Quasi un terzo dei bambini in Libano iniziano il nuovo anno combattendo contro livelli critici di fame.
Il conflitto tra Hezbollah e Israele ha ulteriormente peggiorato le condizioni del Paese, tormentato oggi da fame e povertà.
Libano: un terzo dei bambini a livelli critici di fame
Dall’ottobre 2023, il conflitto tra Hezbollah e Israele ha ucciso più di 4.000 persone in Libano, tra cui 290 bambini, e ha provocato 1,2 milioni di sfollati. Questa situazione di instabilità va a peggiorare una terribile crisi umanitaria già in corso nel Paese. Prima dell’inizio del conflitto, infatti, più della metà dei 5,5 milioni di abitanti dipendeva dagli aiuti umanitari per i bisogni primari.
Oggi in Libano 1 bambino su 4 sotto i cinque anni vive in grave povertà alimentare. Per la prima volta nel Paese, nella storica città di Baalbek, è stata registrata la Fase 4 dell’IPC, o condizioni di “emergenza” della fame, il che significa che le famiglie si trovano ad affrontare alti tassi di malnutrizione e ricorrono a strategie estreme, tra cui lavoro minorile, attività illegali o contrarre debiti eccessivamente onerosi.
Rifugiati palestinesi e siriani i più colpiti
Questi nuovi dati provengono dall’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), la principale autorità internazionale sulla gravità delle crisi alimentari e arrivano mentre il Libano cerca di affrontare la ricostruzione dopo 15 mesi di escalation del conflitto con Israele. Gli scontri hanno gravemente danneggiato la produzione agricola, interrotto le catene di approvvigionamento e causato l’aumento dei prezzi alle stelle. Sono le comunità di rifugiati palestinesi e siriani in Libano ad essere particolarmente colpite, il 40% di loro affronta livelli di crisi e di emergenza della fame, ovvero fase 3 dell’IPC e oltre.
Secondo le nostre stime circa 526.000 bambini in Libano entro marzo si troveranno a livelli di fame di “crisi”, “emergenza” o “catastrofe”, pari alla fase 3 IPC o superiori.
Aisha, madre di tre bambini che vive nel nord del Libano e lotta da oltre un anno contro la malnutrizione di suo figlio di 2 anni, ha raccontato ai nostri operatori sul campo: “I miei figli spesso chiedono cose che non possiamo dargli. Molti generi alimentari essenziali sono fuori dalla nostra portata a causa dei prezzi esorbitanti. L’unica cosa che possiamo permetterci stabilmente è il pane. Frutta e verdura, che sono vitali, ora sono un lusso che non possiamo portare a casa ogni giorno”.
Inoltre, da ben 6 anni l’istruzione è stata interrotta per diverse cause: la pandemia, l’instabilità politica, l’esplosione al porto di Beirut e gli scioperi degli insegnanti che minacciano il loro futuro.
Le nostre richieste di cessate il fuoco
Chiediamo a tutti i firmatari dell’accordo di cessate il fuoco e che venga mantenuto a tempo indefinito e di garantire che ogni bambino in Libano abbia accesso all’assistenza e ai servizi essenziali di cui ha bisogno per sopravvivere e prosperare. Gli operatori umanitari, in modo sicuro, rapido, senza ostacoli o restrizioni, devono essere in grado di fornire aiuti e le famiglie. Invitiamo tutti i programmi di assistenza alimentare a rispondere in modo specifico ai bisogni alimentari dei bambini, dando priorità all’accesso a diete nutrienti e diversificate, per prevenire impatti irreversibili sullo sviluppo.
“I bambini malnutriti rischiano di contrarre malattie mortali e di subire danni permanenti allo sviluppo che possono causare molteplici problemi di salute. Sono scampati alle bombe solo per affrontare nuove minacce di fame e malattie. Non possiamo lasciare che questa diventi la nuova normalità” ha dichiarato Jennifer Moorehead, Direttrice di Save the Children in Libano.
Il nostro intervento in Libano
Lavoriamo in Libano dal 1953. Dall’ottobre 2023, abbiamo intensificato la risposta in Libano, sostenendo i bambini e le famiglie libanesi, siriane e palestinesi sfollate. Abbiamo supportato più di 175.000 persone, tra cui 70.000 bambini, con servizi di protezione dell’infanzia, programmi educativi, fornendo sostegno economico, alloggi, coperte, materassi e cuscini, pacchi alimentari, bottiglie d’acqua e kit contenenti articoli igienici essenziali.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa.
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