Vigili “speedy gonzales”: ticket scaduto, la multa fiocca in 6 minuti netti

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Una multa di 32 euro per sei minuti di ritardo. È questa la vicenda che ha coinvolto Alessandro Monferini, 50 anni, professionista che si trovava in città per lavoro. Il parcheggio, pagato tramite Easy Park, è scaduto di pochi minuti e il verbale è arrivato puntuale. Il fatto è avvenuto in pieno centro, in via Alberetto, una traversa di via Rosmini.

Veramente tanti complimenti per la solerzia della contravvenzione. Sei minuti, che diventano tre con la tolleranza del 10%. No comment,” ha commentato Monferini, visibilmente amareggiato. “Sa proprio di presa in giro. Si sono appostati proprio per vedere se scadeva?”.

La multa, pari a 32 euro, scenderà a 25,70 euro se pagata entro cinque giorni. Monferini ha deciso di non presentare ricorso, ritenendolo una perdita di tempo, ma non nasconde il suo disappunto: “Lavoro su appuntamento, basta una parola in più con il cliente e non ti accorgi che il parcheggio è scaduto. Ma poi, parliamo di sei minuti.

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Il post di sfogo pubblicato su Facebook da Monferini ha suscitato una vasta gamma di reazioni, tra indignazione e sarcasmo. Ecco alcune delle risposte:“Con il caro parcheggi e le multe assicurate, Amazon, Ipercoop e Bennet stanno festeggiando i nuovi clienti”. “Siamo nel ridicolo. Ad un mio amico infermiere hanno sospeso la patente per aver sorpassato un ciclomotore APE che andava a 20 all’ora. Ormai siamo in dittatura”. “Io poco tempo fa ho chiesto all’ausiliare del traffico quanta tolleranza c’è dopo la scadenza del tagliando e mi è stato detto che ci sono 15 minuti. Mi stupisco di questa multa”. “La città dello charme. E poi continuiamo a votare le stesse persone” “Dio perdona, loro no”.

Tra i commenti emerge una generale insoddisfazione verso il sistema delle multe, percepito come eccessivamente rigido e punitivo.

La vicenda di Monferini pone una domanda cruciale: cosa prevede la legge in caso di ticket scaduto? In teoria, la giurisprudenza italiana stabilisce che il pagamento del parcheggio è una sorta di corrispettivo per l’occupazione del suolo pubblico. Tuttavia, il Codice della Strada non prevede esplicitamente il pagamento di una multa per il semplice sforamento del tempo, ma diverse sentenze hanno fatto chiarezza sulla questione.

Una sentenza del 2016 del Tribunale di Frosinone ha stabilito che, in caso di ticket scaduto, l’automobilista dovrebbe pagare solo la differenza tra il tempo acquistato e quello effettivamente utilizzato. Tuttavia, la Corte di Cassazione, in altre pronunce, ha ribadito che i comuni possono applicare sanzioni amministrative se il ticket è scaduto, considerandolo una violazione delle regole di sosta stabilite dai regolamenti comunali.

Questa discrepanza lascia spazio a interpretazioni diverse, ma la maggior parte dei comuni italiani opta per l’emissione di una multa, come nel caso di Ciriè. Per evitare contenziosi, sarebbe opportuno che i regolamenti locali indicassero chiaramente le modalità di gestione delle soste scadute, introducendo eventualmente la possibilità di pagare solo la differenza.

La vicenda di Monferini è emblematica di un problema più ampio: l’eccessiva rigidità delle regole e la mancanza di tolleranza nei confronti di piccoli sforamenti. Per Monferini, la multa non è solo una questione economica, ma una questione di principio: “In teoria si dovrebbe pagare la differenza tra quanto pagato e la sosta in più. Ma qui si preferisce colpire il cittadino, anche per pochi minuti.

E conclude con un tocco di amaro sarcasmo: “Visto che pioveva, me l’hanno messa con la copertina, il giubottino.

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La storia di Monferini non è un caso isolato. Le multe per pochi minuti di ritardo rappresentano un fenomeno ricorrente nelle città italiane, dove il sistema di parcheggi a pagamento è spesso percepito come una tassa occulta. Per molti, queste situazioni riflettono un approccio punitivo più che educativo, volto più a fare cassa che a incentivare comportamenti corretti.

La speranza è che episodi come questo possano portare a una riflessione più ampia sul tema, promuovendo regolamenti più equi e tolleranti. Nel frattempo, Alessandro Monferini, come molti altri, si prepara a pagare i suoi 25,70 euro, lasciando dietro di sé una vicenda che, per lui, è una piccola ma significativa ingiustizia.






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