Le notizie della settimana – Senza Linea


Un fine settimana ricco di notizie e di eventi emozionanti che hanno riempito le pagine dei giornali di tutto il mondo.

Finalmente, il conflitto mediorientale Israelo-palestinese si ferma. A Gaza, alla luce degli accordi tra Israele e Hamas, è il primo giorno della tregua, nel  471esimo giorno di  guerra. Sono 46.913 i morti e 110.750 i feriti dall’inizio del conflitto, secondo le informazioni delle autorità.

L’accordo attuale propone un cessate il fuoco iniziale di 42 giorni, condizionato dal rilascio degli ostaggi e la liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi, al riguardo il premier Benjamin Netanyahu ha già avvertito: «La tregua è temporanea».

Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher sono loro le prime donne liberate, i primi ostaggi israeliani liberati da Hamas in cambio di 90 prigionieri palestinesi.

Con il cessate il fuoco in corso, finalmente arrivano gli aiuti. L”Unicef sta trasferendo a Gaza acqua, kit igienici, cibo e vestiti invernali. Centinaia di camion sono in attesa di entrare a GAza, lo ha dichiarato su X la Direttrice generale dell`Unicef, Catherine Russell, pubblicando un breve filmato che mostra i camion entrare nell’enclave palestinese. «Le parti devono garantire un accesso sicuro e senza ostacoli agli aiuti e agli operatori umanitari, in modo che i rifornimenti possano finalmente raggiungere tutti i bambini ovunque», è l’appello lanciato da Russell.  A questo si aggiunge che il Programma alimentare mondiale dlle Nazioni Unite ha detto di essere al lavoro per fornire cibo al maggior numero possibile di abitanti Gaza dopo la riapertura dei valichi a seguito della tregua. “Stiamo cercando di raggiungere un milione di persone il più rapidamente possibile” ha dichiarato all’Afp Carl Skau, vice direttore esecutivo del Pam, mentre i camion dell’agenzia Onu con sede a Roma iniziavano a entrare nella Striscia.

Sugli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, «riporteremo tutti a casa», lo ribadisce in un post su X il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo la liberazione di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher, le tre donne a lungo tenute in ostaggio nella Striscia di Gaza.

Hamas dal canto suo ha dichiarato che osserverà il cessate il fuoco a Gaza finché Israele farà lo stesso, poche ore dopo l’entrata in vigore della tregua. «Noi e le fazioni della resistenza dichiariamo il nostro pieno impegno all’accordo di cessate il fuoco, sottolineando che tutto ciò è subordinato all’impegno del nemico», ha dichiarato Abu Obeida, portavoce del braccio armato Ezzedine al-Qassam, in un video messaggio.

Papa Francesco ha commentato subito la notizia con la dichiarazione annunciata  “Due popoli due Stati è l’unica soluzione, la possibilità c’è credo che sia l’unica soluzione“.

Lo ha detto il Papa intervistato a “Che tempo che fa” sulla crisi tra Israele e Palestina. “La disponibilità alcuni la hanno, altri no. Dobbiamo convincere con quella retorica mite. La pace è superiore alla guerra sempre. Per fare la pace tante volte si perde qualcosa ma si guadagna di più“, ha aggiunto Francesco sottolineando: “per la pace ci vuole coraggio“.

Proprio durante la terza presenza da Fabio, Papa Francesco ha toccato diversi aspetti dell’attualità.

La pace – tema da sempre a cuore del Pontefice – è superiore alla guerra che è sempre una sconfitta per l’umanità, è questo il concetto che più volte ribadisce anche quando tocca il tema prescelto per il Giubileo del 2025 che è il valore della speranza, la speranza che a suo dire non delude mai e che accompagna l’uomo nel suo percorso di fede che non è un giro turistico per Roma, ma un percorso interiore di avvicinamento e conversione alla fede.

Fazio lo interpella su più argomenti, e su tutto il Papa invita a non rompere l’armonia, fondamentale in tutte le relazioni non solo interpersonali ma anche mondiali, se si pensa proprio alle relazioni tra gli Stati in un mondo di guerre.

Il Papa, guidato dalla dimestichezza esperenziale di Fazio, si è dimostrato generosissimo regalando tanti piccoli passaggi importanti sul ruolo delle donne nella Chiesa, sull’apertura nei confronti degli omosessuali, sulla condanna aperta e decisa alle violenze e abusi nella Chiesa, sull’idea di creare una porta giubilea per i detenuti, simbolicamente presente nel carcere di Rebibbia, sull’importanza della pace nel mondo e della necessità di frenare il riarmo, soprattutto alla vigilia “dell’incoronazione” di Trump.

Altro colpaccio di Fazio l’intervista a Cecilia Sala che con garbo ha descritto i suoi 21 giorni di prigionia nel carcere iraniano, trattata di fatto come un ostaggio negli interrogatori, reclusa improvvisamente in una cella senza luce naturale e senza cognizione del giorno e della notte   dopo essere stata prelevata dalla stanza dell’albergo in cui si trovava.

In un giorno in cui abbiamo assistito in diretta mondiale alla commozione di Gaza che riaveva indietro tre dei suoi ostaggi, in una emozione travolgente , che abbiamo vissuto con la liberazione di Cecilia, frutto di quel valore della speranza che non delude di cui parla Papa Francesco, che con le sue parole è una luce nelle tenebre di questo momento di guerre e conflitti.

Speranza che chissà se risplenderà ancora ora che stiamo entrando in una nuova era per il mondo con la cerimonia di Trump eletto Presidente degli Stati Uniti che sarà attorniato da tutti i più ricchi oligarchi che lo sostengono, pochi politici invitati nel mondo, tra cui figura la nostra Presidente Meloni e che rendono il suo potere particolarmente forte, legato a pochi ricchissimi al mondo tra cui Elon Musk, Mark Zuckerberg e Jeff Bezos con egemonia nel mondo della comunicazione e dell’informazione con una rivoluzione in atto dei conflitti di interesse, perchè controllare l’informazione e la politica che la esprime è forse oggi il potere più potente che esista.



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