L’America di Trump, la diretta – Oltre 500 migranti già deportati. Il presidente Usa: “Meloni mi piace molto”. E sui dazi all’Italia: “Vedremo”

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Trump: “Zelensky non è un angelo, ha voluto combattere”

Zelensky “non è un angelo, non avrebbe dovuto permettere che questa guerra accadesse”, ha detto Trump nella seconda parte di un’intervista a Fox News andata in onda ieri sera. “Zelensky stava combattendo contro un’entità molto più grande e molto più potente”, ha aggiunto, “non avrebbe dovuto farlo perché avremmo potuto fare un accordo e sarebbe stato un accordo e sarebbe stato un nulla di fatto. Avrei potuto fare quell’accordo così facilmente ma Zelensky ha deciso: ‘voglio combattere’”.

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Witkoff in visita in Israele e a Gaza

L’inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff, visiterà Israele la prossima settimana, dopo aver fatto tappa in Arabia Saudita. Lo riporta l’emittente israeliana Channel 12, secondo cui il viaggio di Witkoff in Israele dovrebbe concentrarsi sulla negoziazione della seconda fase dell’accordo di liberazione degli ostaggi e di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Witkoff ha in programma anche una visita nella Striscia di Gaza, come ha confermato pubblicamente all’inizio di questa settimana. 


Trump firma memorandum per il riconoscimento federale della tribù Lumbee

Trump ha firmato un memorandum presidenziale in cui ordina al Segretario degli Interni ad interim, Walter Cruickshank, di presentare un piano per spingere il riconoscimento federale della tribù Lumbee del North Carolina. Trump ha dato un termine di 90 giorni a Cruickshank per rivedere le norme applicabili in materia di riconoscimento delle tribù native e, dopo aver consultato direttamente la tribù Lumbee, presentare al Presidente un piano per aiutarla a ottenere il pieno riconoscimento federale. “Considerando l’importanza storica e moderna della tribù Lumbee, è politica degli Stati Uniti sostenere il pieno riconoscimento federale, compresa l’autorità di ricevere tutti i benefici federali”, si legge in un comunicato della Casa Bianca. La tribù è riconosciuta a livello statale dal 1885, ma non ha mai ottenuto il pieno riconoscimento da parte del governo federale. Durante la campagna elettorale, sia Trump che la sua rivale democratica, l’allora vicepresidente Kamala Harris, si erano impegnati a spingere per il riconoscimento in modo da poter ricevere fondi e risorse federali. Lo scorso settembre, Trump aveva dichiarato di essere pronto, appena eletto, a firmare “una legge che darà alla grande tribù Lumbee il riconoscimento federale che merita”. La tribù conta attualmente più di 55.000 membri, ed è la nona più grande del Paese. 


Trump: “L’accordo su Gaza dovrebbe reggere”

Trump afferma che l’accordo di cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, da lui contribuito a finalizzare, “dovrebbe reggere”. Invitato a spiegare meglio questi commenti, Trump ha aggiunto ai giornalisti: “È una situazione molto delicata”. “L’accordo dovrebbe reggere, ma se non lo facesse ci saranno molti problemi”, ha detto ancora Trump. Lo riporta il Times of Israel.  

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Trump parla di immigrazione illegale col leader del Salvador

Il neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo salvadoregno, Nayib Bukele: lo riferisce la Casa Bianca in una nota. “Il presidente Donald J. Trump ha parlato telefonicamente con il presidente della Repubblica di El Salvador, Nayib Bukele. I due leader hanno discusso della possibilità di collaborare per fermare l’immigrazione illegale e reprimere le bande transnazionali come il Tren de Aragua. Il presidente Trump ha anche elogiato la leadership del presidente Bukele nella regione e l’esempio che dà alle altre nazioni dell’emisfero occidentale”, si legge nel testo diffuso da Washington. Sebbene quella con Bukele sia la prima conversazione con un leader straniero resa ufficiale, da quando Trump ha prestato giuramento come presidente, la sua prima chiamata, mercoledì, è stata riservata al principe ereditario saudita Mohamed bin Salman. 


Trump: “Preferirei non imporre dazi alla Cina”

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ammesso che “preferirebbe non” imporre dazi alla Cina, nonostante in campagna elettorale avesse più volte sollevato il tema dello squilibrio commerciale con il rivale asiatico, minacciando prelievi alle importazioni. In un’intervista rilasciata a Fox News, Trump ha aperto alla possibilità di trovare un accordo con il leader cinese Xi Jinping su Taiwan e sul commercio: “Posso farlo perché abbiamo qualcosa che loro vogliono, abbiamo una pentola d’oro”. “Abbiamo un potere molto grande sulla Cina, che è quello dei dazi, e loro non li vogliono, e preferirei non doverlo usare. Ma è un potere enorme sulla Cina”, ha dichiarato. Poco dopo l’insediamento, Trump ha dichiarato che il 1° febbraio potrebbero scattare dazi del 10% su tutte le importazioni cinesi, mentre in campagna elettorale aveva detto di potersi spingere fino al 60%. La Cina, da parte sua, ha avvertito che non ci sarebbero ”vincitori” in una guerra commerciale e ha giurato di difendere i propri interessi economici.

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Pechino: “Cina e Usa possono risolvere le loro differenze”

Cina e Usa possono risolvere le loro differenze facendo leva “sul dialogo e sulle consultazioni”. E’ quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Mao Ning, in merito ai segnali di apertura del presidente americano Donald Trump sul corposo dossier dei dazi. “La Cina non ha mai ricercato deliberatamente un surplus commerciale con gli Stati Uniti“, ha aggiunto Mao nel briefing quotidiano. 


“Hegseth pagò 50mila dollari alla donna che lo accusò di abusi”

Pete Hegseth, nominato dal presidente americano Donald Trump alla guida del Pentagono, ha pagato 50mila dollari alla donna che lo ha accusato di aggressione sessuale nell’ambito dell’accordo di riservatezza che le ha chiesto di firmare. Lo riporta Cnn, citando alcune fonti.  

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Proposto emendamento per consentire il terzo mandato di Donald Trump

Un membro del Congresso ha proposto un emendamento che consentirebbe a Donald Trump di svolgere un terzo mandato come presidente degli Stati Uniti. Andy Ogles, un repubblicano del Tennessee, ha presentato una risoluzione congiunta per modificare il 22/mo emendamento, che attualmente proibisce a chiunque di svolgere più di due mandati come presidente. Lo riferisce la Bbc. La sua nuova formulazione consentirebbe a un presidente di svolgere tre mandati, a patto che solo due di essi siano consecutivi. È una proposta espressamente rivolta a Trump, come Ogles chiarisce in una dichiarazione. “Questo emendamento consentirebbe al presidente Trump di svolgere tre mandati, assicurandoci di poter sostenere la leadership audace di cui la nostra nazione ha così disperatamente bisogno”, afferma. Ma emendare la Costituzione è estremamente difficile, e richiede il sostegno di due terzi della Camera e del Senato. Anche il sostegno di ogni repubblicano al Congresso, che è tutt’altro che garantito, non sarebbe sufficiente. 


Arrestati ed espulsi centinaia di migranti illegali

Gli Stati Uniti hanno arrestato 538 migranti illegali e ne hanno espulsi centinaia nel corso di un’operazione di massa effettuata pochi giorni dopo l’inizio della presidenza di Donald Trump, ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. “L’amministrazione Trump ha arrestato 538 immigrati criminali illegali”, ha detto in un messaggio pubblicato su X, aggiungendo che “centinaia” sono stati deportati su aerei militari. “Questa è solo una piccola anticipazione del lavoro che l’amministrazione Trump sta facendo per proteggere i confini della nostra nazione“, si legge in un post pubblicato sul social X.  



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