“Arrivederci” Pescara. Non è un addio, ma ha il sapore di un “Amarcord” quello dei Premi Internazionali Flaiano che resteranno in Abruzzo, ma non in città almeno per l’edizione 2025. Una decisione “irrevocabile” che non è frutto di “vendetta o ripicca”, ma della necessità di “ritrovare la serenità per lavorare”.
Lo dice a chiare lettere la presidente Carla Tiboni che non nasconde quanto la decisione sia stata sofferta e che spiega le ragioni che l’hanno determinata senza dimenticare di ringraziare la Regione e in particolare il presidente del consiglio regionale per i 60mila euro garantiti anche per la nuova edizione. Il taglio previsto dal Comune (da 50 a 20mila euro) però pesa a livello economico e ancor più, ascoltandola, a livello etico se ci si passa il termine.
Impossibile, questa la sintesi sul profilo economico, organizzare un evento come i Premi Flaiano con 80mila euro complessivi di contributo pubblico laddove, ha spiegato Tiboni, la sola organizzazione in piazza Salotto, vista l’inagibilità del teatro d’Annunzio, costerebbe circa 50mila, ma è su quella che per la presidente è diventata una questione “ad personam” che ruota la decisione presa. L’errore, dunque, sarebbe soprattutto nella confusione che regnerebbe attorno all’incapacità di distinguere la persona Carla Tiboni da Premi Flaiano e Associazione Flaiano: Carla Tiboni, dice più volte, non è né l’associazione Flaiano né i Premi Flaiano, ma solo chi la rappresenta e che questa decisione è stata presa all’unanimitàd da tutti quelli che lavorano ai Premi Internazionali compreso il direttore artistico Riccardo Miliani. Una situazione cui aggiunge il fatto che ci sarebbero state “per interposta persona minacce velate” di cui al momento opportuno, afferma, riferirà.
La certezza oggi è che dopo 51 anni, per la prima volta, i Premi Flaiano lasceranno Pescara seppur, precisa ancora Tiboni, “temporaneamente”.
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“È una scelta ponderata, non semplice, ma necessaria perché non ci sono le condizioni per poter lavorare serenamente. I Premi Flaiano, come sapete, ormai hanno raggiunto un brand elevatissimo e non possiamo permettere che, come è avvenuto in queste ultime settimane ci sia un tira e molla”.
“Non è possibile lavorare avendo delle condizioni di difficoltà, tra cui anche quelle di organizzare con meno contributi la manifestazione – ribadisce -. I Premi Flaiano torneranno a Pescara quando ci sarà maggiore serenità, ci sarà la possibilità di lavorare e di continuare a lavorare per Pescara, per l’Abruzzo, per l’Italia. Lo continueremo a fare in un’altra città e siamo in una regione che è facilmente raggiungibile da ogni in ogni capoluogo dove si svolgerà i premi Flaiano, quindi sono convinta che anche il pubblico dei premi continuerà a seguirci in qualsiasi città verrà e scelta e spero anche che ci sia una la possibilità l’anno prossimo di poter partecipare, di poter contribuire alla riuscita dell’Aquila Capitale della cultura”.
“Questa decisione non è una decisione di ritorsione, assolutamente. Noi facciamo cultura, non facciamo politica”, chiosa Tiboni che sul tema che ritiene prioritario rimarca ancora: “ci tengo a precisare che spero che da oggi in poi si tengano distinti Carla Tiboni dall’associazione Flaiano e dai premi Flaiano. Siamo due cose distinte. Gli enti culturali lavorano senza scopo di lucro e sono apolitici e a partitici. Quindi spero che tutto questo da oggi in poi cominci ad essere rodato nella mente di tutti”.
“C’è una situazione che io ho osservato in questi ultimi quindici giorni che non concede la serenità di cui la cultura ha bisogno. Fare cultura non significa e discutere ti dò questo, ti do tanto o mi riprendo questo. Fare cultura – dice ancora Tiboni – è un beneficio per la comunità e questo beneficio deve essere ehm considerato sempre lodevole da chi lavora per la cultura, perché tra le altre cose lavorare per la cultura non è semplice. Fare una manifestazione come i premi Flaiano è complesso, è complicato e richiede un’organizzazione molto molto grossa. Tutto questo ci ha fatto prendere questa decisione che, ripeto, è temporanea, ma è definitiva”.
Già due anni fa si era paventata la possibilità di uno spostamento quando feroce fu lo scontro con il sindaco e l’Emp sui lavori avviati al teatro d’Annunzio in concomitanza con l’avvio del festival cinematografico legato ai Premi. E in quell’occasione la presidente parlò di Roma. Non sarà Roma, ma sarà l’Abruzzo sebbene per ora una sede non ci sia, ma presto sarà individuata e non sarà di certo difficile trovarla visto il prestigio della manifestazione.
“Resteremo in Abruzzo certo, perché noi dobbiamo contribuire al territorio, a far crescere il territorio abruzzese, a fare cultura per l’Abruzzo, a far conoscere l’Abruzzo, a tenere sempre in piedi la coniugazione turismo-cultura e soprattutto continuare a fare impresa per la cultura, perché noi lavoriamo con le maestranze abruzzesi, facciamo economia per l’Abruzzo e non per altri luoghi”.
“In questo momento ci stiamo organizzando, stiamo contattando l’ospite internazionale, stiamo valutando chi possa essere, però ad oggi non c’è ancora la città che ospiterà i Premi, non ci siamo relazionati con gli altri amministratori. Ovviamente sarà comunicato tempestivamente da me. E’ una possibilità che spero apra scenari nuovi anche per il premio Flaiano che potrà svolgersi anche in altre città. Del resto Flaiano è andato via a 6 anni, è andato prima Marche e poi a Roma. Chissà che sia anche nel destino dei premi Flaiano andare via e poi tornare, come ha fatto anche Ennio Flaiano”.
Nel ribadire anche la voglia di esserci per L’Aquila Capitale della Cultura 2026 andando oltre quei campanilismi che non condivide, sottolinea Tiboni, di repliche alle critiche che è certa ci saranno, non arriveranno. “Credo che ci saranno i soliti moralisti, i soliti leoni di tastiera. Non ci sarà chi e mi darà la colpa di abbandonare Pescara, di fare un torto a Pescara. Pescara non se lo merita e io non sto facendo nulla contro Pescara. Io sto lavorando e devo lavorare insieme al mio staff per tenere alto il nome dei premi, per conservare la loro valenza culturale e per fare questo c’è bisogno di serenità. La serenità per lavorare e per organizzare la 52esima edizione dei Premi Internazionali Flaiano”, afferma.
Se il richiamo fatto a quell’Amarcord felliniano che porta nella sceneggiatura il nome di Tonino Guerra è utile a ricordare che proprio Flaiano fu uno degli sceneggiatori che alcune delle sceneggiature delle più belle e importanti del regista le firmò, l’auspicio è che, parafrasando la sagacia dell’eclettico Flaiano, per i Premi a Pescara il meglio non sia passato.
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