Paolo Troncon, Direttore del Conservatorio di musica Agostino Steffani di Castelfranco Veneto illustra benefici e novità del primo ciclo dedicato alla ricerca artistico- musicale.
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È partito ufficialmente il 1 dicembre il primo ciclo dei Dottorati di ricerca in Conservatorio. In questo modo, con il completamento del ciclo formativo, gli istituti musicali perfezionano l’allineamento della loro offerta a quella universitaria. La possibilità per le istituzioni musicali è quindi di proporre percorsi di ricerca nell’ambito dell’alta formazione artistica e musicale con approcci multidisciplinari e innovativi capaci di rispondere alle attuali esigenze di conoscenza, di tutela e di valorizzazione del patrimonio musicale. Nel caso del Conservatorio di musica di Castelfranco Veneto si tratta di un dottorato di Interesse Nazionale (DIN): “Artistic Research on Musical Heritage”.
«Con i dottorati l’AFAM entra a pieno titolo nell’ambito della formazione superiore universitaria-spiega il direttore Paolo Troncon-Il dottorato d’interesse nazionale attivato a Castelfranco vuole essere una punta di diamante e di riferimento per la ricerca artistico musicale in Italia».
L’avvio del primo ciclo è stato preceduto, il 22 novembre, da un convegno ospitato al Teatro Accademico di Castelfranco che ha visto i contributi di Marilena Maniaci (referente AFAM nel Consiglio direttivo ANVUR, ordinaria di Paleografia nell’Università di Cassino e del Lazio meridionale), Alessandro Roccatagliati, (ordinario di Musicologia all’Università di Ferrara e Direttore del Comitato scientifico dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani), Dinko Fabris (ACPA Doctoral Studies DocARTES University of Leiden, già presidente della Società Internazionale di Musicologia), Gianluigi Mattietti (Università di Cagliari e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Critici Musicali), Vittorio Ghielmi (Direttore del Dipartimento di Musica Antica dell’Universität Mozarteum Salzburg, co-director Chigiana-Mozarteum Baroque Program dell’Accademia Chigiana, Siena) e Lucia Di Cecca (Conservatorio di Roma, Responsabile Consorzio Erasmus WWM 2.0). Hanno coordinato i lavori Francesco Bissoli del Conservatorio di Verona e Alessandro Borin, vice coordinatore del Dottorato d’interesse nazionale di Castelfranco.
«Come Conservatorio crediamo molto nei nuovi dottorati-conclude Paolo Troncon, direttore del Conservatorio di musica Agostino Steffani- Per noi è un’esperienza unica e nuova che colma anche un ritardo dell’Italia a livello europeo. L’auspicio è che anche in ragione dello sforzo fatto da Castelfranco Veneto per avviare l’esperienza del Dottorato d’Interesse Nazionale, il nostro conservatorio diventi un punto d’osservazione privilegiato anche a livello europeo su questa realtà accademica e faccia da progetto pilota». Con i dottorati il Conservatorio vedrà finalmente riconosciuto il proprio status. Nel caso particolare, portare un Dottorato di Interesse Nazionale qui significa che il Conservatorio di Castelfranco sa vedere lontano con un progetto ambizioso.
Il Dottorato di Interesse Nazionale è un dottorato consorziato che nel caso del Conservatorio Steffani ha 17 partner con 10 curriculi formativi, e che quindi si basa sul concetto di interdisciplinarietà. «L’idea-prosegue Troncon– è quella di mettere insieme tutte le voci del sapere, nel caso in ambito musicale. Castelfranco quindi, ha saputo lanciare una sfida interna ed esterna». Il nuovo ciclo di dottorati significa anche importanti finanziamenti al mondo Afam Il ministero ha messo a disposizione borse da 70 mila euro che coprono quasi interamente il triennio e alcune borse da 60 mila euro con l’obbligo di un finanziamento. Castelfranco quindi gestisce 44 borse per un valore di 3 milioni di euro. Tra i progetti del Dottorato di Interesse Nazionale ci sono curriculi per la tutela del patrimonio musicale che avranno anche ricadute di turismo culturale. Poi c’è la musicoterapia, un ambito socialmente utile e importante che ha ricevuto un riconoscimento accademico con i bienni in musicoterapia oltre alle classiche borse sulla filologia musicale, la riscoperta dei codici della musica antica. Infine la didattica con borse sulla pedogagia musicale per innovare l’approccio all’insegnamento della musica.
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