AGI – Melania Trump ha un problema: non si trova uno stilista disposto a vestirla per la cerimonia di insediamento del marito. A pesare, sostiene il Mail OnLine, è il diktat di Anna Wintour, direttrice di Vogue, la donna che nessun creatore di moda vuole indispettire. La sua antipatia per Melania è nota, al punto da averle negato una seconda copertina dopo quella che l’aveva immortalata in abito da sposa nel giorno del matrimonio con il magnate e nonostante tutte le first lady abbiano fatto il bis sulla rivista.
Quella di domani è un’occasione che richiede un completo su misura, unico nel suo genere, e potrebbe sicuramente rivelarsi una sfida per una donna che, secondo il Mail, è costretta ad acquistare abiti già confezionati. Sebbene Melania sia un’ex insider del settore (una volta è comparsa sulla copertina di Vogue Usa avvolta in un abito haute couture di Christian Dior da 100 mila dollari), è stata evitata dal mondo della moda sin dalla sua ascesa al potere politico, almeno dal mondo della moda. Di certo pochi stilisti, tutti desiderosi di rimanere in buoni rapporti con la voce piu’ potente del mondo della moda, ammetteranno di aver lavorato con Melania.
Quando Stefano Gabbana ruppe i ranghi e su Instagram ringraziò la first lady per aver indossato una delle giacche da smoking nere per il suo ritratto ufficiale alla Casa Bianca nel 2017, si scatenò una ‘shit storm’ con appelli a boicottare il marchio. Invece di fare marcia indietro, D&G lanciò una maglietta bianca da 275 dollari con la scritta “boicottaggio”.
Tuttavia è l’atteggiamento di Dior a essere la vera spia del disagio dei creatori di moda. Melania è chiaramente una fan della maison che ha indossato sia alla Convention nazionale repubblicana a luglio (un completo rosso “New Look”) che nella notte della vittoria elettorale del marito (una versione grigia modificata). Tuttavia Dior è stata riluttante ad ammettere qualsiasi forma di collaborazione. Come altre case di moda, il marchio è solitamente veloce ad associarsi alle sponsorizzazioni delle celebrità, ma quando si tratta di Melania rimane in silenzio, un’indicazione che lei (o più probabilmente il suo consigliori Herve Pierre) è semplicemente entrata nel negozio Dior sulla Fifth Avenue e ha acquistato i pezzi al bancone come qualsiasi altro cliente.
Negli ultimi anni c’è stato un rifiuto quasi totale del settore di collaborare con l’ex e futura first lady e questo l’ha costretta ad affidarsi alle sue risorse in un guardaroba che è sia chic che senza tempo. Per il funerale di Jimmy Carter il 9 gennaio, ha selezionato pezzi acquistati da una collezione Valentino del 2019.
Il suo tour glamour a Wall Street un mese prima, in un tailleur pantalone Ralph Lauren Collection di quasi due anni fa, era ugualmente fuori moda, ma impeccabile dal punto di vista sartoriale.
E’ un approccio che la distingue dalla maggior parte delle altre consorti politiche (e reali), ma in realtà dettata dal fatto di non avere scelta: dopo la vittoria di Trump nel 2016, una serie di stilisti (Marc Jacobs, Jason Wu, Zac Posen e Tom Ford, per citarne alcuni) si sono affrettati a dichiarare che non avrebbero mai vestito la first lady. Per sua stessa ammissione lo stesso Herve Pierre una volta è stato respinto all’ingresso della boutique di uno stilista americano sulla Madison Avenue.
Solo oggi scopriremo come Melania ha risolto il problema del look alla cerimonia in Capidoglio quando le serviranno due abiti unici e presumibilmente americani: un completo da giorno per il giuramento del marito e un altro per sfilare sul palco in uno dei tanti balli glamour che Washington terrà in onore del nuovo presidente in serata. Nel 2017, Ralph Lauren le venne in soccorso creando un abito e un cappotto in cashmere double-face blu polvere che ricordavano molto il look di Jackie Kennedy, la first lady che Melania ammira di più.
Ma sembra che Ralph Lauren non abbia alcuna intenzione di mettersi nei panni di Oleg Cassini, lo stilista che ha vestito Jackie non solo per l’insediamento del 1960, ma per i restanti tre anni. Secondo un pettegolezzo, dopo il rifiuto della maison americana di fornire alla neo first lady un abito per la serata, si fece avanti uno stilista indipendente di origine francese: Herve Pierre. Con soli 11 giorni di preavviso, creò l’abito a colonna in crepe bianco con spalle scoperte che Melania indossò per gli impegni serali della prima inaugurazione di Trump.
Fu, come disse all’epoca l’ufficio di Melania, “una collaborazione” tra lo stilista e la first lady stessa. Ora parte dello Smithsonian Museum, quell’abito diede il via a una relazione che è stata fondamentale nel plasmare lo stile presidenziale di Melania. Dei 16 stilisti contattati, nessuno ha voluto prestare la propria opera per la cerimonia di oggi, incluso Ralph Lauren che è pur sempre lo stilista di fatto della famiglia Biden ed è stato recentemente insignito della Presidential Medal of Freedom insieme proprio ad Anna Wintour.
Fuori gioco anche Michael Kors, dopo che Melania ha sfoggiato un suo cappotto zebrato al comizio pre-elettorale del marito al Madison Square Garden. Kors stesso ha evitato qualsiasi coinvolgimento diretto dicendo “la signora Trump è una cliente di lunga data della nostra boutique di New York”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link