Agrigento Capitale, gioie (e dolori) del patriota “in sonno”: «Vinceremo questa partita»

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Quando Sergio Mattarella è andato via da un bel pezzo, nell’atrio del palazzo municipale, sotto i portici, un distinto signore impreca contro i giornalisti che osano chiedergli del suo “dante causa”. «Ma dovete parlare di Lillo Pisano? Perché volete buttarci sempre fango addosso?», chiede. Prima di un’arringa, appassionata e sincera, sul lavoro per Agrigento Capitale, macchiato da gaffe e ritardi: «Io mi occupo di eventi e turismo e mi faccio un c… così giorno e notte. Perché non chiedete agli assessori ai lavori pubblici, alle manutenzioni, al verde? Perché dovete sempre dare la colpa al nostro partito?».

Il distinto signore in questione è Costantino Ciulla, assessore comunale a Cultura, Turismo, Grandi eventi e Spettacoli. Viste le deleghe, non può che essere di Fratelli d’Italia. Ed, essendo agrigentino, non può che essere un fedelissimo di Lillo Pisano. Deputato nazionale, ufficialmente espulso, con tanto di anatema di Giorgia Meloni, dopo l’emersione di suoi post social inneggianti a Hitler. La nemesi è l’adesione a Noi Moderati, ma ad Agrigento lui parla e si muove come un patriota seppur “in sonno”. «Non c’entro nulla, sono qui perché è un giorno storico per la nostra città», precisa.

Decisivo

Eppure Pisano – e qui glielo riconoscono tutti – è stato decisivo per la nomination vincente da Capitale della Cultura. Un filo diretto con l’ex ministro Gennaro Sangiuliano (in apparenza più distaccato il rapporto con il successore Alessandro Giuli, presente in sala), un «gioco di squadra» dell’“ex” partito, la forte spinta della “corrente turistica”. «Senza Lillo oggi non saremmo qui», sussurra un fan mentre il deputato, di Noi Moderati, sale sul palco da padrone di casa per una foto celebrativa con l’assessore regionale Francesco Scarpinato e il deputato Raoul Russo, che con Pisano ha condiviso l’esperienza nello staff di Manlio Messina al Turismo.

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«Siamo sempre amici», la legittima spiegazione. Lo stesso rapporto che lega Pisano al presidente provinciale di FdI, Adriano Barba. I Lillo-boys sono anche dentro le Fondazioni che muovono eventi e soldi. Al Teatro Pirandello c’è il direttore Salvo Prestia, ma è vicino anche il direttore artistico Francesco Bellomo; in Agrigento Capitale il presidente “confindustriale” Giacomo Minio è molto dialogante. E poi, ovviamente, Ciulla. Quello che parla di «nostro partito». Ma Pisano, con garbata eleganza, si tira fuori: «Faccio le cose per il bene della mia comunità. Quando stabilizzo mille precari, mi fruttano una decina di voti e manco. E così per Agrigento Capitale: continuo a spendermi per la squadra, questa partita la dobbiamo vincere. Ma, le assicuro, io non ci guadagno niente». Perché, come diceva un ministro padano (ma non meloniano) con la erre moscia, con la cultura non si mangia.





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