‘lezione’ a Davos su come tenersi buoni gli Usa e fermento per lo ius soli

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“L’uomo della Florida fa lezione agli uomini di Davos”: la Cnn presenta così l’intervento virtuale, ieri, del presidente Usa Donald Trump al Word Economic Forum, annuale verboso appuntamento nella cittadina svizzera. Trump ha ripetuto cose già dette nel discorso d’insediamento e/o in diverse altre occasioni, ma ha soprattutto promesso ai paperoni del mondo e agli uomini d’affari basse tasse se faranno investimenti negli Stati Uniti e, in caso contrario, alti dazi sui loro prodotti.

Una lezione che i sauditi e altri sembrano avere già imparato, essendosi affrettati a promettere investimenti per centinaia di miliardi di dollari negli Usa.

Politico s’interroga se e quanto l’Europa ancora conti nell’era di Trump e interpreta il discorso come “gli ordini esecutivi del nuovo presidente per gli alleati europei”. Ishaan Tharoor vede, invece, sul Washington Post, fermentare le speranze di pace in Ucraina sotto la spinta di Trump.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Trump 2: migranti, il caldo e il freddo
La giornata di giovedì ha visto Trump subire i primi contraccolpi delle sue iniziative. Come ampiamente previsto, un giudice federale ha temporaneamente bloccato la decisione di sospendere lo ius soli, che è costituzionalmente garantito, indipendentemente dalla situazione dei genitori – che siano illegalmente nell’Unione o che siano in visita -, a chi nasce sul territorio statunitense.

Nel bloccare l’efficacia del decreto presidenziale, il giudice distrettuale John C. Coughenour, che rispondeva al ricorso di 18 Stati e di organizzazioni non governative, lo ha bollato come “palesemente incostituzionale”. L’Amministrazione ha già annunciato ricorso: i media prevedono una lunga battaglia giudiziaria.

Sempre sul fronte dei migranti, ci si muove per espellere le persone che l’Amministrazione Biden aveva temporaneamente autorizzato a restare negli Usa. E il Washington Post riferisce di panico nelle scuole, dopo l’autorizzazione alle forze dell’ordine di compiervi arresti di minori illegalmente nell’Unione: il giornale scrive che genitori terrificati non vogliono più mandare i figli in classe,

Trump 2: nomine, direttore Cia ok, Hegseth verso conferma
Sul fronte nomine, Trump ha ieri avuto buone notizie. Il Senato ha confermato il nuovo direttore della Cia John Ratcliffe, che era già stato direttore della National Intelligence durante il Trump 1 e le cui ‘carte in regola’ per l’incarico non erano mai state contestate. Ratcliffe diventa il secondo membro del nuovo Gabinetto, dopo il segretario di Stato Marco Rubio, a ricevere l’ok del Senato.

Lo stesso Senato pare avviato ad avallare – oggi – la scelta a segretario alla Difesa di Pete Hegset, nome molto controverso. Ieri, il Senato ha deciso la fine dell’ostruzionismo democratico, con 51 voti favorevoli e 49 contrari- due senatrici repubblicane, note per l’indipendenza di giudizio rispetto a Trump, Lisa Murkowski dell’Alaska e Susan Collins del Maine, hanno votato contro.

Oggi è atteso il voto di conferma: i democratici stanno cercando di raccogliere ulteriori prove dell’inadeguatezza di Hegseth, per l’abuso di alcol e di droghe, diversi episodi di violenza nei confronti della ex moglie e di altre donne, inadeguata competenza, ma dovrebbero ‘smuovere’ almeno altri due senatori repubblicani per bocciare la scelta di Trump.

Nelle more della conferma – o meno – del suo nuovo capo, il Pentagono, dice il Washington Post, sta chiudendo l’ufficio che doveva prevenire la morte di civili – i cosiddetti ‘collateral damages’ d’un conflitto – durante operazioni militari condotte dagli Stati Uniti in giro per il mondo.

Trump ha intanto desecretato i dossier su alcuni ‘grandi misteri’ degli Stati Uniti, come gli omicidi di John e Robert Kennedy e di Martin Luther King, nell’intento di contrare le teorie cospirative nate sui vari episodi. E ha concesso la grazia – rivela il Daily Signal – a degli esponenti ‘pro vita’, cioè anti-abortisti, che erano stati condannati per le azioni di disturbo nei confronti di medici e persone ‘pro scelta’.

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Il New York Times rivela che la Casa Bianca ha tolto la protezione finora garantita all’ex segretario di Stato dell’era Trump Mike Pompeo e a un suo stretto collaboratore, Brian Hook, nonostante le minacce nei loro confronti formulate dall’Iran restino credibili, a giudizio dell’intelligence Usa. Trump cova astio nei confronti di Pompeo, che non gli sarebbe stato leale il 6 gennaio 2021.







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