Nella quinta e ultima giornata dell’edizione 2025 del World Economic Forum (Wef) che convoca i leader globali per affrontare le principali sfide globali, l’intervento della presidente della Bce, Christine Lagarde. Di fronte alla minaccia di dazi annunciata da Trump nel videocollegamento di ieri, Lagarde osserva: “Trump sta guardando al deficit dell’interscambio fra Stati Uniti ed Europa soprattutto sui prodotti ma non è tutto bianco e nero. C’è anche l’interscambio dei servizi e dei flussi di capitale. In ogni caso le questioni si affrontano sedendosi a un tavolo nell’ambito delle istituzioni preposte e seguendo le regole“. La presidente della Bce, ha poi fatto riferimento alla forte importazione di servizi dagli Usa, specie digitali, in Europa.
Dopo le dichiarazioni di Trump, che ha accusato l’Unione europea di trattare in maniera sleale gli Usa nelle relazioni commerciali, Lagarde ha usato un tono prudente: “Non può essere semplicemente rimuovere le vecchie regole, ignorare le istituzioni del mondo, con 190 paesi che sono parte di Fmi e Wto. Sta a tutti noi operare assieme. Quindi sì, ti siedi al tavolo e negozi, e tratti. E alcuni paesi sono in una posizione più forte di altri, ma abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri. Se c’è una cosa che l’Europa ha imparato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale è che non puoi fare da solo – ha detto ancora Lagarde -. Devi lavorare assieme, devi rispettare tutti e capire tutti. E per questo ti siedi al tavolo e non direi abbastanza di quanto sia importante la forza delle istituzioni. Le istituzioni internazionali hanno un grande valore, se guardi al commercio, se guardi alla regolamentazione finanziaria ci sono valori nell’avere sistemi di regole. Vinca il migliore – ha concluso – ma in un quadro di regole”.
Metsola a La Stampa: “Non dobbiamo avere paura di Trump”
Una giornata, questa, in cui si è continuato a parlare del discorso di Trump anche fuori dal summit ormai in chiusura. Roberta Metsola in un’intervista alla Stampa ha detto: “Non dobbiamo avere paura di Donald Trump. Penso che ultimamente abbiamo perso un po’ troppo la fiducia in noi stessi“, ha sottolineato la presidente del Parlamento europeo. “Noi siamo il partner numero uno per gli Stati Uniti, i primi consumatori di Tesla fuori dal Nord America”, ha spiegato Metsola, “Non voglio sentire parlare di pessimismo. Noi e gli Usa siamo alleati storici: i nostri valori sulla democrazia e sullo stato di diritto sono gli stessi e sulla Russia così come sull’Iran abbiamo posizioni comuni. Non voglio ripartire da Davos con un senso di disfattismo. Questo, per noi, è il momento di agire”.
Quanto a Elon Musk e le preoccupazioni che suscita “io”, ha spiegato Metsola, “faccio una distinzione tra un servizio digitale, che deve osservare le regole europee, e una persona a cui va garantita la libertà di espressione e che può dire quello che vuole. Ma quello che dobbiamo chiederci è perché noi non siamo in grado di dialogare con lui? Siamo i primi clienti delle sue auto elettriche fuori dagli Usa. Perché non tratta con noi? Questa è la questione, non aver paura di una persona che ha rivoluzionato la tecnologia spaziale”.
La direttrice generale del Fondo monetario internazionale: “All’Ue serve un’unione del mercato dei capitali”
“Perché la crescita negli Stati Uniti è così forte? Perché la crescita in Europa è un po’ sottotono? Perché i mercati emergenti non stanno andando benissimo? La risposta è da ricercare principalmente nelle differenze di crescita della produttività”. Lo ha detto la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, nel suo intervento. “Gli Stati Uniti avanzano con un’elevata produttività perché i mercati dei capitali allocano il denaro alle imprese dinamiche, perché la tecnologia si trasforma in investimenti aziendali e poi cresce rapidamente, e perché gli Stati Uniti hanno, relativamente parlando, energia abbondante e relativamente a buon mercato”, ha spiegato Georgieva. “Se guardiamo alla produttività negli Stati Uniti, anno dopo anno si avvicina a un punto percentuale. Se si guarda al resto del mondo, le economie avanzate hanno subito un calo di produttività rispetto al periodo pre-pandemia, passando da una crescita della produttività di oltre l’1% e spingendo la crescita fino al misero 0,2% attuale”, ha proseguito. “Il mondo sta cambiando molto rapidamente. Stiamo vivendo un’enorme trasformazione tecnologica. Il capitale deve avere le gambe lunghe e andare dove può fare la differenza. Se guardiamo al capitale, dove è andato? È andato negli Stati Uniti. E se i Paesi vogliono progredire, devono essere molto aggressivi nell’aprire opportunità per l’imprenditorialità. E sì, l’Europa deve avere mercati dei capitali profondi, deve avere un mercato unificato che renda possibile la concorrenza”, ha aggiunto.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link