Napoli, in dieci anni più di diecimila sfratti per fare spazio ai B&B: case e affitti alle stelle

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di
Emanuele Imperiali

I danni dell’overtourism e dei fitti rincarati: balzo in avanti inarrestabile dei prezzi delle case nel centro storico di Napoli

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Purtroppo, non è mai tutto oro quello che luccica. Gli abbagli fanno male ma correre ai ripari prima che sia troppo tardi è un imperativo al quale un’amministrazione pubblica non può derogare. Siamo solo agli albori del 2025, eppure i primi segnali di un balzo in avanti inarrestabile dei prezzi delle case nel centro storico di Napoli sono già fin troppo evidenti. Per quanto riguarda i canoni di affitto, Napoli è la metropoli in cui gli aumenti sono più rilevanti, 8,1%, mediamente vuol dire passare da un costo di 14,6 euro a metro quadro a 15,7. E che dire dei prezzi di vendita, con un rialzo annuale del 2,6%, in conseguenza del quale la città partenopea per la prima volta supererà i 3mila euro a metro quadro? 

Il motivo è la rincorsa a fare bed and breakfast e case vacanze in qualunque buco un proprietario abbia nel centro storico. Buco, non a caso un termine dispregiativo, perché perfino i vecchi bassi diventano alloggi per turismo. 




















































A Napoli ci sono circa 11mila appartamenti in affitto su piattaforme dedicate al turismo come Airbnb o Booking. Paolo Grassi, nei giorni scorsi, ha scritto che nell’area metropolitana di Napoli, su oltre 16mila strutture registrate, i codici identificativi nazionali rilasciati sono stati finora 14.311. Già, ma si è chiesto subito dopo, «come difendersi da coloro che hanno inserito Cin fasulli o copiati da altre realtà in regola»? Si dirà, ma se c’è una città che brulica di turisti in ogni periodo dell’anno, perché non approfittarne? 

Napoli, in dieci anni più di diecimila sfratti per fare spazio ai B&b 

Il mercato si adegua. Ma per questo chi governa la città non può girarsi dall’altra parte e deve intervenire con gli strumenti che la legge gli consente, per fissare regole rigide e soprattutto per farle poi rispettare. Perché ciò che sta accadendo in quartieri, soprattutto del centro, è molto grave: gli abitanti vengono sfrattati o costretti a lasciare casa con richieste di affitto talmente elevate da spingerli ad andarsene per far posto a B&B e strutture ricettive. Non a caso nelle settimane scorse a Napoli centinaia di cittadini e decine di associazioni sono scese in piazza per protestare contro gli effetti perversi dell’overtourism.

Negli ultimi anni ci sono stati oltre 10mila sfratti, che, guarda caso, coincidono con il numero delle strutture ricettive sorte senza una vera regolamentazione. Famiglie disagiate espulse, nuclei con minori o diversamente abili buttati fuori casa, studenti costretti a una vita di inaccettabile pendolarismo, perché costretti a pagare una camera in condivisione almeno 400 euro al mese, un monolocale non meno di 7/800, un bilocale anche 1.400. C’è chi parla di bolla turistica, chi, senza mezzi termini, di speculazione. E gli occhi sono rivolti a Palazzo San Giacomo. 

Napoli, in dieci anni più di diecimila sfratti per fare spazio ai B&b 

Ha ragione Gaetano Manfredi a esultare perché l’amministrazione comunale ha generato cambiamenti, che vanno dal turismo, con i suoi grandi numeri, alla cultura, dai grandi eventi nazionali e internazionali ai progetti nel settore musicale, cinematografico e artistico. Come non gioire se la capitale del Mezzogiorno, meta nell’Ottocento di visitatori provenienti da tutto il mondo, riconquista quell’immagine cool di una delle destinazioni preferite dai viaggiatori italiani e stranieri. Ma gli ottimi risultati raggiunti non devono far passare in secondo piano i rischi dell’overtourism, i cui effetti negativi per la popolazione sono sotto gli occhi di tutti.

L’altra faccia della medaglia del boom di visitatori si chiama sovraffollamento, traffico stradale impazzito, aumento dei rifiuti, maggiori difficoltà di accesso ai servizi per i cittadini, aumento del costo della vita per i residenti. E, non ultima, la trasformazione urbana di intere strade e quartieri per assecondare la domanda turistica, che fa impazzire i prezzi delle case e gli affitti, col rischio di espellere dalle zone a maggior richiamo gli abitanti e le piccole attività tradizionali. Per far posto a B&B, settore dove, denunzia la Cgil, si annida un forte abusivismo, quasi 4.500 non autorizzati su oltre 11mila, ristoranti, bar, fast e street food, negozi di souvenir.

Lo ammette senza infingimenti Gaetano Vecchione, docente alla Federico II, che ha coordinato il primo Rapporto dell’Osservatorio Economia e Società Napoli. Solo governando in modo intelligente questi processi, adottando una logica inclusiva e non favorendo scelte ad excludendum, si possono scongiurare i rischi che abbiamo visto correre a Venezia e altrove. Al fine di evitare, come ha acutamente titolato il New York Times a inizio gennaio, che Napoli continui a perdere abitanti e giovani studenti, con un saldo negativo stimato negli ultimi anni dalla Svimez, nella città metropolitana, di oltre 100mila persone.

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22 gennaio 2025 ( modifica il 22 gennaio 2025 | 19:54)

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