Blumarine, la Pre Fall 2025 – che è la prima firmata dal nuovo direttore creativo David Koma – è esercizio intelligente tra archivi passati e glamour street style. Con il plus del pet love
Quando ero bambina già sognavo la moda, osservando i guardaroba di mamma ma soprattutto delle zie che vestivano à la milanese. Ai tempi Milano non era la città frettolosa di oggi: era già avanguardista nel modo di vestire – le “sciure” amalgamavano il classico al dettaglio di eccentricità quiete – e nel creare look per destreggiarsi tra le ore di lavoro e un cocktail.
Questo è stato, sin da subito, l’obiettivo di Anna Molinari quando disegnava il suo Blumarine. «La mia arma segreta è sempre stata l’ottimismo – aveva dichiarato, nel 2017, a Vogue Italia – un pizzico di azzardo, una buona dose di fantasia creativa». Missione riuscita, perché tutte, dalle ragazze alle donne, sognavano quel guardaroba mix perfetto di fiori, sartorialità e tanta chimera che, per l’ultima volta, ha sfilato, by Molinari, con la primavera estate 2020. Le più smart li hanno anche custoditi, quei pezzi cult, nei loro armadi, sapendo che mai passerebbero di moda.
I tempi sono cambiati, il mondo si è evoluto, ma pare che, oltre 40 anni dalla nascita di questa maison, noi bambine ormai cresciute sentiamo ancora l’esigenza di vestire tali silhouette lineari dagli esercizi di glamour
Appena varcato lo showroom di Blumarine, per vedere la prima collezione firmata dal nuovo direttore creativo del brand, David Koma, tanti ricordi sono affiorati nella mia mente. La Pre Fall 2025 è più di un debutto: è un dialogo tra la firma dello stilista georgiano e l’heritage dell’attitudine del marchio di Carpi che sempre fa riferimento alla storia più attuale.
La mia top three prevede: cardigan rosa con colletto furry indossato con gonna in chiffon tempestato di perline, la stampa floreale abbinata al leopardato e sottovesti in seta portate con cintura over e bassissima in vita più maglia ton sur ton.
Il Blumarine di David Koma
«Per le strade di Milano, di generazione in generazione, si evolve una peculiare cultura dello stile. Da lady-like a girly, l’istinto di vestire con eleganza si tramanda di madre in figlia e si fonde in un’attitudine distintiva di questa città». Punto di partenza del nuovo capitolo di Blumarine by David Koma c’è non solo l’apprezzamento per lo street style milanese ma tutto il mondo che vi gira intorno.
Il designer ha osservato non solo l’attitude ma anche il perché queste donne camminano per le vie della metropoli. Una su tutte: portare a spasso il cane, con tutta l’audacia e la sensualità che mettono per andare, per esempio, a un cocktail. Con il desiderio di portare sempre con sé il loro amato animale domestico, per esempio su di un charm o addirittura stampato sugli slip.
Vengono rieditate le rose, simbolo di Blumarine, e altre icone, come per esempio le farfalle egli strass. La borsa Kiss Me, a forma di labbra, viene ora reimmaginata over, in canvas grigio scuro o verde cargo, e con dettagli in cashmere furry, a contrasto. Le novità sono anche collane rosario con ciondoli a croce, pendenti con la scritta Woolf e Miao – che da ora in poi, a Milano, sarà il nuovo modo di dire ciao – accessori per animali domestici – tra cui i porta-sacchetti da polso, i collari e i guinzagli impreziositi da borchie a forme di rose – e occhiali dal mood skiwear.
Come vestirà la nuova donna Blumarine?
Un guardaroba intergenerazionale, dove il layering è ben accetto e il code-switching è fatto di contrasti. Per esempio i little black dress in jersey hanno inserti in pizzo, la tuta è rivisitata in cashmere e con piume per essere elevata a tailleur da giorno, i completi sartoriali dalle linee pulite prevedono però scolli vertiginosi e ricami 3D, gli shorts da notte in seta e pizzo si abbinano alla maglieria tricot e gli abiti da sera, in georgette e chiffon, sono talmente stretch e dal peso piuma che possono essere messi in valigia senza la paura di stropicciarli.
Non mancano baggy jeans preziosi, giacche in shearling, twinset in lana merino e dettagli in pelle, da abbinare ai vestiti più impalpabili. Infine il diktat imprescindibile: dress floreali da accostare a stivali leopardati.
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