Con la prima storica vittoria nella massima competizione europea contro il Borussia Dortmund si è chiusa l’avventura casalinga. Cosa è andato e cosa meno.«Per una città turistica troppi divieti, sembra sempre emergenza»
La «musichetta» è finita, gli amici se ne vanno… Si è conclusa con una vittoria e un popolo in festa la Champions sotto le Due Torri. Rossoblù eliminati che non accendono ai play off, ma da novizi nessuna tragedia: va bene anche così, soprattutto dopo il 2-1 rifilato al Borussia Dortmund in rimonta con le note di Cremonini e Dalla e la cornice del pubblico in festa. È tutta esperienza, resta l’orgoglio di essere arrivati fin lì, di ospitare e mostrare la bellezza e le eccellenze della città: il sogno è di tornarci quanto prima.
Un esame superato con buoni voti, ma anche con diversi margini di miglioramento. Sia per la società, sia per la città, omaggiata da 4 eventi — le 4 partite — che hanno dato visibilità e indotto. Sportivamente, eliminazione, ma non umiliazione. Logisticamente il club ha ricevuto i complimenti dell’Uefa e delle squadre ospitate avendo esaudito tutte le richieste di spazi, garantendo servizi e infrastrutture tecnologiche. Il Dall’Ara ha retto l’urto, grazie anche ai 10 milioni spesi in questi 10 anni da Saputo per dargli una veste più gradevole.
L’unica pecca all’esordio con lo Shakhtar giocato sotto un vero diluvio e il pubblico bagnato: biglietto da visita deprimente. L’unica soluzione è il restyling dell’impianto (ora ai box). C’è poi l’aspetto dell’affluenza del pubblico e del prezzo dei biglietti che lo stesso ad rossoblù Claudio Fenucci un mese fa ammise essere troppo alto in certi settori e considerati gli avversari.
Il sorteggio senza big contro fu accolto con soddisfazione ma al tempo stesso con delusione perché i più avrebbero desiderato al Dall’Ara il Real, il Barcellona, il Bayern. Invece è uscito solo il Liverpool che abbiamo invece affrontato in trasferta.
Avversari con poco appeal: gli ucraini dello Shakhtar, i francesi del Lille e del Monaco e infine, loro sì, i tedeschi vicecampioni europei del Dortmund. Risultato al botteghino? Una media di 26.484 presenze che è inferiore a quella del campionato fissata a quota 26.795. Ci si aspettava qualcosa di più. Club poco altosonanti e senza tifosi al seguito, Dortmund a parte, dicono a Casteldebole. Beh, in serie A non è che Monza, Empoli o Venezia siano chissà che. Hanno influito anche i prezzi «europei», ecco.
Seguirà una riflessione societaria. Di certo, sul fronte inverso, quello delle trasferte, i supporter rossoblù hanno risposto alla grande riempiendo sempre i settori a loro riservati (con richieste sempre superiori) in Inghilterra come in Portogallo. E sarà così anche nell’ultima sfida con lo Sporting Lisbona (che non è proprio inutile visto che una vittoria viene premiata con 2 milioni di euro).
Bolognesi in festa, più in tournée che in trasferta. Tutte esperienze positive, con belle accoglienze in città e nessuna tensione con le altre tifoserie.Non si può dire esattamente lo stesso a parti invertite. Esclusi i 30 tifosi dello Shakhtar, con quelli del Lille e del Monaco gli ultras rossoblù hanno attaccato e creato nel dopopartita qualche tafferuglio (era così necessario?). Da qui la gestione dell’ultimo evento con il Borussia e relativi divieti e restrizioni, per due giorni, di bevande alcoliche in centro storico e in via Saragozza.
«Abbiamo agito su input della questura, alla fine è andato tutto bene, forse il pericolo è stato sovrastimato, per noi è un’altra importante esperienza», dice l’assessore al Turismo e agli eventi Mattia Santori, mentre il sindaco Lepore ringrazia la Municipale e i cittadini, «è andato tutto bene». Quei divieti però «per una città con vocazione turistica non sono una bella immagine», dice Loreno Rossi di Confesercenti.
«Dà un’idea di impreparazione alla gestione, di approssimazione», dice Luca Dondi di Nomisma, «un eccesso di risposta per un eccesso di preoccupazione: sembra sempre di essere in emergenza».
Di parere opposto Ascom che si complimenta per la «gestione ottimale dell’ordine pubblico dei 3 mila tedeschi al seguito». Sorteggio sfortunato, ospiti più formiche che cicale. «A parte le richieste di alcune squadre che volevano tutto l’albergo per loro, cosa impossibile», dice Tiberio Biondi direttore del Majestic Baglioni. Ma il jolly l’ha pescato la Cantina Bentivoglio che lunedì sera ha apparecchiato per 200 tedeschi al seguito della squadra. Come dire, non solo hooligan.
È finita con «Poetica» e i caroselli per le strade di Bologna, la serata. «La città sta sorridendo», ha detto a Sky Cremonini. «Questa città ha una squadra che è sana a partire dalla società, esprime dei valori e quando sono condivisi dalla tifoseria questo dà il quadro e spiega perché i bolognesi parlano sempre così bene di Bologna».
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