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Sanità, trasporti, infrastrutture, scuola. E ancora ambiente, con particolare riferimento alle energie rinnovabili e alla risorsa idrica; insieme alle azioni da mettere in campo per la difesa e il rilancio dei piccoli paesi: questi i temi al centro dell’incontro organizzato a Sant’Angelo dei Lombardi con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Criticità e possibilità su cui l’area interna Città dell’Alta Irpinia – che comprende 25 Comuni in forma associata – è costantemente impegnata, per garantire risposte ai territori.
Prima tappa di benvenuto nella Sala Consiliare del Comune guidato dalla sindaca Rosanna Repole – anche presidente di Città dell’Alta Irpinia – poi l’intervista con il direttore di Irpinia TV Franco Genzale nell’auditorium del Centro Sociale “Don Bruno Mariani”.
Riferimento culturale e cittadina di servizi, Sant’Angelo vive tutti i problemi comuni alle aree interne dell’Appennino meridionale, dallo spopolamento, alla chiusura di uffici strategici: «Grazie all’Istituto Francesco de Sanctis qui si sono formate intere generazioni – ricorda Repole – e ancora oggi nonostante i tagli e il calo demografico, può vantare più di 750 alunni. Certo non siamo qui per fare lamentazioni, il nostro è un messaggio semplice e chiaro che ha l’obiettivo di preservare servizi fondamentali, soprattutto in ambito sanitario, per dare più forza ai diritti di tutti i cittadini ed è per questo che dobbiamo restare uniti, con fiducia».
Al Governatore giunge in dono anche un piccolo libro illustrato dai bambini e dalle bambine afghane accolti all’interno della rete SAI con le famiglie, perché Sant’Angelo è da sempre anche un comune in cui si realizza l’integrazione. Ed è proprio dai ringraziamenti che De Luca fa partire il suo discorso: «Qui ogni giorno si realizza un esempio di civiltà e di umanità, che dovrebbe essere sentito come un dovere a tutti i livelli, perché l’Afghanistan è un luogo che l’Occidente ha occupato militarmente per vent’anni, abbandonandolo quando non conveniva più, lasciando le donne indifese e la popolazione isolata. Promuovere iniziative per la pace e per l’accoglienza oggi è fondamentale».
La prima parte dei progetti di Città dell’Alta Irpinia si è realizzata grazie al supporto della struttura regionale, comprese le risorse economiche che includono in particolare i 15 milioni di euro che arrivano dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale – FEASR.
«È un impegno comune. Se guardiamo al valore di Francesco de Sanctis, uomo di cultura e politico che ha costruito il Risorgimento in Italia, ci rendiamo conto di quanto sia importante portare avanti queste azioni in un Paese incapace di produrre riforme», continua De Luca.
«Stiamo portando avanti un lavoro immenso per le aree interne, che erano praticamente scomparse dalle priorità. Possiamo affermare con grande tranquillità che oggi per la prima volta non sono orfane, hanno riferimenti istituzionali e importanti flussi di finanziamenti dedicati: 1 miliardo per la viabilità, 20 milioni di euro solo per l’Ospedale Landolfi di Solofra che abbiamo salvato, andando oltre le mistificazioni. Parallelamente l’Ospedale Moscati di Avellino rappresenta sempre più un’eccellenza nazionale, con il reparto più avanzato nella procreazione medicalmente assistita e grazie a medici di primo livello che lavorano in situazioni di evidente squilibrio rispetto alle regioni del Nord. Abbiamo aperto il primo Ospedale di Comunità a Bisaccia nel 2021, purtroppo però ancora non ci dicono con quale personale sarà possibile renderlo un riferimento per il territorio, perché purtroppo in Campania il diritto alla salute viene calpestato permanentemente».
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Alle aree più fragili sono destinati ulteriori 200 milioni: «È nostra intenzione investirli per consentire a chi le abita di guardare con fiducia al futuro, ma avendo coscienza di quale sia la base di partenza».
E sulla gestione della risorsa idrica nella provincia più ricca d’acqua, non ha lesinato critiche: «Chi se ne è occupato fino a questo momento dovrebbe essere fucilato alla schiena. Alto Calore ha accumulato debiti infiniti, confermandosi un avamposto di clientelismo, una struttura che non è mai stata pensata a servizio dei cittadini. Siamo all’assurdo con episodi di disamministrazione che durano da decenni. Noi siamo deficitari di 7mila litri al secondo di acqua e stiamo facendo di tutto per recuperarli, anche attraverso la Diga di Campolattaro, su su cui intendiamo intervenire entro il 2026, perché è un’opera strategica per il Sud – da 700 milioni – e siamo disposti a fare la guerra se il Ministero della Coesione proverà a bloccarla. Abbiamo varato un piano per l’autonomia idrica della Regione Campania, entro 2 anni avremo una riserva tale da garantirci la giusta tranquillità».
Sono due le battaglie che il Governatore rivendica in questo anno appena trascorso: «Lo sblocco dei fondi coesione per cui abbiamo combattuto da soli, perdendo tempo che non abbiamo. In piazza non c’era chi oggi parla di terzo mandato, in fondo a loro interessa solo la distribuzione delle cariche, sono anime morte. La Regione ha approvato sul terzo mandato la stessa legge che il Piemonte ha varato nel luglio del 2023, ma solo in Campania il Governo ha deciso di impugnarla. Questo ci dice che in Italia la legge non è uguale per tutti, funziona a là carte, pensavo di proporre l’eliminazione di questo principio anche dai tribunali. E così funziona anche per i diritti fondamentali, che non sono uguali dalla Sicilia alla Lombardia. Nessuno dice una parola sulla difesa della Campania, tutti distratti e narcotizzati; intanto noi combattiamo da soli per garantire i servizi, il resto pensa solo al potere personale e alla sua continuazione».
«Siamo impegnati fino all’ultimo respiro – conclude De Luca – se ci lasceranno lavorare continueremo in questa direzione e raggiungeremo tutti gli obiettivi. Io non sono appassionato alla carriera politica, come vediamo succedere spesso a Roma, tengo di più alla soluzione dei problemi, soprattutto in luoghi che sembravano destinati a una fine irreversibile dopo il terremoto del 1980: è stata la solidarietà a salvarci allora, oggi ci resta solo la barbarie. E mi torna in mente proprio de Sanctis quando polemizzava con la borghesia nazionale abituata a vivere in maschera, anche di questi tempi un linguaggio di verità spaventa, ma bisogna conservare il rispetto per i valori fondamentali, a servizio degli esseri umani. Separata da questi intenti, alla politica non resta nulla».
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