“Messina Europa, 1955-2025”, conclusi gli eventi celebrativi del 70° Anniversario della Conferenza di Messina

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Si è conclusa, presso l’Aula Magna del Rettorato, la seconda e ultima giornata di “Messina Europa, 1955-2025”, evento celebrativo del 70° Anniversario della Conferenza di Messina che farà da cornice all’inaugurazione del 477° Anno Accademico UniMe a cui – mercoledì 22 gennaio – prenderà parte il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

La sessione mattutina odierna è stata Introdotta dal prof. Alessio Lo Giudice, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, e coordinata dal prof. Giacomo D’Amico, mentre, la tavola rotonda pomeridiana è stata diretta dalla prof.ssa Lina Panella. Tra i relatori, anche, il prof. Antonio Ruggeri. 

Anche oggi, l’avvio dei lavori è stato anticipato dai saluti della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari: “sono lieta di intervenire anche in questa occasione per ribadire la volontà di questa governance di identificare, per ciascun Anno Accademico, eventi importanti per il recupero della memoria del nostro Ateneo. Per proseguire in questo progetto, quest’anno non vi era occasione migliore del 70° Anniversario della Conferenza di Messina che ci consente di rammentare il ruolo rivestito da questa città nel processo di rilancio di una Europa coesa. Desidero ringraziare, inoltre, i Dipartimenti di Scienze Politiche e Giuridiche e di Giurisprudenza per la collaborazione dimostrata, al pari dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, di tutti i docenti interni ed esterni coinvolti, di enti e istituti come il Movimento Europeo Italia che ci ha supportato in questa circostanza. Il tema odierno dei beni pubblici europei, unito a quello delle strategie per la realizzazione di uno spazio pubblico in Europa particolarmente dibattuto settanta anni fa, si innesta perfettamente nella più stretta attualità della comunità europea”. 

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“L’intenzione di legare l’inaugurazione dell’Anno Accademico al ricordo di eventi rilevanti per il nostro Ateneo e per tutta la città – ha aggiunto il prof. Alessio Lo Giudice – è una virtuosa idea che ci consente di recuperare un patrimonio di sapere importante ancora oggi. A questa convinzione si lega il programma di questa seconda giornata, organizzata per riflettere e osservare quanto lo spirito della risoluzione di Messina, cioè della dichiarazione che riuscirono ad elaborare nella terza giornata della Conferenza i Ministri degli Esteri della CECA, sia assolutamente attuale e fondamentale da recuperare per innescare ulteriormente il processo di integrazione europea. Nella risoluzione di Messina viene enfatizzata la necessità di trovare metodi per integrare il mercato comune a livello europeo e tutto ciò, oggi, significa occuparsi di temi essenziali che coniugano la sensibilità economica alla garanzia dei servizi sociali per i cittadini. Tutto questo, nel corso delle varie relazioni odierne, verrà indagato in un’ottica prospettica, nel tentativo di immaginare quelle strade in grado di rilanciare le sfide di carattere transnazionale della Conferenza di Messina. A tal proposito, molto rilevante è il tema dei beni pubblici europei, vale a dire l’insieme dei beni che hanno bisogno di un’azione coordinata riguardano la qualità della vita del popolo europeo. Tra questi figurano, ad esempio, l’ambiente e la salute uniti alla necessità di una cooperazione economico-finanziaria per garantire il benessere sociale e superare gli ostacoli delle esternalità negative nazionali. Il focus punta anche ad un dibattito sullo spazio pubblico europeo, ovvero, un altro tratto distintivo della Conferenza di Messina che è essenziale riprendere per il raggiungimento di una maggiore coesione”.

La tavola rotonda che mi vede affiancata ad illustri relatori – ha esordito la prof.ssa Panella – è l’ultimo atto di una intensa due giorni dedicata alla Conferenza di Messina di settanta anni fa e vuol rappresentare la summa di quanto maturato in queste giornate, con un occhio particolare puntato verso lo spazio pubblico europeo. Mi preme ricordare che già in passato l’Università ha ricordato la Conferenza, nel 1995, celebrando il 40° Anniversario. Allora, come oggi, venne ricordato lo spirito di Messina che nasce grazie alla perseveranza che animò i partecipanti e consentì di superare le divergenze tra i sei Paesi presenti (Italia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Repubblica Federale Tedesca e Belgio. C’era anche la Gran Bretagna in qualità di nazione osservatrice). Già al tempo si discusse di spazio pubblico con temi differenti, ma medesime procedure e finalità, ovvero, fare in modo che l’Europa sia sempre più vicina ai cittadini e alle loro necessità. Lo spazio pubblico europeo, idealmente una sorta arena centrale indicativa entro cui discutere le tematiche europee, si realizza attraverso norme condivise e mediante l’interdipendenza degli ordinamenti che devono concatenarsi per funzionare nel miglior modo possibile”.     

Nella giornata di ieri, dopo i saluti della Rettrice, i temi della sessione inaugurale sono stati introdotti dal prof. Alessandro Morelli, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, mentre le relazioni di docenti ed esperti sono state coordinate del prof. Luigi Chiara. La sessione pomeridiana, invece, è stata introdotta e presieduta dal prof. Francesco Trimarchi, Direttore II classe (Scienze medico-biologiche) dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti. Presente, tra gli altri, anche il prof. Antonino Germanà, Prorettore al Diritto allo Studio.

“È un grande piacere per me – ha detto la Rettrice – dare il benvenuto a tutti voi in occasione del primo giorno dedicato alle celebrazioni del 70° Anniversario della Conferenza di Messina. Questi momenti ci permetteranno di riflettere su un capitolo straordinario della storia d’Europa che ha visto la nostra città protagonista insieme a Gaetano Martino, la cui regia fu fondamentale nel corso di tutta la Conferenza. Durante quell’incontro prese forma una visione diplomatica avulsa da contrasti che pose una pietra importante per la nascita della Comunità Economica Europea. Con la sua dedizione, Martino diede un esempio che riecheggia ancora oggi e ci consente di valutare l’impatto attuale di quei giorni del 1955 in cui sono stati affermati i valori della comunione, della condivisione e della solidarietà. Vivremo due giornate ricche di contributi che culmineranno con l’inaugurazione dell’Anno Accademico alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a cui verrà conferito il Dottorato honoris causa in ‘Scienze delle Pubbliche Amministrazioni’. Tutto questo testimonia, ulteriormente, il profondo legame del nostro Ateneo con le istituzioni repubblicane e per i prossimi tre giorni renderà UniMe il polo centrale di tutto il territorio”. 

“Il collegamento fra l’inaugurazione del nuovo Anno Accademico e le iniziative celebrative del 70° Anniversario della Conferenza di Messina – ha commentato il prof. Alessandro Morelli – è un bel modo per ricordare quel fermento locale che ha poi illuminato l’Europa. Inauguriamo i lavori affrontando una sessione dal taglio specificamente storico che punta a definire un bilancio sull’incidenza che ha avuto la Conferenza nella prima e problematica fase di avvio del processo di integrazione europea. Per il rilancio del progetto europeista, indubbiamente, ebbe un ruolo fondamentale l’allora Ministro degli Esteri, prof. Gaetano Martino, il quale ebbe un peso rilevante sia nell’organizzazione dell’incontro, sia nel conseguimento dei risultati che posero le basi per la firma del Trattato di Roma del 1957 e non solo. Fu decisivo, inoltre, per instaurare una visione solidaristica fra gli Stati in un clima di cooperazione necessario per bilanciare la complessità radicata nel disegno europeista e vide nell’integrazione economica un mezzo per raggiungere una unione dal punto di vista politico; a tutto ciò si aggiunse anche la dimensione etica e culturale al punto che Martino propose l’istituzione di una Università europea per rafforzare una coscienza unitaria d’Europa”. 

“Questa iniziativa – ha dichiarato il prof. Trimarchi in avvio della sessione pomeridiana di ieri – è preziosa sotto il profilo morale e culturale poiché ci consente di scavare a fondo per indagare e conoscere la figura di Gaetano Martino, Rettore dell’Ateneo peloritano dal 1943 al 1954, non solo per quanto fatto in occasione della Conferenza di Messina, ma anche per il suo immenso contributo in campo medico. Grande statista e liberale, è stato prima di tutto uno studioso pionieristico nel settore della medicina, contribuendo a raggiungere risultati nel campo della fisiologia che hanno ricadute virtuose ancora oggi. Penso alle sue ricerche sul glucagone, oggetto nell’ultimo decennio di numerosi studi in relazione alla glicemia e non solo. Ha formato una scuola che ha visto crescere numerosi professionisti capaci di grandi cose”. 

Ieri pomeriggio, in Aula Magna, era presente anche la famiglia di Gaetano Martino.



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