Nascondevano la cocaina nei motori dei container frigo e per facilitarsi il lavoro aveva allestito un laboratorio per trasformarla da liquida a solida coinvolgendo un “chimico” colombiano, che si era trasferito in Italia per supervisionare il processo. Con queste accuse la Guardia di Finanza ha arrestato 10 persone – cinque italiane e cinque colombiane – ritenute coinvolte nell’organizzazione di un intenso traffico internazionale di droga dal Sudamerica.
Il gruppo criminale trasportava la cocaina utilizzando aerei, charter e privati, corrieri, anche ovulatori, e navi. L’inchiesta, nata da un filone di un’indagine condotta in Calabria, ha portato a scoprire che i narcos colombiani rifornivano di cocaina diverse organizzazioni criminali in Calabria, Lazio e Veneto.
L’operazione – che ha visto il coinvolgimento del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catanzaro, della Dda di Roma, e della Dea statunitense – è stata portata a termine grazie alla cooperazione internazionale e al lavoro dei finanzieri. Le indagini hanno rivelato un’ampia rete che si estendeva dalla Capitale alle regioni del Sud e del Nord Italia, con una rete di contatti diretti tra i trafficanti colombiani e le organizzazioni italiane.
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