A GAZA L’ACCESSO DEGLI AIUTI È UNA QUESTIONE DI VITA O DI MORTE

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Mai, suo marito e i loro figli hanno il volto scavato dalla fame. Con i prezzi del cibo alle stelle, e le restrizioni fino ad ora applicate all’ingresso degli aiuti, a Gaza cresce la paura di non sopravvivere. Il cessate il fuoco, se applicato e rispettato nelle sue fasi, offrirà ai civili una protezione temporanea dalle bombe ma questo non è sufficiente: deve diventare permanente e costituire un punto di svolta per la pacificazione dell’area. Mentre si svolge la prima fase dell’accordo, la nostra richiesta più urgente è quella di garantire un accesso continuo, immediato e senza ostacoli degli aiuti umanitari che devono raggiungere ogni angolo dell’enclave assediata per evitare la carestia.

UNA DRAMMATICA EMERGENZA ALIMENTARE

Un tempo proprietaria di un’attività di successo, oggi Mai deve fare i conti con la perdita del suo negozio e della casa: “Mio marito gestiva un negozio. Eravamo ben conosciuti nella nostra comunità. Io avevo un salone di bellezza, con clienti affezionati. I miei figli erano in buona salute.” La famiglia vive ora sotto una tenda, e il cibo non è sufficiente per sfamarli: “Ho 11 figli, con un’età che va da un anno e mezzo fino a 23 anni. Ognuno di loro riceve una pagnotta di pane, appena sufficiente per tirare avanti.

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A Deir Al Balah, dove si sono rifugiati Mai e la sua famiglia, un sacco di farina da 25 kg costa oggi tra i cento e i duecento dollari: una cifra esorbitante per chi ha perso tutto, e non ha alcun mezzo per guadagnarsi da vivere. “I prezzi sono saliti alle stelle – per tutto. Non riesco a comprare zucchero da più di due mesi.” racconta Mai.
I pochi alimenti a disposizione consistono soprattutto in pane e legumi; questo porta a molteplici carenze nutrizionali e aumenta il rischio di malnutrizione acuta, in particolare tra i bambini e le donne incinte e che allattano.

I bambini di Mai soffrono le conseguenze del freddo e della mancanza di cibo. Foto: Alef Multimedia Company/ Oxfam
I bambini di Mai soffrono le conseguenze del freddo e della mancanza di cibo. Foto: Alef Multimedia Company/ Oxfam

LA PAURA PER LA VITA DEI BAMBINI

Se la fame continua così, ho paura per la vita dei miei figli. Temo che debbano affrontare conseguenze terribili.” Giorno e notte, Mai è angosciata per il futuro dei suoi cari. Più del 96% di donne e bambini tra i 6 e i 23 mesi non riescono a soddisfare il proprio fabbisogno nutrizionale, a causa della mancanza di una dieta minimamente diversificata. 290 mila bambini sotto i cinque anni e 150 mila donne incinte e che allattano necessitano di alimentazione e integratori di micronutrienti. La crisi energetica peggiora ulteriormente con l’inverno. Le famiglie sfollate sono costrette a bruciare legna o rifiuti per cucinare, un comportamento potenzialmente pericoloso che aggrava i rischi per la salute. Preoccupata per la salute dei suoi bambini, Mai si è rivolta ai medici: “L’ultima volta che sono andata in clinica il dottore ha detto che la loro pelle secca era causata dalla disidratazione”.

La mancanza di cibi freschi causa disidratazione e altre malattie, specialmente nei bambini. Foto: Alef Multimedia Company/ Oxfam
La mancanza di cibi freschi causa disidratazione e altre malattie, specialmente nei bambini. Foto: Alef Multimedia Company/ Oxfam

A GAZA GLI AIUTI SONO LA PRINCIPALE FONTE DI CIBO

Dopo oltre un anno di guerra e privazioni, l’assistenza umanitaria rappresenta la principale fonte di cibo per le famiglie nella Striscia di Gaza. Solo a novembre 2023, per prevenire la malnutrizione infantile, abbiamo distribuito biscotti ad alto contenuto energetico e integratori, quasi 5 mila pacchi di cibo, sostegno agli agricoltori e aiuti in denaro a oltre 250 persone per acquistare beni di prima necessità.

I nostri sforzi si concentrano oggi più che mai nel garantire aiuti salvavita alle migliaia di donne, uomini e bambini esposti a fame, sete e al freddo dell’inverno. Solo a novembre 2024, abbiamo raggiunto oltre 95 mila persone. Da ottobre 2023 a fine 2024, abbiamo portato aiuto a oltre un milione e 200 mila persone.

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