Il “no” deciso della Calabria al progetto dell’eolico offshore nel Golfo di Squillace

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CATANZARO Il paesaggio marino della Calabria, in particolare quello del Golfo di Squillace, si trova al centro di una mobilitazione che mira a proteggere la sua unicità e identità dall’invasione delle pale eoliche, destinate a danneggiare l’integrità territoriale e ambientale del territorio, senza alcun coinvolgimento preventivo della cittadinanza. Alimentare il confronto e approfondire la tematica diventa, quindi, uno strumento potente di contrasto alla realizzazione di questo progetto. La sezione di Italia Nostra Catanzaro ha voluto richiamare l’attenzione sulla questione e sulla necessità di mantenere alta la mobilitazione, convocando una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella sala concerti di Palazzo de Nobili a Catanzaro, sul tema “Una battaglia che si può vincere. No all’eolico offshore nel Golfo di Squillace”. Un’iniziativa fortemente voluta da tutti i componenti del direttivo, assieme alla presidente Bova: il vice presidente Aldo Ventrici, la segretaria Rossella Greco, la tesoriera Maria Teresa La Vitola e la componente Marisa Gigliotti.  La battaglia contro l’eolico offshore vede protagonisti associazioni, istituzioni e amministrazioni locali, grazie anche all’impegno del sodalizio guidato dalla presidente Elena Bova, che ha ribadito: “Italia Nostra è fermamente contraria alla costruzione del parco eolico nel Golfo di Squillace. Un ‘progetto mostruoso’, lo ha definito, per l’impatto negativo che avrebbe sul paesaggio e sull’ecosistema. La Calabria ha già vissuto l’esperienza dell’eolico a terra, con l’installazione di numerose pale che, secondo gli oppositori, non hanno portato benefici tangibili in termini energetici e hanno gravato su settori vitali come l’agricoltura. La situazione energetica regionale, infatti, è in surplus: la Calabria produce più energia di quanta ne consumi, con la possibilità di ridurre notevolmente i costi delle bollette per i cittadini.” Il progetto di eolico offshore, secondo gli oppositori, rischia non solo di danneggiare l’ambiente, ma anche di compromettere l’identità storica e culturale della regione. Elena Bova ha ricordato come, “proprio nei terreni di Squillace, sia stata recentemente scoperta una villa romana, un altro simbolo del valore archeologico che si rischia di danneggiare con la costruzione di nuove infrastrutture invasive. La protezione di questo patrimonio, sia naturale che culturale, è dunque uno dei motivi principali per cui la mobilitazione continua con determinazione.” La vice sindaca di Catanzaro, Giusy Iemma, ha rafforzato il messaggio di opposizione. Sebbene l’amministrazione comunale sia favorevole alla transizione verso fonti di energia rinnovabile, Iemma ha sottolineato come il progetto di eolico offshore sia in contrasto con la visione di sviluppo della costa calabrese. La città di Catanzaro, infatti, punta a valorizzare il proprio patrimonio naturale, come la Pineta e le Dune di Giovino, e ad attrarre il turismo grazie alla bellezza del mare e dei suoi fondali. L’impatto del parco eolico potrebbe compromettere questa risorsa, che è alla base del futuro economico e culturale del territorio. Inoltre, il Comune è impegnato in progetti di efficientamento energetico, ma sempre con un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale. “Abbiamo strumenti di pianificazione urbanistica che impongono il rispetto del paesaggio, dell’ambiente e della natura. La costruzione di un parco eolico offshore comprometterebbe il nostro panorama marino, che siamo profondamente orgogliosi di possedere,” ha concluso la vice sindaca con delega alle Politiche del mare. Mauro Galeano, collaboratore del consigliere regionale Ernesto Alecci, ha illustrato l’importanza di una pianificazione energetica a lungo termine. Galeano ha spiegato come “la Calabria già produca più energia di quella necessaria e come sia fondamentale un approccio più razionale alla gestione delle energie rinnovabili, con un equilibrio che non danneggi l’ambiente. Il rischio di un’ulteriore proliferazione di impianti eolici senza una regolamentazione precisa è concreto, e le preoccupazioni riguardano anche l’impatto tecnico delle strutture, come la necessità di smaltire le pale eoliche dopo 20-25 anni di utilizzo e i possibili danni ambientali derivanti dall’uso di lubrificanti e rumori.” La proposta di legge presentata dal consigliere Alecci, inoltre, evidenzia la necessità di coinvolgere le comunità locali nelle decisioni e di creare un piano strategico che contempli i rischi e i benefici a lungo termine, senza sacrificare il paesaggio e il turismo. L’avvocato Nicolina Raffaelli ha sottolineato il ruolo cruciale della mobilitazione dei cittadini e delle associazioni, un’azione corale che ha portato alla presentazione di ricorsi legali contro il progetto. “La mobilitazione – ha spiegato – è stata alimentata anche da interventi tecnici di esperti che hanno messo in luce ulteriori problematiche, come il rischio di tsunami in una zona ad alta attività vulcanica.” Raffaelli ha inoltre sollevato dubbi sul fatto che le grandi multinazionali che gestiscono il progetto, tra cui una società spagnola, possano non essere in grado di garantire i danni in caso di incidenti sul territorio, dato il basso capitale sociale di alcune delle società coinvolte. “La Calabria non deve diventare un terreno di sfruttamento energetico privo di considerazione per le sue specificità territoriali e culturali. Le istituzioni e la popolazione calabrese sono unite nella convinzione che il futuro della regione debba essere costruito nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio.” Come ha sottolineato nelle conclusioni il vice presidente di Italia Nostra Catanzaro, Aldo Ventrici: “E’ necessario un cambiamento di paradigma che ponga al centro il benessere della comunità locale, senza svendere le risorse naturali per progetti che, seppur nati con l’intento di promuovere l’energia rinnovabile, rischiano di danneggiare irreparabilmente il territorio.” La mobilitazione proseguirà, consapevoli che il cambiamento è possibile, ma solo se la comunità calabrese rimarrà unita e determinata nel far valere le proprie ragioni, difendendo il mare del Golfo di Squillace come patrimonio di tutti.

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