Tocca all’Umbria il triste primato del primo femminicidio (con suicidio seguente) d’Italia nel 2025. Un fenomeno, quello dei reati collegati al “codice rosso” che preoccupa Sergio Sottani, procuratore generale presso la Corte d’appello di Perugia, insieme con l’aumento “dei reati minorili, che siano autori o vittime, e quelli contro la persona” segno di un cambiamento negativo nella società. Desta molto allarme sociale anche la recrudescenza dei furti in abitazione e in attività commerciale e lo spaccio di sostanze stupefacenti..
Giorgio Barbuto, nuovo presidente della Corte d’appello di Perugia, ha voluto ribadire che il distretto umbro “gode buona salute” e che la battaglia contro l’arretrato della giustizia è a buon punto e che “ci stiamo avvicinando agli obiettivi richiesti dall’Unione europea”. Preoccupa un po’ di più il settore penale, anche per la prossima pensione della presidente di sezione, con la mole di lavoro e con “l’arrivo di spezzoni del processo per i fatti di Rigopiano, che aggraveranno i carichi dei magistrati”.
Dall’analisi dei reati denunciati nel distretto umbro, tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024, i dati sui procedimenti penali sopravvenuti ed esauriti hanno evidenziato variazioni significative in alcune tipologie di reato. In particolare, i delitti contro la libertà individuale sono aumentati del 510%, i reati informatici del 397%, quelli contro l’ambiente del 1051% e gli omicidi tentati del 100%. Sebbene vi sia stato un lieve incremento dei reati contro la pubblica amministrazione, i maltrattamenti in famiglia e lo stalking, si sono ridotti i reati fallimentari, le frodi comunitarie e i falsi in bilancio.
L’attenzione degli uffici giudiziari umbri si è focalizzata in particolare sui reati da “codice rosso” che ha richiesto un notevole impegno organizzativo nella gestione degli stessi, adottando misure concrete per tutelare le vittime e migliorare l’efficienza delle attività giudiziaria, oltre ai reati legati al traffico di sostanze stupefacenti e ai furti in abitazione. È stato inoltre lanciato l’allarme sulla criminalità minorile, che richiede interventi socioeducativi oltre alla repressione penale.
La criminalità organizzata è presente nel territorio di Perugia principalmente attraverso attività di riciclaggio gestite da cosche esterne.
La presenza di sodalizi criminosi, spesso di matrice etnica straniera, che controllano il traffico di sostanze stupefacenti, è un indicatore della presenza di organizzazioni criminali nel territorio. Sebbene non vi sia un radicamento evidente, l’Umbria può essere considerata un’area di proiezione per le organizzazioni mafiose. L’infiltrazione mafiosa assume caratteristiche diverse rispetto alle aree di matrice storica, e l’Umbria deve concentrarsi sull’analisi del fenomeno criminale, soprattutto riguardo all’uso di criptovalute per operazioni di riciclaggio finanziario e all’emissione di interdittive prefettizie antimafia.
La devianza minorile nel distretto si concentra nelle aree urbane, centri commerciali e zone verdi, con molti giovani immigrati inoccupati coinvolti in spaccio e consumo di sostanze. Frequenti sono i reati contro l’incolumità personale, come le lesioni, i furti e i reati sessuali. Il consumo di stupefacenti è un problema rilevante, con un aumento dei reati di spaccio. I minori stranieri sono spesso coinvolti in episodi di spaccio e reati contro la persona.
Nello stesso periodo di riferimento la Corte d’Appello ha emesso 79 sentenze di assoluzione “nel merito”, di cui 25 riguardano il Tribunale di Perugia, 50 quello di Terni e 4 quello di Spoleto. Oltre a queste, sono state pronunciate 85 assoluzioni con diversi dispositivi, tra cui l’imputabilità, la punibilità e l’estinzione del reato. Queste riguardano principalmente i Tribunali di Perugia (32 sentenze), Terni (40) e Spoleto (13).
Per quanto riguarda i reati trattati, le assoluzioni più frequenti riguardano reati contro la persona (art. 572 c.p. e art. 612 bis c.p.), con un numero significativo di assoluzioni anche per i reati legati al patrimonio e alla pubblica amministrazione. Inoltre, la Corte ha accolto 4 concordati, tra cui 3 per reati di “codice rosso” e uno per tentato omicidio.
Nel corso dell’anno solare 2023, la Corte d’Appello ha trattato 1177 processi penali, di cui 1017 relativi all’Umbria e 160 da altri distretti. Un quarto dei procedimenti è stato rinviato, mentre circa il 5% sono andati in prescrizione. I reati più frequenti trattati sono stati quelli legati al “codice rosso” (13,47%), seguiti da quelli sugli stupefacenti (11,20%) e i furti (9,53%).
Va ricordato che con decreto del dicembre 2023 è stata avviata l’introduzione del nuovo processo penale telematico, inizialmente focalizzato sulla gestione delle archiviazioni. Il Procuratore Generale ha agevolato l’impatto del nuovo sistema con direttive e riunioni operative per semplificare le comunicazioni. La collaborazione tra la Procura Generale e l’ufficio Distrettuale requirente per l’informatica è stata fondamentale, proponendo soluzioni per le criticità del nuovo applicativo ministeriale.
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