“Chiediamo impegno forte e concreto per garantire il futuro dei lavoratori e della città”

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Nora Garofalo, segretaria generale Femca Cisl e Massimo Di Cesare, segretario generale Cgil Puglia intervengono sul piano di trasformazione annunciato da Eni per i siti produttivi di Versalis che prevede la chiusura del polo petrolchimico chiedendo un protocollo per garantire risorse, garanzie sulla continuità occupazionale e un Accordo quadro per tutelare oltre 2500 lavoratori

Femca Cisl

“Il punto è governare la transizione davvero, avendo certezze su tutti i singoli passaggi del piano di trasformazione, sul completamento di ciascuno dei progetti in tempi definiti e soprattutto sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali, per i dipendenti di Versalis come per quelli delle società interconnesse e dell’indotto”. Dice Nora Garofalo. 

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“Per questo chiediamo garanzie a Eni sulla continuità lavorativa e sulla responsabilità sociale, che deve accompagnare tutta l’attività, dal decommissioning alla realizzazione dei nuovi impianti. Che siano la bioraffineria e il riciclo chimico delle plastiche a Priolo, la gigafactory di accumuli stazionari a supporto delle energie rinnovabili a Brindisi, il polo di ricerca e agrihub di Ragusa, chiediamo che sia chiara anche tutta la futura attività di gestione e manutenzione, quando i progetti diverranno realtà”. 

“Al Governo chiediamo un protocollo fra ciascuna delle parti coinvolte, dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy alle istituzioni locali, perché queste si ritengano impegnate nei progetti, favorendoli con lo snellimento degli iter autorizzativi necessari. Dobbiamo sentirci coinvolti e partecipi di un percorso che rilanci la vocazione industriale di ciascuno dei siti di Versalis in Italia, naturalmente anche di quelli per i quali Eni ha previsto un processo di efficientamento. Le transizioni, che siano ambientali, ecologiche o energetiche, vanno affrontate guardando avanti, con il coraggio di scelte anche difficili, per costruire una transizione sociale che sia sostenibile per i lavoratori di oggi e di domani. Guardiamo al futuro e stiamoci dentro”. 

Cgil Puglia

“Quella che abbiamo sotto gli occhi non è una transizione giusta. È una fase in cui l’unica certezza è la chiusura e la dismissione del polo industriale di Brindisi, che per mezzo secolo ha dato lavoro a migliaia di persone. La fermata della produzione di butadiene e la chiusura del cracking sono visti come il segno di una dismissione ormai ineluttabile, che mette in ginocchio non solo i lavoratori diretti ma l’intero territorio”. Scrive Di Cesare. 

“Si chiede un impegno forte e concreto per garantire il futuro dei lavoratori e della città, con i seguenti punti principali: accompagnare la transizione garantendo lo smantellamento e le bonifiche. Sostenere sul territorio la presenza di nuovi insediamenti produttivi, che dovranno essere orientati verso la produzione di energia verde e sostenibile, come l’eolico, l’idrogeno, le batterie e le giga factory. Sostenere la rete delle aziende in appalto, garantendo il reddito di tutti i lavoratori diretti e indiretti con accordi sindacali di integrazione e sostegno. Dare alla collettività il giusto biorimedio, sostenendo la realizzazione di foreste urbane, una rete di ricarica e la creazione di un consorzio per rilanciare la Cittadella della ricerca”. 

Di Cesare ha ribadito la necessità di fermare la chiusura degli impianti in attesa di completare l’iter ministeriale: “Chiediamo a Eni di fermare la chiusura in attesa di completare l’iter ministeriale”. Inoltre, ha sollecitato l’intervento della Regione Puglia: “Alla Regione Puglia ribadiamo la necessità di avere un Accordo quadro che possa tenere dentro un percorso di formazione e riqualificazione per gli oltre 2500 lavoratori coinvolti nel perimetro Enel-Eni. La Cgil continuerà a chiedere il mantenimento del tavolo previsto per il 6 febbraio con la Regione Puglia, per sviluppare un programma di lotta che possa arginare la crisi e costruire una prospettiva sostenibile per la città e il suo futuro industriale”.

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