La start up innovativa è una tipologia d’impresa prevista dall’ordinamento giuridico italiano che ha anche introdotto alcune misure specifiche per supportarla durante l’intero ciclo di vita, così da stimolare la ricerca e l’innovazione e incoraggiare l’occupazione. Un sostegno necessario in un contesto geopolitico caratterizzato da conflitti e instabilità politica che impattano negativamente sull’economia dei vari Paesi. L’evento digitale “Start up e Finanza: istruzioni per l’uso”, nato dalla collaborazione tra Il Sole 24 Ore e Unioncamere, svoltosi oggi, si è rivolto proprio alle quasi 14mila startup innovative esistenti e a tutti gli imprenditori che stanno pensando di crearne una per spiegare loro quali sono gli strumenti finanziari di cui possono beneficiare messi a disposizione dalle Camere di commercio, da Cdp Venture Capital, il più grande gestore di Venture Capital in Italia e tra i maggiori in Europa, e Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia.
L’incontro è stato aperto da Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore, e da Andrea Prete, presidente di Unioncamere che ha evidenziato: “Gli strumenti di finanza innovativa hanno consentito a tante start up italiane di ottenere vantaggi non solo in termini di maggiore inclusione e diversificazione delle fonti finanziarie, ma anche di accresciute competenze manageriali, visibilità sul mercato, maggiori opportunità di investimento”. “Occorre quindi continuare a sostenere la crescita della finanza innovativa – ha proseguito Prete -, da una parte attraendo più operatori specializzati che possano catalizzare l’offerta di capitale per le imprese, che potenzialmente è significativa vista l’enorme massa di liquidità ancora depositata nei conti correnti bancari, dall’altra stimolando la domanda da parte degli imprenditori. Su quest’ultimo punto, l’impegno delle Camere di commercio volto a rafforzare la cultura finanziaria delle Pmi è costante”.
Tripoli illustra i numeri del settore
Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, così ha delineato i numeri del settore nel corso dell’evento digitale del Sole 24 Ore e Unioncamere: “La crescita e il rafforzamento di queste imprese sono essenziali per far sì che l’economia e l’innovazione italiana tenga il passo con l’Europa e con il resto del mondo. Le 12mila start up esistenti al momento pongono l’Italia al quarto posto in Europa. Ma questo pull di società ha un potenziale di innovazione notevole: 739 hanno un brevetto per invenzione industriale e 553 un brevetto per modello di utilità registrati presso l’UIBM mentre 497 hanno registrato brevetti a livello internazionale. Tra tutte le start up esistenti, il 6,6% ha fatto scale up, cioè ha superato il milione di euro di fatturato o di capitale sociale tra il 2019 e il 2023. E la percentuale è più alta (12,6%) tra le start up con brevetto in tecnologie strategiche”
Il numero delle start up innovativo è diminuito in Italia tra il 2022 e il 2024 di circa il 17% e oggi il loro numero si attesta a circa 12mila. Sono concentrate prevalentemente nel Nord Ovest e il settore principale di attività è quello dei servizi. Sono queste le caratteristiche principali dell’universo delle start up italiane così come le ha illustrate il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, intervenendo all’evento digitale “Start up e Finanza: istruzioni per l’uso”, nato dalla collaborazione tra Il Sole 24 Ore e Unioncamere. L’Italia – ha aggiunto Tripoli – ha fatto la scelta di avere una legislazione ad hoc per le start up innovative: una cosa che non è comune. Si tratta di imprese giovani e con alte potenzialità di crescita e focalizzazione sulle nuove tecnologie e che abbiano capacità di attrarre capitali”, ha aggiunto Tripoli.
Scornajenchi (Cdp Venture Capital Sgr): Risultati incoraggianti
“I risultati di Cdp Venture Capital sono incoraggianti. Siamo partiti nel 2020 e mediamente le exit che abbiamo realizzato triplicano il capitale investito e farlo in 3 anni è un buon risultato”. Lo ha detto Agostino Scornajenchi, amministratore delegato e direttore generale di Cdp Venture Capital Sgr, intervenendo all’evento “Start up e Finanza: istruzioni per l’uso”, nato dalla collaborazione tra Il Sole 24 Ore e Unioncamere. “Per crescere e farci conoscere – ha aggiunto Scornajenchi – oltre al sostegno degli investitori istituzionali abbiamo bisogno del supporto dei territori”. Scornajenchi ha quindi proseguito: “Il mondo dell’impresa ha bisogno delle startup perché non fanno un lavoro che è finalizzato a loro stesse, ma la finalità è quella di creare un ecosistema di imprese. Noi vogliamo introdurre l’innovazione nel mondo dell’impresa perché l’innovazione è il nutrimento che serve all’impresa per crescere come ecosistema delle imprese nazionali. Si tratta di un ecosistema che dovrà attraversare nei prossimi 10 anni l’80% delle imprese nazionali, che affronterà un processo di passaggio generazionale”. E Scornajenchi ha poi sottolineato: “L’unica cosa che possiamo fare è aggiungerne di nuove all’inizio di questa catena di distribuzione Questo è il primo ingrediente, il secondo ingrediente molto importante riguarda il supporto da parte degli investitori istituzionali. Noi abbiamo 5 miliardi solo in piccola parte garantiti da investitori privati, per la maggior parte garantiti dal pubblico. Di fatto si tratta di imposte degli italiani e di risparmio postale quindi. Se vogliamo moltiplicare per quattro è evidente che non possiamo fare riferimento alla pubblica amministrazione. Quello che dobbiamo fare è attivare la poderosa capacità di investimento che in questo momento hanno gli investitori istituti previdenza, fondi pensione, banche, assicurazioni che fanno ancora fatica a investire in Venture Capital perché asset rischioso”. E infine Scornajenchi ha lanciato un appello: “Abbiamo diverse centinaia di migliaia di euro per formare giovani laureati e spesso li perdiamo perché non abbiamo un ecosistema in grado di accoglierli, soprattutto quelli che vogliono fare impresa, noi crediamo che il fare impresa debba diventare una materia di studio già dalle scuole superiori”.
Vietti (Anfir) e Mattarella (Invitalia): Finanziarie regionali cruciali
“Il supporto che le Finanziarie regionali possono offrire alle nuove imprese è un tema cruciale per lo sviluppo delle start up innovative che, in particolare nei primi anni di vita, affrontano una delle sfide più difficili: l’accesso al credito”. Così Michele Vietti, presidente Anfir e Finpiemonte, all’evento digitale del Sole 24 Ore e Unioncamere, “Start up e finanza: istruzioni per l’uso”. Vietti ha quindi sottolineato: “Mentre il sistema creditizio tradizionale spesso richiede garanzie elevate che le start up non sono in grado di fornire, le Finanziarie regionali possano rappresentare una risposta integrativa o alternativa. Le nostre istituzioni, infatti, non sono orientate al profitto ma sono investitori pazienti che privilegiano l’interesse del territorio, l’innovazione e la crescita economica”. In linea con Vietti anche Bernardo Mattarella, Amministratore Delegato Invitalia: “Noi abbiamo gestito come finanziarie tutta la fase di bonus pre e post covid ma anche con strumenti che creino condizioni per la ripresa e la crescita e interveniamo dove strumenti tradizionali di mercato da soli non sono in grado di sostenere interventi più innovativi e rischiosi. Noi abbiamo un radicamento territoriale che ci permette di conoscere meglio nostro interlocutore. Un euro di investimento su territorio può produrre da 8 a 10 euro di ricadute su sistema imprenditoriale”. E Mattarella fa l’esempio di alcune misure specifiche che le finanziarie regionali Invitalia mettono in atto sui territori: ” Ad esempio sul territorio laziale c’è un incubatore certificato che consente alle startup laziali di partecipare alla rete Spazio Attivo, che offre servizi di accelerazione e accompagnamento al mercato spazi per progettare attraverso i cosiddetti Fablab regionali. In Piemonte la territoriale opera intorno al capoluogo, Torino, che ospita 518 start up, il maggior numero di start up innovative. Il Piemonte offre aiuti pubblici e privati, incubatori universitari, e i fondi privati provengono da due fondi gestiti con finanza regionale. In Trentino Alto Adige c’è la finanziaria che si chiama Trentino Sviluppo, con una serie di servizi dalla formazione e al supporto imprenditoriale attraverso quella che si chiama Innovation Academy Trentino Sviluppo, con workshop del rafforzare le competenze degli Imprenditori. E c’è un programma Trentino Start up Valley che fa formazione avanzata coaching e premi in denaro e che ha già coinvolto 74 startup. Poi Finlombarda, la nostra intermediaria più grande, con una serie di iniziative che vanno dal Fondo di Fondi che si chiama Lombardia Venture che investe in Fondi di Venture Capital selezionati a supporto delle startup Lombarde”. Mattarella cita tra gli altri anche la Finanziaria nazionale abruzzese con dotazione 22 mln euro investiti in 44 start up innovative, la Valle d’Aosta, regione piccola ma qui la finanziaria è attiva contributi a fondo perduto, e la Campania con il fondo di venture capital di Regione Campania, destinato a sottoscrivere quote del capitale di startup e Pmi innovative con una dotazione di 42 mln di euro. Chiude Vietti: “Il nostro sistema fa parte a pieno titolo di questo sforzo che il Paese fa per supportare i giovani imprenditori che vogliono avviarsi in questa difficile attività che è quella di fare impresa”.
Cementero: Unanimità nel dare strumenti per fare impresa
“Noi dobbiamo dare a start up strumenti per fare impresa, c’è stata unanimità nel farlo perché questo serve non solo per questa generazione ma anche per le prossime”. Così Giulio Centemero, VI Commissione (Finanze), Camera dei deputati, ha aperto il suo intervento all’evento “Start up e Finanza: istruzioni per l’uso”, nato dalla collaborazione tra Il Sole 24 Ore e Unioncamere. In merito alla nuova normativa sulle Start up, la legge 162 del 2024, il deputato ha sottolineato: “Riguardo alla legge Centemero si evidenzia un grande aiuto alla liquidità di chi investe. E c’è stata una votazione unanime verso questa legge quindi doppiamente registriamo con favore questo aspetto quando si parla di innovazione”. Scendendo poi nel dettaglio ha detto: “Gli investimenti di persone fisiche di soggetti passivi Irpef verso start up innovative sono di circa 200 milioni all’anno, quindi capiamo che l’assenza di questa detrazione, di questo incentivo fiscale, avrebbe avuto un impatto significativo su questo ecosistema. Fortunatamente potremo continuare a usufruire della detrazione piena per investimenti start up e Pmi innovative con la novità che dal 50% di detrazione si passa al 65%, a fronte ovviamente di determinati criteri”. Centemero ha poi proseguito sottolineando che riguardo al Fondo dei fondi c’è un ampliamento delle facoltà operative del patrimonio a disposizione per maggiore patrimonializzazione imprese e per filiere, poi c’è l’esenzione delle plusvalenze derivanti da cessioni di quote di imprese innovative, l’iscrizione dei laboratori pubblici e privati alla anagrafe nazionale ricerche. Centemero ha quindi chiuso dicendo: “L’approvazione di questa legge è stata bipartisan, nella scorsa legislatura è stata costruita veramente in questa modalità. Il parlamento con questa norma ha acceso la scintilla per un fuoco che sta crescendo per portare a un framework innovativo”.
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