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La Direzione Distrettuale Antimafia di Torino ha chiuso le indagini sulla rete criminale che – secondo la ricostruzione dei pm – vedeva forti intrecci tra criminalità organizzata e politica nella gestione di affari e cantieri. La chiusura pone termine all’attività investigativa, comunica agli indagati che sono sospettati di aver commesso alcuni reati e offre loro la possibilità di presentare memorie difensive oppure di farsi interrogare prima della richiesta di rinvio a giudizio con la quale, i pm, chiederanno al giudice di processare gli indagati.
Il cuore dell’indagine: gli affari della ‘ndrangheta
L’indagine ha individuato in Giuseppe Pasqua, affiliato alla ‘ndrangheta da oltre 30 anni, il capo dell’associazione mafiosa attiva a Brandizzo e Torino. Pasqua, insieme ai suoi familiari e collaboratori, è accusato di aver imposto il dominio del clan su settori chiave dell’economia locale come il trasporto e movimento terra. La sua rete avrebbe sovraffatturato appalti e minacciato imprenditori per garantire introiti illeciti, spesso con la complicità di dirigenti aziendali.
Le minacce e l’intimidazione
Modus operandi del clan erano le minacce e le intimidazioni. In un episodio documentato dall’indagine Giuseppe Pasqua e il figlio Domenico avrebbero minacciato un imprenditore con queste frasi:
Meriteresti di essere sparato in bocca!
oppure
Se vai dai carabinieri, sono contento di spararti veramente in faccia!
Un altro episodio riguarda il pagamento forzato di oltre 100.000 euro da parte di un imprenditore, costretto a versare la somma per evitare ritorsioni sul capannone acquistato all’asta. Gli indagati, tra cui Filippo Ruotolo, avrebbero simulato l’esistenza di debiti inesistenti e utilizzato pressioni fisiche e verbali per ottenere denaro.
Le minacce non erano limitate alle imprese, ma si estendevano anche a collaboratori e fornitori. Le società vicine al clan imponevano condizioni capestro e chi non le accettava veniva intimidito con chiamate minatori e visite non gradite. Il clima di paura creato da Pasqua e i loro affiliati si traduceva in un controllo capillare del territorio e nell’imposizione del silenzio.
Politica e crimine: il ricatto elettorale
La figura pubblica più in vista dell’indagine è però quella di Salvatore Gallo: politico del Pd, presidente dell’associazione IdeaTO e uomo di relazioni. Gallo è accusato di corruzione elettorale, concussione, finanziamento illecito e tentata estorsione. Per i pm sfruttava le sue connessioni politiche e personali per ottenere vantaggi illeciti. Secondo la Dda avrebbe promesso di velocizzare un intervento chirurgico in cambio di voti per la candidata Caterina Greco alle elezioni comunali del 2021. Insieme a Roberto Fantini, amministratore delegato di Sitafalfa, e Salvatore Sergi, di Sitaf, si sarebbe appropriato di fondi per pagare pasti in trattoria, avrebbe avuto transiti gratis sull’A32, avrebbe usato carte di credito aziendali per migliaia di euro e altri vantaggi. Inoltre avrebbe minacciato un dipendente di Sitalfa, società che gestisce la manutenzione della Torino Bardonecchia, prospettandogli il licenziamento o il demansionamento nel caso non avesse sostenuto la sua campagna elettorale e quella di una candidata affiliata al gruppo criminale.
Le autostrade sotto il controllo mafioso
L’inchiesta rivela l’infiltrazione nei grandi appalti pubblici grazie alla complicità di dirigenti come Roberto Fantini, all’epoca amministratore delegato di Sitalfa. Secondo le indagini il clan Pasqua avrebbe ottenuto appalti nel movimento terra grazie all’interessamento di Fantini. Quest’ultimo avrebbe permesso agli autisti del clan di rifornirsi al distributore della Sitalfa senza pagare e avrebbe ideato un sistema di sovraffatturazioni ottenendo in cambio una parte del profitto illecito.
L’indagine, partita con 19 indagati, si è allargata parecchio. Ecco tutti gli indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusioni indagini:
- Giuseppe Pasqua (1943): organizzatore del clan; accuse di associazione mafiosa, estorsione, sovrafatturazione, minacce.
- Domenico Claudio Pasqua (1970): collaboratore del padre Giuseppe; accuse di associazione mafiosa, estorsioni, intimidazioni.
- Michael Pasqua (1983): partecipe attivo del clan; accuse di intimidazioni, supporto operativo.
- Roberto Fantini (1969): amministratore delegato Sitalfa Spa.; accuse di associazione mafiosa, sovrafatturazione, abuso di posizione.
- Gian Carlo Bellavia (1958): amministratore di società autostradali; accuse di associazione mafiosa, frodi economiche.
- Salvatore Gallo (1941): presidente di associazione e politico; accuse di corruzione elettorale, appropriazione indebita.
- Salvatore Sergi (1956): direttore del personale Staf spa; accuse di intimidazioni per fini politici.
- Vincenzo Colosimo (1975): direttore acquisti Sitalfa spa; accuse di collaborazione in attività illecite.
- Francesco Anello (1943): coinvolto in scambi di favori politici; accuse di abuso di influenza.
- Roberto Carvelli (1978): coinvolto in operazioni immobiliari; accuse di estorsioni, minacce.
- Eduardo Carvelli (1952): coinvolto in operazioni immobiliari; accuse di estorsioni, minacce.
- Danilo Scardino (1972): mediatore in conflitti immobiliari; accuse di minacce, estorsioni.
- Leonardo Caligiuri (1968): coinvolto in attività estorsive e minacce, accusato di estorsione e tentata estorsione
- Giuseppe Carbone (1965): coinvolto in attività mafiose; accuse di gestione illecita di fondi.
- Luigi Mascolo (1985): riciclatore di denaro; accuse di gestione di fondi illeciti.
- Antonio Mascolo (1964): riciclatore di denaro; accuse di gestione di fondi illeciti.
- Carlo Balzamo (1987): accuse di vendita, ricettazione di una pistola.
- Pasquale Balzamo (1992): gestore di denaro illecito; accuse di riciclaggio.
- Francesco d’Assisi Esposito (1972): trasferitore di denaro illecito; accuse di riciclaggio.
- Carmelo Luca Ferrara (1993): gestore di fondi collegati al riciclaggio; accuse di trasferimento di denaro illecito.
- Antonio Fiorillo (1994): coinvolto nel riciclaggio di denaro; accuse di trasferimento illecito.
- Mariarosa Mascolo (1986): collaboratrice nella gestione finanziaria illecita; accuse di riciclaggio.
- Maria Rotondale (1964): collaboratrice nella gestione finanziaria illecita; accuse di riciclaggio.
- Giovanna Schiavone (1964): collaboratrice in copertura finanziaria; accuse di partecipazione al riciclaggio.
- Crescenzo D’Alterio (1974): collaboratore in operazioni criminali; accuse di gestione finanziaria illecita.
- Mauro Amoroso (1979): collaboratore dell’avvocato D’Alterio; accuse di estorsione e appropriazione illecita.
- Alessandro Lutri (1973): supporto logistico; accuse di gestione illecita.
- Paolo Tozza (1969): coinvolto in una permuta di cavalli; accusato di tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
- Mario Faieta (1952): supporto operativo; accuse di collaborazione in attività mafiose.
- Andrea Carmelo Lutri (1973): supporto logistico; accuse di riciclaggio e minacce.
- Simona Messineo (1973): Coinvolta in operazioni di copertura finanziaria; accuse di collaborazione in riciclaggio.
- Filippo Rotolo (1966): Collaboratore nella gestione immobiliare; accuse di estorsione, minacce.
- Paolo Mattana (1963): Collaboratore in attività illecite; accuse di favoreggiamento.
- Paolo Bordone (1987): collaboratore in attività illecite; accuse di riciclaggio.
- Vittoria Grosso (1958): coinvolta in operazioni finanziarie illecite; accuse di riciclaggio.
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