare la situazione dei precari storici, sottraendo loro posti di lavoro a vantaggio di discutibili riserve e che fino a ieri avevano visto la scuola solo dalla parte dei banchi.

2) È stato totalmente ignorato il deferimento alla Corte di Giustizia Europea, del 3 ottobre 2024, da parte della Commissione UE , arrivato per non ha posto fine all’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie (direttiva 1999/70/CE del Consiglio): nessuna progressione salariale per i precari storici, nessun provvedimento per prevenire l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato ai danni del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche.

3) Sono stati tagliati, con l’approvazione della legge di bilancio, 5660 posti di lavoro corrispondenti ad altrettante cattedre che docenti precari con qualche decina di anni di servizio alle spalle non occuperanno mai. L’obbiettivo è stato quello del risparmio e della razionalizzazione delle risorse, non considerando affatto la ghiotta opportunità
di risollevare minimamente la scuola dalla condizione di penoso degrado in cui versa.

4) Sono state manomesse le indicazioni nazionali 2012 senza un minimo confronto con chi opera giornalmente in trincea, ossia i docenti che lavorano per il MIM (e non gli accademici pedagogisti che invece sono stati consultati), in particolare quelli che insegnano discipline umanistiche.

5) È stato previsto, mentre la scuola pubblica cade a pezzi, l’investimento di risorsepubbliche nelle scuole paritarie pari a 50 milioni di euro per l’anno 2025 e di 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026, là dove si accolgono alunni con disabilità, come se la scuola pubblica non ne potesse essere capace.

6) Sono state sollevate questioni utili solo a ulteriori spaccature nella categoria dei docenti: corsi INDIRE, finanziamenti alle paritarie, separazione di geostoria in due materie indipendenti, quando non lo sono assolutamente, riforma del 4+2, trattamento differenziato fra docenti curricolari e docenti di sostegno, intelligenza artificiale e così via.

Il Governo non può far finta di non sentire i richiami, da parte del Capo dello Stato, al rispetto del diritto al lavoro, alla pari dignità fra Nord e Sud, al ripudio della guerra, alla condanna dei modelli di prepotenza, alla lotta contro la denatalità, al patriottismo vero, quello che i docenti testimoniano e promuovono nelle classi delle scuole pubbliche italiane.
Il dramma del precariato va affrontato e non può semplicemente essere nascosto sotto il tappeto: a centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie italiane viene sistematicamente negato il riconoscimento della propria dignità, viene negata la possibilità di un futuro certo, di sognare una casa di proprietà, di generare figli.

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I concorsi ordinari che si stanno bandendo, come l’ultimo PNRR2, non costituiscono assolutamente la risposta al problema ma solo l’adeguamento ad un piano di ripresa, finanziato con un prestito europeo, progettato e gestito malissimo. Si stanno utilizzando ingentissime risorse non per il welfare o per migliorare i servizi pubblici ai cittadini, ma solo per ottenere una risposta politica in termini di voti, fidelizzando determinate categorie e classi sociali, non le più bisognose, che in futuro saranno riconoscenti per le grazie ricevute, e ne è testimonianza l’approvazione dell’ultima legge di bilancio.
I precari sono stati dimenticati, così come tutta l’istruzione pubblica, la sanità, i pensionati, le famiglie, i consumatori di beni di prima necessità e, in generale, tutti gli anelli deboli della società.
Per tutti questi e tanti altri motivi, si rivolge un accorato

Appello al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella,

figura istituzionale per noi importantissima in cui la nostra categoria ripone piena fiducia e speranza, affinché porti avanti con decisione i propositi enunciati nel suo discorso fine anno, richiamando le forze politiche di Governo al rispetto dei principi costituzionali totalmente ignorati dalla linea di azione politica attuale. Chiediamo in particolare che prenda personalmente a cuore la situazione dei precari storici della Scuola, invitando con decisione il Governo ad attuare il doppio canale di reclutamento, soluzione che egli stesso concretizzò nel 1989 quando ricopriva il ruolo di Ministro dell’Istruzione.
Allo stato attuale rimane questo l’unico sistema possibile per rendere giustizia a questi edificatori della società del futuro, depredati impietosamente del loro ruolo sociale e della loro dignità. La Costituzione torni ad essere pietra angolare della nostra società!

Scuola Lavoro e Libertà





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