“Dalla sinistra un atteggiamento pericoloso” – Libero Quotidiano

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Il giorno dopo, il sapore della bocciatura del referendum anti-Autonomia è, se possibile, ancora più dolce. Attilio Fontana, governatore di Regione Lombardia, è stato al pari di Roberto Calderoli e Luca Zaia, sempre in prima fila nel predire che quel quesito non sarebbe stato ammesso.

Presidente, a mente fredda, come legge la decisione della Corte Costituzionale?
«Provo un grande sollievo. Non tanto per paura che il referendum si tenesse, quando per il fatto che i toni che sono stati messi in campo su questo tema, soprattutto dalla sinistra, rischiavano di spaccare il Paese tra Nord e Sud. Questo sì avrebbe portato a lesioni non rimarginabili all’interno del Paese. Su questioni così delicate i toni dovrebbero essere sempre moderati. Purtroppo così non è stato…».

Ieri, durante la sua prima conferenza stampa, il neo presidente della Consulta, Giovanni Amoroso, ha parlato della legge sull’Autonomia. Parlando di materie “no Lep” ha detto che «occorre che il legislatore (cioè il parlamento, ndr) intervenga anche per le materie “no Lep”. Come interpreta questa frase?
«Nella sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto rilievi sulla legge Calderoli non c’è traccia di questo. Si dice solo che non possono essere trasferite le intere materie, ma solo singole funzioni. E noi nelle interlocuzioni che abbiamo avuto col ministero abbiamo sempre seguito questa strada… Io su questo non ho dubbi».

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Insomma si va avanti con le trattative. Che tempi vi siete dati?
«Aspettiamo che il ministro Calderoli ci indichi le sue intenzioni. Mi rimetto a lui che si è dimostrato ancora una volta persona seria e per bene. La bocciatura del referendum lo ripaga per tutte le accuse e tutto il fango che gli è stato gettato addosso. Chi lo ha fatto dovrebbe vergognarsene, ma sono certo che non lo farà».

Ora la legge tornerà in parlamento per gli aggiustamenti richiesti. I governatori di sinistra, però, non mollano e continuano a minacciare sfracelli contro questa riforma. Presidente Fontana se la sente di lanciare un appello o dire qualche cosa ai suoi colleghi più riottosi, come la Todde, Emilano o De Luca?
«Guardi, io quello che dice la Todde non lo voglio nemmeno ascoltare. La Costituzione dice che tutte le Regioni possono avere forme di Autonomia che, oltretutto sono inferiori a quelle di cui gode la Sardegna. Ma vi pare normale che la presidente di una regione autonoma dica alle altre: voi non la potete avere? Il suo a me sembra un ragionamento offensivo per l’intelligenza della gente».

E gli altri suoi colleghi?
«Io sono pronto a sedermi con loro per ragionare di Autonomia e fargli capire che questa riforma porterà vantaggi a tutta. A una condizione, però…».

Quale?
«Che al tavolo portino obiezioni concrete, non le frasi fatte e gli slogan politici tipo “sarà la secessione dei ricchi”. Io questo non l’accetto più. Voglio fatti concreti.
In passato mi è capitato di confrontarmi su questo tema con Emilano (il governatore della Puglia, ndr), ma anche in quell’occasione il mio collega non è mai entrato nel merito delle critiche e di quello che ha detto, nulla ha fatto vacillare le mie convinzioni sulla bontà della rifor ma».

Per un referendum bocciato (quello sull’Autonomia) ce n’è un altro che è passato e che riguarda il Jobs Act di renziana memoria. Che ne pensa?
«Io vedo una sinistra molto confusa. Ha basato un’intera campagna referendaria su due riforme che lei stessa aveva approvato quando era al governo. Si guardino dentro e decidano da che parte stare. Il Jobs Act è stato un provvedimento che la sinistra ha sbandierato ai quattro venti come capace di rivoluzionare il mondo del lavoro. E adesso lo vogliono cancellare. Idem con l’Autonomia. Se la prendono con la legge Calderoli, ma questa è solo uno strumento per applicare una riforma (quella del Tiolo V della Costituzione, ndr) che è stata voluta e votata da una maggioranza parlamentare di centrosinistra».

Curioso, no?
«Piuttosto direi pericoloso. Mi viene da chiedermi cosa potrebbero fare se fossero alla guida di questo Paese…».

Lunedì si è insediato il presidente Usa Donald Trump. Tra i suoi primi provvedimenti c’è la cancellazione del Green New Deal che tanti danni sta facendo anche alla nostra economia, soprattutto nel campo dell’automotive…
«È una battaglia che la Lega e la Lombardia stanno portando avanti da anni. Quelle prese sul monopolio dell’auto elettrica sono scelte devastanti e senza senso.
La nostra posizione – con Guido Guidesi alla testa dell’alleanza delle Regione europee – è molto chiara: per noi vanno bene tutte le tecnologie, se poi una prevarrà sulle altre, allora bene. Ma ridurre tutto all’auto elettrica a tutti i costi non ha senso. Vogliamo la neutralità tecnologica».

Secondo lei l’amministrazione Trump riuscirà a scardinare un po’ di quel politicamente corretto che ha permeato il mondo in questi ultimi anni?
«L’elezione di Trump ha dimostrato che anche negli Stati Uniti il pensiero unico ha stancato. I cittadini, giorno dopo giorno, si rendono conto che dietro queste ideologie c’è, quando va bene, il vuoto pneumatico e quando va male, conseguenze disastrose per tutti noi».

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