Dei 14 feriti solo due sono in codice rosso e per un miracolo non ci sono state vittime
«Una tragedia sfiorata solo per miracolo. Mi associo a quanti dicono che dobbiamo ringraziare l’intercessione della nostra Patrona Sant’Agata che non ci siano state vittime». E’ il sindaco di Catania a dare voce al pensiero comune in città all’indomani della fuga di gas metano nella zona delle vie Kertesz, Fratelli Gualandi e Capo Passero del quartiere Trappeto Nord che ieri sera ha causato un’esplosione che ha interessato due palazzine di due piani dell’Iacp. A Catania si contano soltanto i feriti, 14, due dei quali in codice rosso. Sull’accaduto la Procura vuole vederci chiaro con un’inchiesta per disastro colposo. Nella zona si sta cercando di rientrare a poco a poco nella normalità anche se i vigili del fuoco non hanno ancora trovato il luogo della perdita che ha causato la deflagrazione. Lo scenario l’indomani della tragedia sfiorata è da guerra civile: case, auto e moto distrutte. E si tira anche un sospiro di sollievo per l’allarme rientrato per una persona che si credeva dispersa. L’esplosione ha fatto sì che un migliaio di persone ieri abbiano dovuto abbandonare le loro case e siano state ospitate in alberghi della città grazie all’interessamento del sindaco. Circa 20mila le persone alle quali da ieri è stata interrotta la fornitura di gas metano.
Stamane sul luogo dell’esplosione il comandante dei vigili del fuoco di Catania Felice Iracà ha incontrato i giornalisti, escludendo l’ipotesi di dispersi. «Le nostre unità cinofile – ha detto – hanno lavorato ininterrottamente tutta la notte: non sono state rinvenute persone. La squadra dei Vigili del fuoco è stata coinvolta. Alcuni sono stati scaraventati per terra e hanno avuto delle piccole ustioni sulle guance, piccole contusioni. Per fortuna è andata bene, però è stato un momento brutto per i ragazzi».
Sul posto a parlare, tra dolore e rabbia, c’è anche Maria Trovato, 37 anni, figlia di una donna rimasta ferita nell’esplosione. «La palazzina che è crollata – ha detto – non era disabitata. Ci stava mia mamma da 40 anni. Al momento dell’esplosione era appena arrivata a casa. Non appena è scesa dall’auto c’è stato il boato ed è stata scaraventata a terra ed è stata ricoperta dalle macerie. Dopo un poì sono arrivati i soccorsi. Quando io sono arrivata, dopo 10 minuti, i pompieri hanno dato l’ordine di evacuare. Fino a quel momento, nonostante l’odore di gas, non era stato fatto evacuare nulla tant’è e vero che mia madre si è ritirata tranquillamente a casa».
Sulle cause della fuga di gas e dell’esplosione indaga la Procura, ma anche il presidente di Catania Rete Gas, Gianfranco Todaro, spiega, di essere al lavoro per «cercare di accertarle» e intanto spera, «in 24-48 ore, di riportare tutto alla normalità». «Il rischio è stato importante – ha aggiunto – si è verificata una perdita di gas veramente considerevole e questo non è giustificabile con le normali perdite di gas perché l’impianto è nuovo. Se c’è stata una rottura, è stata di una tubazione grande, in acciaio, sono episodi di una certa gravità».
In serata un primo gruppo di residenti, evacuati ieri sera, sono stati autorizzati a fare rientro nelle loro abitazioni. Lo ha stabilito l’Unità di Crisi. I tecnici di Catania Rete Gas, dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile, con la presenza dell’assessore comunale al ramo Alessandro Porto e della dirigente Lara Riguccio, infatti, dopo le ripetute verifiche effettuate e un articolato consulto operativo, hanno garantito che sussistono i margini di sicurezza per fare rientrare i residenti solo in via Ustica (tutta); via Salanitro 1L e 1B, viale Tirreno civici 5-7-9. Rimangono pertanto esclusi dal via libera, i residenti di tutte le altre abitazioni evacuate ieri sera, secondo una stima sommaria un centinaio di persone. L’Amministrazione Comunale, grazie alla disponibilità del Cus Catania, inoltre, ha approntato il PalaArcidiacono di viale Tirreno per accogliere gli sfollati che dovranno ancora rimanere lontani dalle loro abitazioni. Domani mattina, infatti, riprenderanno le verifiche dei tecnici per valutare quali immobili potranno ritornare ad essere abilitati a ospitare i residenti.
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