Una frase del filosofo Aristotele sul valore della giustizia


Nella sua celebre opera Etica Nicomachea, Aristotele eleva la giustizia al rango di virtù suprema. In una società che ambisce a essere giusta, questa virtù non solo regola i rapporti tra le persone, ma rappresenta un modello di perfezione morale. La citazione da cui partiremo offre uno spunto profondo per analizzare il significato filosofico della giustizia e il suo legame con le altre virtù:

“La giustizia è la virtù più efficace, e né la stella della sera, né quella del mattino sono così meravigliose, e citando il proverbio diciamo: nella giustizia ogni virtù si raccoglie in una sola. Ed è una virtù perfetta al più alto grado perché chi la possiede è in grado di usare la virtù anche verso gli altri e non soltanto verso se stesso.”

Aristotele, con il rigore che caratterizza il suo pensiero, ci invita a considerare la giustizia non solo come una qualità individuale, ma come un principio universale che trova la sua massima espressione nel rapporto con gli altri.

La giustizia come virtù universale nell’”Etica Nicomachea” di Aristotele

Aristotele definisce la giustizia come la più efficace tra le virtù perché raccoglie in sé tutte le altre qualità morali. Non è sufficiente essere coraggiosi, temperati o saggi per essere giusti: la giustizia, infatti, implica che queste virtù siano utilizzate in modo equilibrato e sempre orientate al bene comune.

Paragonandola a un fenomeno naturale sublime – le stelle del mattino e della sera – Aristotele sottolinea la bellezza e l’unicità della giustizia. È una bellezza che va oltre il semplice rispetto delle regole, poiché la giustizia non si limita a essere un codice etico, ma è intrinsecamente legata all’armonia dell’universo e alla felicità dell’individuo.

Una parte fondamentale della riflessione aristotelica risiede nell’affermazione che “nella giustizia ogni virtù si raccoglie in una sola”. Questa affermazione implica che la giustizia non è una virtù separata, ma il culmine di un percorso morale che include tutte le altre virtù. Per esempio:

La saggezza guida la giustizia, aiutando a discernere ciò che è giusto in situazioni complesse.

La moderazione impedisce che si agisca per eccesso o per difetto.

Il coraggio assicura che la giustizia venga perseguita anche di fronte a difficoltà o pericoli.

Essere giusti, quindi, significa raggiungere una sintesi armoniosa delle virtù. Questa interdipendenza riflette l’idea di Aristotele che la felicità – l’obiettivo finale della vita umana – si ottenga solo attraverso una vita virtuosa pienamente integrata.

L’aspetto che rende la giustizia una virtù perfetta, secondo Aristotele, è la sua dimensione interpersonale. Le altre virtù, come la prudenza o la temperanza, si concentrano principalmente sull’individuo e sul suo comportamento. La giustizia, al contrario, è essenzialmente relazionale: riguarda il modo in cui un individuo interagisce con gli altri, assicurando che ognuno riceva ciò che gli è dovuto.

In altre parole, la giustizia estende l’ambito della virtù individuale all’intero contesto sociale. Questo implica che il giusto non agisce solo per il proprio interesse, ma riconosce e rispetta i diritti e i bisogni altrui. La giustizia, dunque, diventa lo strumento attraverso cui la virtù si concretizza nelle relazioni umane.

La giustizia e la ricerca dell’equilibrio

Per Aristotele, il giusto si identifica spesso con l’equilibrio. Questa idea si collega al concetto del “giusto mezzo” che attraversa tutta la sua etica: la virtù consiste nell’evitare gli estremi e nel trovare una via di mezzo proporzionata e appropriata a ogni situazione.

Nel contesto della giustizia, questo equilibrio assume due forme principali:

Giustizia distributiva: riguarda la distribuzione equa dei beni e delle risorse, basata sul merito, sul bisogno o su altri criteri giusti.
Giustizia correttiva: interviene quando l’equilibrio è stato violato, ristabilendo la parità tra le parti coinvolte.
Queste due forme sottolineano che la giustizia non è solo una virtù teorica, ma si applica concretamente a situazioni della vita reale, dalle relazioni personali alle istituzioni sociali.

Nonostante Aristotele scrivesse in un contesto storico e culturale molto diverso dal nostro, la sua visione della giustizia è ancora straordinariamente attuale. In un’epoca in cui le disuguaglianze sociali e le tensioni globali mettono costantemente alla prova il nostro senso di equità, il messaggio aristotelico ci ricorda l’importanza di perseguire una giustizia che abbracci sia il bene individuale che quello collettivo.

La giustizia, in questa visione, non è un ideale astratto ma un impegno quotidiano. È una virtù che richiede consapevolezza, responsabilità e coraggio: la consapevolezza di ciò che è giusto, la responsabilità di agire in modo equo e il coraggio di difendere la giustizia anche in situazioni difficili.

Aristotele ci presenta la giustizia come l’incarnazione più alta della virtù, capace di unire il bene personale con quello altrui. Essa non è solo una qualità morale, ma una condizione necessaria per la realizzazione di una società armoniosa e per il raggiungimento della vera felicità.

Con le sue parole immortali, Aristotele ci invita a riflettere su cosa significhi essere giusti, non solo come individui ma come membri di una comunità. È un invito a coltivare la virtù nella nostra vita quotidiana, trasformando la giustizia in una luce guida, meravigliosa come la stella del mattino.

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