L’operazione “Iron Wall” lanciata per neutralizzare il cosiddetto Battaglione Jenin composto da militanti di gruppi terroristici come Hamas e la Jihad islamica palestinese, colpito anche un ospedale. Si dimettono due generali israeliani
L’operazione Iron Wall lanciata per neutralizzare il cosiddetto Battaglione Jenin
L’esercito israeliano ha ucciso 13 uomini armati palestinesi, dall’inizio, avvenuto martedì mattina, di una vasta operazione condotta nell’area di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha riferito un alto ufficiale dell’Idf nella divisione della Cisgiordania. Stando a quanto riferito dall’ufficiale, l’operazione Iron Wall è stata lanciata per neutralizzare il cosiddetto Battaglione Jenin, composto da agenti affiliati a gruppi terroristici come Hamas e la Jihad islamica palestinese. Lo riporta il Times of Israel.
Si stringe il cerchio intorno al campo profughi di Jenin, 13 morti
Media, assedio serrato Idf nel campo di Jenin, in Cisgiordania per i palestinesi i morti sono 12, per esercito 13 uomini armati
Secondo fonti mediche palestinesi riferite da Wafa le vittime dei raid israeliani negli ultimi tre giorni a Jenin, Cisgiordania, sono 12 e 40 i feriti, mentre secondo l’ Idf sono stati uccisi 13 uomini armati. L’agenzia di stampa palestinese riporta che l’esercito israeliano ha imposto un assedio serrato al campo di Jenin chiudendo gli ingressi, e costringendo gli abitanti di alcuni quartieri del campo a evacuare la zona. I droni israeliani sono ancora in azione anche lanciando volantini. Un alto ufficiale dell’ Idf nella divisione della Cisgiordania ha spiegato che l’operazione muro di ferro è stata lanciata per neutralizzare il cosiddetto battaglione Jenin, composto da agenti affiliati a gruppi terroristici come Hamas e la Jihad islamica palestinese. Diverse unità delle forze speciali stanno operando nel campo profughi di Jenin, insieme ad ufficiali della polizia di frontiera e ad altre unità dell’ Idf. Due degli uomini armati uccisi nell’operazione nella zona di Wadi Burqin sarebbero stati gli ideatori di un mortale attentato terroristico avvenuto nel villaggio di al-Funduq all’inizio di questo mese. Un terzo sospettato è stato arrestato.
Idf scortano donne e bambini dal campo profughi di Jenin 23 gennaio 2025 (Ap)
Ordine IDF, in centinaia stanno lasciando il campo profughi di Jenin, pesantemente colpito dall’esercito negli ultimi giorni
Centinaia di persone hanno lasciato il campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, su ordine delle autorità israeliane. Lo ha detto il governatore della città all’AFP al terzo giorno del giorno dell’operazione militare lanciata dalle forze armate israeliane. “Centinaia di residenti del campo hanno iniziato ad andarsene dopo che l’esercito israeliano, tramite megafoni montati su droni e veicoli militari, ha ordinato loro di evacuare”, ha affermato il governatore Kamal Abu al-Roub.
Idf: “13 palestinesi uccisi in operazione a Jenin”
Sono 13 le vittime palestinesi dell’operazione israeliana ‘Muro di ferro’ in Cisgiordania. Lo dice un alto ufficiale delle IDf ai media israeliani. Secondo l’ufficiale, l’operazione è stata lanciata per neutralizzare il cosiddetto Battaglione Jenin, composto da agenti affiliati a gruppi terroristici come Hamas e la Jihad islamica palestinese. Due degli uomini armati uccisi nell’operazione sono stati eliminati ieri sera fuori dall’accampamento di Jenin, nella zona di Wadi Burqin, aggiunge l’ufficiale israeliano. Secondo l’esercito, i due sarebbero gli ideatori di un mortale attentato terroristico avvenuto nel villaggio di al-Funduq all’inizio di questo mese. Un terzo sospettato è stato arrestato e lo Shin Bet sta attualmente indagando per verificare se sia coinvolto anche lui nella sparatoria di al-Funduq.
Sopravvissuta a 7 ottobre rappresenta Israele a Eurovision
Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco di Hamas al festival musicale Nova del 7 ottobre, rappresenterà Israele all’Eurovision Song Contest 2025. Lo riferiscono i media israeliani. Raphael, 24 anni, ha vinto il reality “Hakochav Haba” (Rising Star) mercoledì sera, ottenendo i voti più alti da parte dei giudici e del pubblico, e gareggerà nel concorso canoro di maggio in rappresentanza di Israele. La canzone che canterà dovrebbe essere selezionata a marzo da un comitato convocato dall’emittente pubblica Kan. Durante la finale del concorso, Raphael ha cantato una versione di “Dancing Queen” degli ABBA, dedicandola a “tutti gli angeli” che furono assassinati al festival il giorno dell’attacco di Hamas.
Yuval Raphael (getty)
Rubio sente il ministro esteri Emirati: “Accordo su Gaza e ostaggi deve tenere”
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed. Al centro del colloquio l’accordo sul cessate al fuoco nella Striscia di Gaza e per il rilascio degli ostaggi, si legge in una nota del Dipartimento di Stato Usa. Rubio e Zayed “hanno parlato dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza, del rilascio degli ostaggi e degli aiuti umanitari per Gaza”, si legge nella nota. Rubio “ha sottolineato l’importanza di questo accordo per la sicurezza e la stabilità regionale e la necessità di continuarne l’attuazione”, prosegue il testo. Sempre durante il colloquio, Rubio ha sottolineato l’importanza di approfondire i colloqui riguardanti “la pianificazione post-conflitto per la governance e la sicurezza di Gaza a lungo termine”, si legge.
Anp ha arrestato reporter Al Jazeera in Cisgiordania
Il network di informazione Al Jazeera ha dichiarato che l’Autorità nazionale palestinese ha arrestato uno dei suoi reporter dopo avergli impedito di coprire un’operazione israeliana nella Cisgiordania occupata. Al Jazeera, con sede in Qatar, ha riferito che il suo reporter, Mohammed al-Atrash, è stato arrestato nella sua casa. Ha riferito che le forze di sicurezza palestinesi gli avevano impedito di riferire su una vasta operazione militare israeliana a Jenin, un epicentro della violenza israelo-palestinese negli ultimi anni. L’Anp ha lanciato una propria repressione dei militanti nella città alla fine dello scorso anno.
3 palestinesi arrestati da forze israeliane in Cisgiordania
Le forze israeliane hanno arrestano tre palestinesi nel governatorato di Ramallah in Cisgiordania. Lo riporta Al Jazeera citando l’agenzia di stampa Wafa. Secondo quanto riportato, due studenti palestinesi dell’Università di Birzeit sono stati arrestati in un raid israeliano nelle città di Rammun e Silwad. Un altro uomo è stato arrestato dopo che la sua casa è stata perquisita nel villaggio di Kobar, a nord-ovest della città di Ramallah.
Trump firma decreto su Houthi: “Gruppo terroristico”
Gli Houthi tornano nella lista degli Stati Uniti delle “organizzazioni terroristiche straniere”. Il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo con cui dà istruzioni al segretario di Stato Marc Rubio perché prepari un rapporto sulla designazione del gruppo yemenita entro 30 giorni dopo consultazioni con il direttore dell’intelligence nazionale e il segretario al Tesoro.
In una nota, l’ufficio comunicazione della Casa Bianca ricorda che i miliziani sciiti sostenuti dall’Iran “hanno sparato contro le navi da guerra americane decine di volte, lanciato numerosi attacchi contro le infrastrutture civili nei Paesi partner ed hanno attaccato le navi commerciali che transitano nello stretto di Bab al-Mandeb oltre cento volte”.
Trump aveva già inserito gli Houthi nell’elenco delle “organizzazioni terroristiche straniere” e in quella dei “terroristi globali specialmente designati” durante gli ultimi giorni del suo primo mandato, ma poi l’amministrazione Biden li aveva rimossi per permettere l’arrivo di aiuti alla popolazione yemenita. Quindi nel gennaio dello scorso anno, dopo i continui attacchi contro le navi nel Mar Rosso, li aveva reinseriti solo nella seconda lista.
Completato dispiegamento esercito Libano al confine Golan
Le forze armate del Libano hanno affermato che le sue truppe hanno completato il dispiegamento a Kfarchouba, al confine con le alture del Golan occupate, dopo che l’esercito israeliano si è ritirato dal villaggio. L’esercito libanese ha esortato i residenti a stare lontani dalle aree in cui l’esercito israeliano si è ritirato di recente finché le sue forze non avranno messo in sicurezza le strade e rimosso le bombe inesplose. In precedenza, l’esercito israeliano ha effettuato diversi attacchi nei villaggi a sud-ovest di Kfarchouba, dove non si è ancora ritirato. La National News Agency del Libano ha riferito che le truppe israeliane hanno fatto saltare in aria almeno tre case nel villaggio a maggioranza cristiana di Deir Mimas. La conferma dell’avvenuto dispiegamento delle truppe libanesi è giunta dopo la notizia – riportata dal Canale 13 di Israele – secondo cui il governo israeliano si riunirà oggi per discutere se mantenere sotto occupazione alcune parti del Libano meridionale. La notizia afferma inoltre che il governo Netanyahu sta cercando di ottenere il via libera di Trump per mantenere cinque avamposti militari nel Paese. L’accordo di cessate il fuoco di novembre tra Israele e Hezbollah ha confermato la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha posto fine alla guerra nel 2006, e ha stabilito che l’esercito libanese deve schierarsi ed essere l’unica forza armata al confine con Israele
La Francia preoccupata per l’attacco israeliano in Cisgiordania
La Francia ha espresso “le sue serie preoccupazioni per l’aumento delle tensioni in sicurezza” in Cisgiordania, dove l’esercito israeliano ha lanciato un’operazione subito dopo l’inizio della tregua a Gaza tra Israele e Hamas.
In una nota, il ministero degli Esteri di Parigi ha invitato “le autorità israeliane a dar prova di moderazione”. All’indomani dell’insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump, dal quale il governo israeliano spera in un sostegno incondizionato, l’esercito ha lanciato un’operazione “antiterrorismo” a Jenin. “La colonizzazione sta accelerando e la violenza dei coloni estremisti è in aumento, alimentando l’instabilità”, avverte Parigi. Il capo della diplomazia francese, Jean-Noel Barrot, discuterà “della questione della colonizzazione in Cisgiordania con i suoi omologhi europei” durante il Consiglio Affari esteri del 27 gennaio a Bruxelles, si legge nel comunicato stampa.
Ben Gvir: “La tregua è un’umiliazione nazionale”
L’ex ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, uscito dal governo Netanyahu, valuta l’accordo di cessate il fuoco con Hamas come una “umiliazione nazionale”.
Ben-Gvir è tornato a manifestare la sua ferma opposizione alla tregua a Gaza dopo la diffusione di una notizia secondo cui l’esercito israeliano avrebbe ordinato ai soldati di rimuovere i graffiti nel centro di Gaza che potrebbero essere offensivi per i palestinesi. Per l’ex ministro della Sicurezza, il presunto ordine è una “vergogna”. In un post su X ha sottolineato che “questo non è solo uno sconsiderato accordo di resa, è anche un’umiliazione nazionale”, aggiungendo che “dobbiamo fermare questa umiliazione e tornare immediatamente alla guerra e distruggere i nostri nemici”.
L’intervista all’ex negoziatore israeliano sull’accordo di tregua a Gaza
Media, oggi Israele valuta se mantenere le truppe nel sud del Libano
Oggi il governo israeliano si riunirà per discutere se mantenere sotto occupazione alcune parti del sud del Libano. Lo riporta l’emittente Channel 12, secondo cui il governo Netanyahu sta cercando di ottenere il via libera di Donald Trump per mantenere cinque avamposti militari nel Paese. Secondo l’accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Hezbollah e Israele a novembre, tutte le forze israeliane dovranno ritirarsi dal Libano entro domenica.
Il punto dal corrispondente da Gerusalemme
Centinaia di palestinesi intrappolati nell’ospedale di Jenin
Centinaia di palestinesi sono rimasti intrappolati in un ospedale a causa dell’operazione militare d’Israele nella Cisgiordania occupata che ha ucciso almeno 11 persone in due giorni. L’esercito israeliano ha detto che le sue forze stavano cercando di far esplodere degli ordigni esplosivi piazzati dai militanti di Hamas sotto la strada fuori dall’ospedale nella città di Jenin e ha ordinato ai pazienti e ai medici di non uscire dall’ospedale durante le detonazioni. Decine di bulldozer militari hanno scavato tratti di strada a Jenin.
Un’infermiera ha raccontato che i pazienti erano “terrorizzati” perché centinaia di persone non hanno potuto uscire per ore. Ieri pomeriggio, donne incinte e anziani, uno dei quali portava un neonato avvolto in una coperta contro il freddo invernale, hanno camminato accanto ad ambulanze e veicoli blindati, allontanandosi dall’ospedale e dal campo profughi di Jenin, mentre gli spari echeggiavano lungo le strade vuote e droni e aerei militari israeliani ronzavano a bassa quota. “Non ci sono medicine, cibo, provviste, niente”, ha detto Ashram Abu Sroor, scuotendo la testa all’uscita dell’ospedale.
Il governatore di Jenin racconta l’attacco israeliano
Sparatorie ed esplosioni sono ancora in corso a Jenin, in Cisgiordania, all’indomani dell’avvio dell’operazione “Muro di ferro” lanciata dall’esercito israeliano. Lo dice in una intervista all’AFP il governatore di Jenin, Kamal Abu al-Rub. “La situazione è molto difficile, l’esercito di occupazione ha spianato tutte le strade che portano al campo di Jenin e all’ospedale governativo. Ci sono sparatorie ed esplosioni”, ha detto Al-Rub.
Secondo il governatore, le forze israeliane hanno arrestato circa 20 persone provenienti da villaggi vicino a Jenin, bastione della militanza palestinese. L’esercito israeliano conferma che l’operazione “sta continuando” e fa sapere di aver condotto “attacchi aerei su siti di infrastrutture terroristiche. Numerosi esplosivi piazzati lungo le rotte dai terroristi sono stati smantellati”, ha affermato l’IDF in una dichiarazione.
Il valico di Rafah supervisionato dall’Autorità Nazionale Palestinese
I responsabili del Mossad e del servizio di sicurezza Shin Bet hanno raggiunto un accordo con il capo dell’intelligence egiziana affinché il valico di Rafah con la Striscia di Gaza venga supervisionato dall’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). Lo scrive il quotidiano Asharq Al-Awsat citando una fonte della sala operativa allestita al Cairo per gestire il valico di frontiera di Rafah. Secondo la fonte, il capo dello Shin Bet Ronen Bar e il capo del Mossad David Barnea hanno discusso con il capo dell’intelligence egiziana, il generale Hassan Mahmoud Rashad, le disposizioni di sicurezza per la gestione del valico di frontiera. I tre hanno concordato che l’Autorità Nazionale Palestinese, sotto la supervisione e il coinvolgimento delle Nazioni Unite e di altre forze internazionali, ne avrebbe supervisionato le operazioni.
La “sala operativa” è stata istituita la scorsa settimana al Cairo per garantire che il cessate il fuoco non venga ostacolato da alcun tipo di violazione e per garantirne l’attuazione. Include membri provenienti da Israele, dall’Autorità Nazionale Palestinese, dal Qatar e dagli Stati Uniti che supervisionano anche il trasferimento degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera.
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