“Più che un regolamento è una sanatoria”

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Il 21 gennaio, durante la prossima seduta dell’assemblea capitolina, è previsto che venga votata e approvata la delibera che regolamenta la presenza degli ex custodi e dei loro familiari negli alloggi di proprietà del Comune, interni agli edifici scolastici di Roma. 

La delibera sugli alloggi ex custodi

La delibera include una serie di requisiti, risultato del lavoro svolto dalla maggioranza di centrosinistra in Campidoglio, che un ex custode deve avere per potersi intestare il diritto a restare in un appartamento, nonostante l’ormai sopraggiunta pensione. Innanzitutto l’età minima (sopra i 65 anni), le condizioni di salute (disabilità certificata minima al 74%) e un reddito in linea con la normativa sull’edilizia residenziale pubblica. Questi parametri, però, lasciano perplessi molti genitori, presidenti dei consigli d’istituto che in alcuni casi hanno alloggi ancora occupati. 

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Perplessità su requisiti e tempistiche

Come spiega Emiliano Alfedi, dell’istituto comprensivo “Piazza Forlanini”, da tempo si è creata una rete di presidenti di consiglio d’istituto che tra le altre cose, sta dibattendo sulla nuova delibera: “In molte scuole è un tema sentito, importante – fa sapere – perché ci sono anche problemi di convivenza con gli ex custodi. A questo si aggiunge la necessità di usufruire di nuovi spazi, date le iscrizioni spesso crescenti, le tante attività che hanno bisogno di locali nuovi e spazi accessori per gli alunni con disabilità”. Alfedi sulla nuova delibera prossima all’approvazione fa capire di avere dei dubbi: “Ci avevano rassicurato sulla volontà di ridare gli alloggi alle scuole, considerando le eccezioni. E noi non vogliamo che si mettano in strada le persone in difficoltà, questo è chiaro, però la situazione è critica. C’è chi se ne approfitta. Inserire come requisito l’età superiore ai 65 anni sinceramente estende molto la platea, se a questo aggiungiamo che non viene fissato un termine massimo per lasciare l’alloggio, ancora peggio. Non sembra stiamo approvando un atto ragionato, ma un atto dovuto”. 

Spazi inagibili e iscritti respinti. I presidi reclamano gli alloggi degli ex custodi per nuove aule

Valentina Ronco, presidente della consulta degli istituti comprensivi del XII municipio, non vuole criticare la delibera “perché la ritengo un primo passo importante”, ma serba dei dubbi: “Le situazioni descritte nella delibera sono quelle di cui è normale tener conto quando sgomberi un posto occupato – commenta – e anzi, non si citano i minori, ma solo figli con disabilità o vedovi di ex custodi. Ma andando oltre questa dimenticanza, c’è da dire che non vengono posti dei limiti: quanti anni vengono concessi per trovare un’alternativa a chi non ha i requisiti? Non si sa”. Nella scuola in cui è presidente del consiglio d’istituto, c’è un alloggio occupato: “Non se ne sa molto – premette – però di sicuro è anziana, vedova dell’ex custode. Probabilmente anche con disabilità, ma non ne siamo sicuri. Un altro alloggio, nell’altro plesso, è libero dal Covid, quando l’ex moglie del custode è venuta a mancare. Ancora aspettiamo che la scuola riesca a prenderlo in possesso, nonostante la grande esigenza di spazi”. E nonostante il lavoro degli enti municipali, che fanno di tutto per vedersi assegnati gli immobili liberati. 

“Problemi di convivenza e fruibilità”

Più critico Massimo Lapetina, presidente del consiglio d’istituto dell’Ic Alcide De Gasperi in III municipio. Per lui, il nuovo regolamento rischia di essere una sanatoria, più che un modo per risolvere una situazione incancrenita da decenni: “Il paradosso è che si permette alle persone di pagare indennità d’occupazione – denuncia – per alloggi che magari si trovano al centro di Roma. Quindi un ex custode che vive a via di Ripetta paga come uno di Lunghezza. E per 100 euro al mese si leva uno spazio vitale alla scuola e alla sua comunità. Ci sono poi anche problemi di convivenza e fruibilità e anche quando arrivano i fondi Pnrr per creare nuovi spazi, ci si scontra con la carenza di spazi”. 

Le case sono del Comune, gli ex custodi vogliono restarci a tutti i costi. E scrivono al prefetto

L’intervento del M5S

Il M5S, tramite Virginia Raggi, ha presentato alcuni emendamenti alla delibera. Alcuni di questi puntano proprio a introdurre delle tempistiche certe per il rilascio degli alloggi: “Il punto è non capire che quegli alloggi avevano una funzione specifica – spiega l’ex sindaca -, ora che quella funzione è venuta meno, gradualmente andranno liberati. Nessuno vuole sbattere le persone in mezzo alla strada, soprattutto poi quando si tratta di persone anziane, ma occorre trovare una soluzione diversa,  e poi magari, se sussistono i requisiti, anche lavorare sugli alloggi popolari”. 

Trombetti (Pd): “Criteri stringenti, libereremo tanti alloggi”

Non è dello stesso parere Yuri Trombetti, presidente della commissione Patrimonio e tra i principali fautori della delibera: “I requisiti sono stringenti – contesta – e verranno liberati molti alloggi, come già sta succedendo ancor prima di approvare il nuovo regolamento. Saranno tutelate le fragilità, se ci sono figli con disabilità resteranno, sennò andranno via”. La previsione, da parte della maggioranza, è che con la nuova delibera verranno ripresi in carico oltre il 50% degli alloggi. 



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