Giustizia a Napoli, in un anno meno fascicoli al palo. «Ma mancano giudici»

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Meno fascicoli arretrati sull’asse Procura-Gip; migliora il trend anche per quanto riguarda lo smaltimento dei processi in Corte di appello. Lame di luce che si aprono su antiche zone d’ombra, è questo il contesto che attende sabato mattina l’arrivo del ministro della giustizia Carlo Nordio. Inaugurazione dell’anno giudiziario, Castel Capuano è pronto ad ospitare una cerimonia che quest’anno offrirà posture meno liturgiche e imbolsite.

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Lo scenario

Tanti i punti al centro del dibattito: dai vuoti nella pianta organica dei giudici e del personale amministrativo, alla capacità degli operatori della giustizia a Napoli di migliorare il trend di abbattimento dei processi arretrati; dal no alla separazione delle carriere, che verrà scandito dai magistrati del distretto (esclusi i capi degli uffici), alla valutazione sull’impatto della riforma del cosiddetto processo telematico. Sabato andrà in scena la protesta dell’Anm (sindacato dei magistrati), contro il progetto di separazione delle carriere tra pm e giudici: in sintesi, i magistrati hanno deciso di uscire quando prenderà la parola il ministro Nordio (o un rappresentante di via Arenula, nelle altre sedi distrettuali del Paese); i magistrati avranno una coccarda tricolore, mentre nell’antico cuore della giustizia napoletana spunteranno anche striscioni con frasi ricavate dalla Costituzione. A Napoli, l’Anm sarà rappresentato dalla presidente distretturale Cristina Curatoli, in una mattinata che prevede per i vertici del parlamentino delle toghe anche un incontro con la stampa, una volta finita la funzione di inaugurazione dell’anno giudiziario.

I numeri

Ma, al netto della protesta (che ha un carattere nazionale), conviene fare un focus sul funzionamento della macchina che ogni anno produce indagini e processi. Uno dei punti fermi, sotto il profilo numerico, lo ha offerto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, alla luce del lavoro svolto a partire dal suo insediamento (20 ottobre del 2023): in Procura, una parte di arretrati è stato abbattuto. Più nello specifico, sono stati definiti 4172 fascicoli in più rispetto all’anno precedente. È l’annoso capitolo delle pendenze, che offre un trend positivo che lascia ben sperare per la richiesta di giustizia da parte di tanti cittadini che si rivolgono alla torre del Centro direzionale. In un anno e tre mesi, la Procura di Napoli ha ottenuto 1800 richieste di custodia cautelare, mentre sono attualmente pendenti 1400 richieste di custodia cautelare (ben 1085 di queste riguardano accuse di mafia) che sono in valutazione dinanzi ai gip.

Chiaro l’appello di Gratteri: c’è uno scoperto in Procura, Napoli non è un piccolo ufficio, non ha senso applicare i criteri geometrici che valgono anche a Lanciano o a Larino. Ma andiamo nella torre dei Gip. Qui i giudici dovrebbero essere 45, ne mancano dai cinque ai sette. Un ufficio che dovrà essere guidato da un vicario in attesa della nomina di un nuovo presidente. Come è noto, infatti, l’attuale presidente Giovanna Ceppaluni è in procinto di passare a condurre il Tribunale di Torre Annunziata, mentre a Napoli la sezione gip passerà al presidente vicario Isabella Iaselli. Una realtà a due facce quella della giustizia napoletana. Tutti, a partire dalla Procura, sono disposti a riconoscere lo spirito di abnegazione dei giudici napoletani, ma è anche vero che nel solo Tribunale di Napoli mancano decine di giudici. Più in particolare, nel Tribunale guidato dalla presidente Elisabetta Garzo, c’è un vuoto di 38 magistrati, che diventano 51 se si pensa anche ai 13 magistrati assenti pro tempore a vario titolo (esonero per concorsi, maternità, applicazione extradistrettuale).

Gli avvocati

Un sistema giudiziario sul quale sta cercando di imprimere la sua impronta il nuovo presidente di Corte di Appello Maria Rosaria Covelli, che si è insediata in piazza Cenni dal maggio dello scorso anno. Meno di un anno, per invertire la tendenza, per cambiare il trend e ridurre il numero di fascicoli arretrati. Una cura che sembra stia dando i propri frutti, nel tentativo di risolvere il nodo storico del funzionamento della macchina giudiziaria: quello dell’imbuto della giustizia nella definizione dei processi nel corso del secondo grado di giudizio. Pronti a dire la loro, gli avvocati di Napoli, da quest’anno rappresentati dal presidente Carmine Foreste, quanto mai determinati a rivendicare la necessità di tutelare il diritto alla difesa, al netto delle riforme in corso. Avrà un ruolo centrale, nella funzione di sabato mattina, il neoprocuratore Aldo Policastro, a cui spetta il compito di vibrare la propria analisi sul lavoro delle Procure nel distretto, anche in vista degli snodi cruciali annunciati da via Arenula in questi ultimi giorni.

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