Scoop di Report sulla cessione di Visibilia e Conte guida la carica per la sfiducia a Santanchè

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È arrivata, ha partecipato al (brevissimo) Consiglio dei ministri presieduto dalla premier Giorgia Meloni e poi è ripartita per Milano. Oggi, invece sarà a Verona all’inaugurazione del Motor Bike. Come se nulla fosse. Parliamo della ministra del Turismo (non si sa ancora per quanto) Daniela Santanchè, all’apparenza per nulla turbata dalle polemiche per il rinvio a giudizio ricevuto la scorsa settimana per false comunicazioni sociali in relazione ai conti della galassia Visibilia.

Nuovo scoop “mazzata” di Report su Visibilia

Serafica e serena (“Daniela Santanchè non ha nulla da dichiarare, perché non c’è nulla da dichiarare”, ha fatto sapere il suo ufficio stampa ieri sera), nonostante la nuova “mazzata” recapitatale poche ore prima dalla trasmissione Report, che ieri ha rivelato l’identità dell’uomo al quale la ministra avrebbe venduto le sue quote di Visibilia solo qualche settimana fa.

“Si tratta di Altair D’Arcangelo, indagato per associazione per delinquere, evasione fiscale, frode, riciclaggio e autoriciclaggio” ha scritto su Facebook Sigfrido Ranucci, “Nel 2023 gli sono stati sequestrati 40 milioni di euro”.

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Le ombre sul finanziere D’Arcangelo

Per Ranucci D’Arcangelo “gestisce gli affari della Wip Finance, misteriosa società anonima svizzera”. “Si tratta di rivelazioni che allungano ombre sospette su tutta l’operazione”, aggiunge il giornalista, “sullo sfondo c’è infatti una storia di un’evasione Iva da 40 milioni di euro, 98 società fantasma e soldi che da anni arrivano dalla Svizzera in Italia per fondare aziende che poi restano inattive”.

Lei, dicevamo, non si è scomposta (né tantomeno si è dimessa), come non si sono scomposti i colleghi ministri, che sostengono di non aver affrontato il suo caso in Cdm. “La ministra Santanchè era presente, però abbiamo svolto l’ordine del giorno. Non si è discusso di altro”, ha detto Gilberto Pichetto Fratin. “Non ne abbiamo parlato, neanche informalmente”, ha confermato Elisabetta Casellati.

Conte: “Calendarizzare immediatamente la nostra mozione di sfiducia a Santanchè”

Discorso diverso per le opposizioni: “Escono nuove ombre sulla ministra Santanchè, sulla sua trasparenza, sulla vendita di Visibilia, anticipate da Report. Chiederemo la calendarizzazione immediata delle sue dimissioni, abbiamo una mozione”, ha tuonato Giuseppe Conte, “Non possiamo affondare l’immagine, il prestigio, il decoro delle istituzioni. Non è pensabile che la ministra Santanchè possa promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo e nel turismo”.

“A una ministra, a un ministro, non si chiede trasparenza solo per gli atti di governo, ma anche per le scelte che fa da imprenditore e nella sua attività privata”, ha fatto eco il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, “Troviamo incredibile questa notizia e ne chiederemo conto attraverso un’interrogazione. Resta una domanda: come fa la Meloni a tenere Santanchè ancora al suo posto?”.

Scappano anche gli amici di Fdi e Fi

Ma quella di Santanchè è una tranquillità solo ostentata. La sua poltrona infatti è tutt’altro che blindata. Anche perché la sua posizione si fa sempre più indifendibile e lo diventerà del tutto, qualora dovesse essere rinviata a giudizio anche per truffa all’Inps (cioè allo Stato).

Al di là di poche voci isolate di qualche esponente di FdI in Lombardia (dove Santanché detta legge), sono in tanti nella maggioranza a prenderne le distanze. Non apertamente, ma ormai non la difende più nessuno. A partire dal suo possibile sostituto, il capogruppo di FdI in Senato Lucio Malan. “Solo lei può valutare e decidere (se dimettersi, ndr): sa qual è la situazione personale ed il suo comportamento, di conseguenza solo lei può decidere una cosa di questo tipo”, ha detto a Un Giorno da Pecora. “Se fossi al suo posto saprei cosa ho fatto davvero e quindi ragionerei di conseguenza”, ha quindi chiosato.

“Su Santanchè, noi a differenza dell’opposizione, lo abbiamo sempre detto, siamo garantisti e per noi si è innocenti fino al terzo grado di giudizio”, ha invece dichiarato la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli (Fi). Che però aggiunge “Credo che sia necessaria una riflessione tra il presidente del Consiglio e un membro del governo che è anche del partito della Meloni. È una questione di opportunità: c’è chi vuole andare avanti a difendersi nel processo mantenendo un ruolo di governo, soprattutto se distinto rispetto a quello che viene imputato, e chi invece preferisce farlo in serenità. È una decisione totalmente personale”. Non certo una difesa a spada tratta.

E su tutto comunque aleggia il silenzio di Meloni. Che non ha ancora allontanato la ministra perché vuole evitare un rimpasto di governo, ma che alla compagna di partito dedica solo un gelido silenzio. Almeno in pubblico.

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