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L’AQUILA – Prima la nota di Confagricoltura che esortava a prepararsi a quella che il mercato indica come un’autentica onda che sta per infrangersi sul settore, poi la presa di posizione di Coldiretti che tentava di mettere la testa sotto la sabbia. Ora, la controreplica in cui le due associazioni arrivano allo scontro diretto e non se le mandano a dire sui vini senza alcol (dealcolati, dealcolizzati, nolo che dir si voglia).
“La viticoltura abruzzese è a un bivio: affrontare le sfide del futuro con coraggio e visione o rischiare di restare indietro”, questo è il dilemma secondo Confagricoltura che in una nota punta dritta contro Coldiretti che “pur non citandola, ha accusato Confagricoltura di diffondere allarmismi riguardo al tema della dealcolazione”.
“Confagricoltura Abruzzo respinge questa accusa e ribadisce il suo impegno per proporre scelte politiche condivise per non perdere terreno e garantire il futuro del settore vitivinicolo regionale”, scrive l’associazione che con il vicepresidente Mauro Lovato afferma: “Il nostro intento non è assolutamente quello che la Coldiretti vuol far intendere. Ben conosciamo la normativa sulla dealcolazione e ben conosciamo la vitivinicultura abruzzese. La nostra proposta chiede la convocazione di un tavolo comune che va nella direzione di salvaguardare e tutelare una filiera produttiva abruzzese a forma piramidale che vede la sua base composta da una miriade di piccoli produttori e un vertice composto da pochissime grandi aziende”.
Confagricoltura, quindi, non solo denuncia il rischio di lasciare indietro i piccoli produttori, ma propone un concreto strumento di supporto a tutta la filiera.
La proposta avanzata da Confagricoltura si fonda su un principio chiaro: affrontare il cambiamento con pragmatismo e visione strategica. Il tema del vino dealcolato non è una questione secondaria: è una reale opportunità commerciale per ampliare i mercati, senza intaccare la valorizzazione delle eccellenze come il Montepulciano d’Abruzzo e il Trebbiano, già tutelate dal decreto ministeriale che esclude le Dop e le Igp da questa pratica.
Se, infatti, è vero che la norma che dopo tanti tentennamenti apre alla produzione anche in Italia dei vini senz’alcol esclude che questi possano essere doc o docg, è altrettanto ragionevole pensare ad un polo consortile dedicato alla dealcolizzazione come propone Confagricoltura: una struttura tecnologica in grado di supportare anche le piccole e medie imprese, finanziabile tramite risorse mirate. Un’iniziativa che in effetti potrebbe costituire un modello innovativo e sostenibile per tutto il settore vitivinicolo regionale.
“Confagricoltura propone la creazione di un polo di dealcolazione, ovvero una struttura a servizio di tutta la filiera e di coloro che saranno interessati a trasformare il proprio vino tavola in vino tavola dealcolato”, ribadisce Lovato. “Questo rappresenterebbe un elemento che tutela quelle piccole aziende che non avrebbero la possibilità di crearsi all’interno delle proprie strutture ambienti per la dealcolazione”.
Una proposta mirata dunque a rispondere alle esigenze di quelle piccole realtà che, a causa delle normative, potrebbero non essere in grado di sostenere i costi imposti per adeguarsi alle nuove regolamentazioni.
Confagricoltura vuole l’istituzione di un tavolo di confronto comune, strumento essenziale per garantire che nessuno resti indietro per argomentare nuove opportunità commerciali che passeranno attraverso il vino dealcolato. “Se Coldiretti vuol starne fuori ce ne faremo una ragione” dicono da Confagricoltura, “non sarebbe la prima volta che con i suoi atteggiamenti pretestuosi ostacola il progresso dell’economia agricola”.
“Dire che ci sono altre priorità significa abdicare al ruolo di chi è chiamato a tutelare gli interessi degli imprenditori. Confagricoltura non si limita a osservare: lavora per trovare soluzioni e raggiungere obiettivi reali per coloro che rappresenta. La crescita del settore richiede azioni, non rinvii”.
“La dealcolazione del vino è un tema che si muove a un ritmo imprenditoriale molte cantine si organizzeranno presto nel merito, ignorarlo sarebbe miope. Noi chiediamo solo di essere precursori e attuatori di una nuova opportunità che affiancherà e non sostituirà il vino Doc e Igt”.
Confagricoltura ribadisce infine l’invito all’assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, ad avviare un tavolo di confronto per tracciare una strategia comune, capace di coniugare tradizione e innovazione.
“La tradizione non è mai stata un ostacolo al progresso: innovare significa dare nuova vita al nostro passato per costruire il futuro. Il vino si è sempre fatto e continuerà il suo percorso più orgoglioso di prima. L’Abruzzo non è solo una terra di vini, ma una terra di storia, passione e soprattutto innovazione”, conclude Lovato.
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