In città
Il giorno dopo quanto accaduto nel quartiere di San Giovanni Galermo. Restano le macerie ma per fortuna un bilancio senza vittime
Un pensiero primeggia su tutto quello che è successo nella prima serata di ieri nel quartiere di San Giovanni Galermo: poteva andare peggio di come è andata. Il resto è al momento tutto in corso di verifiche, soprattutto sulle cause, e di assestamento con messa in sicurezza della zona coinvolta. I vigili del fuoco del Comando provinciale di Catania, sul posto anche Polizia, Carabinieri e operatori di soccorso della Seus, hanno lavorato anche la scorsa notte soprattutto per scongiurare il ritrovamento di persone rimaste sotto le macerie. In prima battuta si era parlato di un disperso, figlio tra l’altro di una donna che abitava nella palazzina crollata, che in realtà non si trovava nel luogo del crollo e che poi si è presentato direttamente al pronto soccorso del Policlinico. I feriti, secondo un ultimo aggiornamento delle Forze dell’Ordine, sono 14 di cui due in codice rosso.
La paura di chi ha prima avvertito il cattivo odore del gas e poi ha avvertito il fortissimo boato dell’esplosione, è stata tantissima così come testimoniato da più persone.
«La notte scorsa abbiamo ospitato in due alberghi 45 persone che non sono potute rientrare a casa. Sui tempi di rientro è ancora presto per fare delle previsioni. Più tardi speriamo di avere un punto sulla programmazione delle prossime ore», ha detto l’assessore alla Protezione civile del Comune di Catania, Alessandro Porto.«La società rete gas – ha aggiunto – sta eseguendo tutti gli accertamenti insieme ai vigili del fuoco. Dobbiamo aspettare. Cerchiamo anche di avere notizie certe senza come dire allarmismi inutili. L’amministrazione, con il sindaco, è vicino ai propri concittadini per dare il massimo supporto possibile».
Sul cause dell’esplosione e del successivo crollo, su cui la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta per disastro colposo (titolari del fascicolo sono il procuratore aggiunto Fabio Scavone e il sostituto Emanuele Vadalà), il presidente di “Catania Rete Gas” Gianfranco Todaro ha affermato che “il gas si è infiltrato in un appartamento saturandolo, e con l’elettricità c’è stata la detonazione”. «Stiamo lavorando per risolvere il problema. Comprendiamo i disagi ma fin quando non siamo certi che non si può riverificare l’episodio di ieri, non riapriremo la fornitura di gas. Chiaramente stiamo cercando di lavorare nei tempi più brevi possibili per evitare ulteriori disagi alla popolazione. Stiamo cercando di accertare quali sono state le cause. In 24-48 ore contiamo di riportare tutto alla normalità», ha aggiunto Todaro. «Il rischio è stato importante. Si è verificata una perdita di gas veramente considerevole e questo non è giustificabile con le normali perdite di gas perchè l’impianto è nuovo. Se c’è stata una rottura, è stata di una tubazione grande, in acciaio, sono episodi di una certa gravità».
Le due palazzine colpite dal crollo sono di proprietà dell’Istituto autonomo case popolari. Il presidente dell’Istituto Angelo Sicali ha dichiarato: «Non abbiamo ancora un quadro preciso della situazione, attendiamo di sapere dai vigili del fuoco notizie sui danni e quando ci permetteranno di accedere».
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