Incendio sulla piattaforma petrolifera ‘Rospo Mare’, al largo tra Vasto e Termoli

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Un incendio è divampato sulla piattaforma petrolifera Rospo Mare B, situata a circa 20 chilometri al largo della costa tra Vasto (Ch) e Termoli (Cb). L’allarme è stato lanciato dalla società Energean che gestisce la struttura. 

Le fiamme, partite da un contenitore di olio utilizzato per il raffreddamento dei macchinari e che hanno generato una densa colonna di fumo visibile anche dal litorale, hanno portato all’attivazione immediata delle procedure di emergenza. Diciannove operai presenti sull’impianto sono stati evacuati. Le operazioni di spegnimento sono ancora in corso, con l’obiettivo di contenere il rogo e limitare i danni.

Sul posto sono intervenuti i mezzi della Capitaneria di porto di Termoli e Vasto, sotto la guida del comandante Giuseppe Panico, che, ad Abruzzolive.tv, spiega: “Siamo stati allertati alle 14.25. Con 5 mezzi navali, tra cui due motovedette, e con i vigili del fuoco a bordo, abbiamo raggiunto la piattaforma. I 19 operai che erano lì sono stati evacuati, trasbordati su mezzi della società Energean che gestisce l’impianto e sono stati messi in salvo. Nessun problema per loro. Intervenuto anche un elicottero della Capitaneria di Pescara per effettuare i primi monitoraggi ambientali: dalle prime verifiche non ci sarebbe alcuna compromissione. Il rogo è stato domato grazie ad un lavoro corale e all’impianto esistente sulla piattaforma e che si è attivato immediatamente”.

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“Siamo stati impegnati – dice una nota della Guardia costiera nazionale – in un’operazione complessa a seguito di un incendio divampato sulla piattaforma petrolifera RospoMare B, situata a circa 10 miglia nautiche al largo di Vasto (Ch), per il quale non vengono segnalate persone ferite, né tracce di inquinamento in mare”.

“L’intervento, diretto dal Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia costiera, ha visto l’immediato intervento di risorse aeronavali e la collaborazione di mezzi specializzati. Sul posto sono giunte la motovedetta CP878, proveniente dalla Guardia Costiera di Termoli, con personale dei vigili del fuoco imbarcato per supportare le operazioni di spegnimento, e la motovedetta CP538 proveniente dalla Guardia costiera di Vasto. In volo nell’area d’operazione l’aereo Manta 10-03 e l’elicottero 11-11 impegnati in attività di monitoraggio ambientale. Diverse le unità navali impiegate sotto il coordinamento della Guardia Costiera, tra questi il Supply Vessel Shark, unità di supporto alla piattaforma Rospomare B, equipaggiato con capacità estinguenti con a bordo le 26 lavoratori evacuati dalla piattaforma interessata dall’incendio e da quelle limitrofe, evacuate anch’esse in via precauzionale. L’obiettivo primario delle operazioni è contenere e spegnere l’incendio per garantire la sicurezza dell’area e delle piattaforme circostanti nonché lo svolgimento di una continua attività di monitoraggio per verificare eventuali conseguenze ambientali legate all’evento. Proprio a tal fine sono state richieste immagini satellitari all’Agenzia europea per la sicurezza marittima Emsa. La Guardia costiera italiana, attraverso il suo Reparto ambientale marino, sta operando in stretto coordinamento con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ed è in costante contatto con il Dipartimento della Protezione civile”. 

La piattaforma Rospo Mare, operativa dal 1982, è uno degli impianti offshore più rilevanti dell’Adriatico. Con una produzione giornaliera di circa 2.500 barili di greggio, è composto da tre strutture principali (RSMA, RSMB e RSMC), collegate tramite condotte sottomarine.

Il greggio estratto viene trasferito alla nave galleggiante di stoccaggio Alba Marina per il trattamento finale. L’impianto è già stato al centro di episodi critici come uno sversamento di petrolio del 2013. 

Il rogo è stato spento definitivamente alle 16.30.

Il Forum H2O Abruzzo esprime “preoccupazione per le possibili conseguenze ambientali dell’incidente e chiede trasparenza assoluta visto, scrive in una nota, “il deprimente precedente del 2013 quando ci fu una corsa alla smentita nonostante fatti conclamati circa la perdita di petrolio in mare. In ogni caso quanto avvenuto oggi è l’ennesima conferma dei rischi connessi allo sfruttamento degli idrocarburi, che in un mare chiuso come l’Adriatico potrebbero comportare danni immensi, a parte le drammatiche conseguenze sul clima dell’uso delle fossili. In questo senso è deprimente che il Governo Meloni solo due mesi fa abbia allentato proprio le norme sulle perforazioni in mare”.

22 gen. 2025

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Foto di repertorio

 



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