Il settore forestale nello sviluppo rurale

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Le foreste e i
prodotti forestali non sono esplicitamente menzionati nei trattati istitutivi
dell’Unione Europea. Nonostante ciò, nel corso degli ultimi 50 anni l’UE ha
comunque emanato numerosi atti di orientamento e di indirizzo che interessano
direttamente e indirettamente il settore forestale. In accordo con il principio
di sussidiarietà verticale, la “politica forestale europea”, battezzata
“politica ombra”, resta di competenza degli Stati Membri. La “politica
forestale europea” rimane, quindi, un “indirizzo politico” che dipende da altre
politiche europee in termini finanziari e che contribuisce operativamente al
perseguimento degli obiettivi da queste previsti. Nel corso del tempo, però, la
tematica forestale si è progressivamente rafforzata. La “politica ombra” si è
quindi trasformata da una politica strumentale, a corollario della politica
agricola e ambientale, a una politica trasversale integrata ad altre politiche
e settori economici dell’Unione: sviluppo rurale, innovazione, transizione
energetica e lotta al cambiamento climatico.

Le diverse politiche europee
compongono oggi un quadro ricco e composito di regolamenti, direttive e
indirizzi di grande rilevanza per la gestione delle risorse forestali dei
singoli Stati Membri, in un quadro normativo non sempre facile da ricomporre in
un insieme coerente e coordinato di azioni. Negli ultimi 25 anni l’UE ha
riconosciuto il valore trasversale del patrimonio e del settore forestale, attribuendo
ad entrambi un ruolo sempre più rilevante, tanto che il comparto si è
progressivamente affrancato da quello agricolo, sviluppando da un lato una
propria autonoma di indirizzo strategico e, dall’altro, integrandosi
progressivamente all’interno delle diverse fasi di programmazione dello
sviluppo rurale (a partire dal 2000-2006 – Reg. (CE) n. 1257/99; 2007- 2013
-Reg. (CE) n. 1698/2005; 2014-2020/22- Reg. (UE) n. 1305/2013; 2022/27-Reg.
(CE) n. 2115/2021), fino a contribuire attivamente anche alle politiche per la
conservazione e salvaguardia della biodiversità e per la lotta al cambiamento
climatico.

Questo ha permesso di definire e realizzare interventi non più
esclusivamente strumentali al settore agricolo, ma specificamente destinati al
miglioramento economico ed ecologico delle foreste, con particolare attenzione
alle funzioni protettive e ambientali e allo sviluppo e ammodernamento del
settore e delle filiere produttive. Le misure forestali cofinanziate dal fondo
FEAGA prima, e dal FEASR dopo, attraverso i diversi periodi di programmazione,
sono state sempre più inserite organicamente nella struttura programmatica
della PAC e il ruolo dei proprietari e gestori forestali è stato esplicitamente
affiancato a quello degli agricoltori nella fornitura di beni e servizi
pubblici per i cittadini dell’UE.

Negli ultimi venti
anni i Programmi di Sviluppo Rurale regionali (PSR) hanno rappresentato per
l’Italia la principale, e in alcuni casi l’unica, fonte finanziaria per il
comparto forestale nazionale, non solo per la gestione, valorizzazione e
tutela, ma anche per la crescita del settore silvicolo. Le risorse del secondo
pilastro della PAC costituiscono oggi, uno strumento imprescindibile per
garantire un contributo attivo alla creazione di opportunità, di tutela e
sviluppo nei contesti rurali e montani, nonché per il perseguimento degli
impegni ambientali e climatici sottoscritti dall’Italia in sede internazionale.
Purtroppo, il settore forestale ha comunque rivestito fino a ora un ruolo
marginale nei PSR italiani nelle diverse programmazioni, rimanendo purtroppo
complementare alla compagine agricola. Inoltre, la mancanza di una
rappresentanza di settore, in sede europea e nazionale, in grado di
accompagnare la definizione delle politiche e sostenere l’attuazione, in molti
casi ha portato a un sottoutilizzo delle risorse programmate e a una
inefficacia d’azione.

Nelle diverse fasi di programmazione dello Sviluppo
Rurale è mancata una azione politica organica e unitaria nazionale, quale punto
di riferimento e coordinamento che potesse fornire linee strategiche di
intervento utili a rinforzare le scelte regionali per l’allocazione e
l’utilizzo delle risorse nel perseguimento di obiettivi prioritari condivisi.
Tale mancanza ha avuto ripercussioni sul peso politico del settore e sulle
scelte di programmazione, determinando una spinta eterogenea nell’attivazione
delle misure forestali dei PSR nelle diverse regioni, oltre che una
sperequazione tra le azioni previste e gli interventi autorizzati nei singoli
programmi approvati dalla Commissione Europea.

Gli interventi
previsti dallo sviluppo rurale per il settore sono stati, e rimangono per loro
natura, interventi standardizzati sul modello regolamentare europeo. La loro
attuazione, destinata ad agire principalmente sulle singole proprietà, private
o pubbliche, e sulle singole imprese, è stata in primo luogo interpretata e
adattata alle caratteristiche ecologiche e socioeconomiche locali, senza però
trovare una visione prioritaria d’azione. In secondo luogo, l’attuazione delle
misure forestali è stata fortemente influenzata, in fase di programmazione, da
una scarsa, e in molti casi superficiale, analisi delle reali esigenze dei
potenziali beneficiari, nonché da scelte politiche legate principalmente
all’efficienza di spesa, portando troppo spesso le misure forestali ad essere
considerate secondarie a quelle agricole. Ciò ha comportato una generalizzata
inefficacia degli interventi finalizzati alla tutela dell’ambiente e del
territorio, riducendo le potenzialità degli investimenti per la creazione di
bioeconomie circolari nella filiera forestale.

Nel 2022 con l’approvazione
della nuova Strategia Forestale Nazionale (SFN), sono state poste finalmente le
basi per consentire un maggior coordinamento strategico delle politiche
forestali regionali di intervento a favore del settore forestale nazionale.

Con la SFN, a
differenza delle precedenti programmazioni della PAC, per il corrente periodo
2023- 2027, si è partiti da una posizione nazionale condivisa, in termini di
obiettivi e priorità di lungo periodo, e da un’azione di coordinamento per la
definizione delle linee di intervento.

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Gli Obiettivi
generali della SFN, infatti, hanno trovato il principale strumento attuativo
nelle misure di Sviluppo Rurale definite nel nuovo Piano Strategico Nazionale
della PAC.

Purtroppo, alla
luce della disomogeneità del livello di attivazione e attuazione delle varie
misure forestali rilevata tra le Regioni nelle diverse fasi di programmazione, sta
mancando anche in questo periodo, la possibilità di stabilire per alcuni
interventi particolarmente rilevanti (la prevenzione dagli eventi naturali
calamitosi e la pianificazione forestale) delle soglie minime nazionali di
finanziamento in attuazione.

La nuova
programmazione 2023-2027 si è appena aperta e dai prossimi bandi della Regione
Campania sugli interventi forestali, si prospetta una nuova attenzione al
settore forestale.

COSTANTINO
CATURANO

Presidente Ente
Parco Taburno Camposauro
 



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