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La tendenza “No Buy 2025” sta guadagnando popolarità su piattaforme come TikTok e Instagram, dove numerosi e numerose utenti si impegnano a ridurre drasticamente le spese di oggetti non essenziali per l’intero anno.


Trucchetti per ridurre l’impatto economico e ambientale dei prodotti che usiamo in bagno

Gli obiettivi di questo movimento sono molti: promuovere un consumo più consapevole, ovviamente risparmiare denaro, contrastare l’iperconsumo, estinguere debiti e migliorare la propria salute mentale, oltre che, oggettivamente, fare qualcosa per l’ambiente anche alla luce di nuove consapevolezze circa le policy dei resi e lo sfruttamento di manodopera soprattutto in alcuni settori (tech e abbigliamento).

no buy year 2025: vietato comprare cose non essenziali, per un anno

La tendenza del “No Buy Year” non è nuova: è nata come risposta al crescente consumismo e alla pressione sociale, indotta dalle industrie, per acquistare costantemente nuovi prodotti, in particolare nei settori della moda, della tecnologia e dei beni di consumo. Negli ultimi anni, movimenti come quello per la moda sostenibile e per la riduzione dell’impatto ambientale hanno alimentato questa pratica, spingendo le persone a riflettere sulle proprie abitudini di consumo e sull’impatto che hanno sul pianeta, oltre che sulle finanze personali. Il “No Buy 2025” si inserisce nel contesto di una crescente consapevolezza dei problemi ambientali legati al consumo di massa, come l’inquinamento, lo spreco di risorse naturali, l’aumento dei rifiuti e le forme di sfruttamento della manodopera: riducendo gli acquisti, si alimenta un modello più sostenibile.

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La tendenza infatti è una evidente posizione di critica verso fenomeni come il fast fashion e il rapido ciclo di obsolescenza tecnologica, che incoraggiano, anzi impongono, acquisti continui e creano circoli di dipendenza dal mercato. E infatti, anche la salute mentale va a beneficiare di un rapporto meno ossessivo e compulsivo con lo shopping perché si andrebbe a ridurre l’ansia legata alla pressione di “possedere” o “seguire le mode”.

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Parlando del “No buy 2025”, molte e molti creator hanno condiviso linee guida rigorose per il loro anno di privazione tra cui il divieto di acquistare nuovi capi d’abbigliamento o scarpe, a meno che non sia strettamente necessario, come nel caso di scarpe da ginnastica usurate. Inoltre, si deve stabilire un budget settimanale specifico per generi alimentari e trasporti, evitando l’uso di carte di credito. Ma soprattutto, stabilire le proprie “necessità” con delle liste.

le regole del no buy per chi vuole provare

Cercando sul web si trovano molti consigli su come partecipare alla challenge del non acquisto. Intanto, cosa sono le “necessità”? Prima di iniziare, occorre una lista che riporti tutti gli acquisti necessari. Di solito include cibo e generi alimentari ma anche medicinali e articoli sanitari, come prodotti per l’igiene, e ovviamente bollette e utenze. In secondo luogo occorre determinare le categorie “No Buy”, può essere utile eliminare intere categorie di articoli, per esempio “abbigliamento e accessori”: nessun vestito nuovo a meno che non si sostituiscano articoli essenziali completamente usurati, nessun gioiello o borsa alla moda, nessun nuovo trucco o nuovi prodotti di skin care a meno che non sostituiscano quelli essenziali che si esauriscono. Ovviamente nessun elemento decorativo come un nuovo mobile né nessun libro nuovo (basta usare quelli in prestito della biblioteca o gli audiolibri) e nessun nuovo dispositivo elettronico

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non solo complimenti: le critiche al “movimento” no buy

Nonostante i benefici percepiti, la tendenza ha suscitato anche alcune critiche: in primo luogo, si è parlato di pratiche elitarie e privilegiate. Non tutte le persone possono permettersi di aderire al “No Buy Year”. Chi può permettersi un maglione o un cappotto che resistono al tempo e all’usura sono le persone ricche, alle altre persone restano forme più o meno evidenti di fast fashion. Inoltre, per alcune persone, limitarsi negli acquisti non è una scelta ma una necessità dettata dalle condizioni economiche. Infatti le critiche si concentrano sul fatto che questa tendenza possa sembrare un privilegio mascherato da impegno sociale. Alcune persone trovano il “No Buy Year” troppo rigido e difficile da sostenere nel lungo termine, temendo che possa portare a un effetto boomerang, quindi a una seconda fase di spese eccessive. Ma a livello macroeconomico? Un movimento su larga scala come questo, che vorrebbe ridurre drasticamente i consumi potrebbe avere conseguenze negative per alcune industrie, specialmente quelle che dipendono dalla vendita al dettaglio. Ma che del resto, hanno creato dei modelli di business basati sull’autodistruzione dei prodotti che vendono, così che le persone comprino ancora e ancora. Infine, per alcuni, l’idea di non comprare nulla per un anno può diventare fonte di stress e senso di colpa, soprattutto in caso di “fallimenti” o concessioni occasionali.

Comunque sia, in sintesi il “No Buy 2025” rappresenta una risposta collettiva alla crescente consapevolezza dell’impatto del consumismo sulla società e sull’ambiente, invitando le persone a una riflessione vera e profonda sulle proprie abitudini di spesa e sul vero significato della parola “bisogno”.



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