CAOS PER LA SEDE, BANCO ALIMENTARE DELLA CALABRIA RISCHIA SOSPENSIONE ATTIVITÀ: COS’È SUCCESSO
La Fondazione Banco Alimentare ETS lo dice senza mezzi termini: è sconcertante che in Calabria sia stato precluso l’accesso al magazzino dove ha sede uno dei centri nevralgici a livello regionale per l’aiuto a migliaia di famiglie bisognose. Appena pochi mesi il grande successo di raccolta aiuti e cibi per la Giornata della Colletta Alimentare, la situazione in cui versa il Banco Alimentare della Calabria desta notevole preoccupazione per l’ente nazionale che si occupa della raccolta contro lo spreco alimentare e a favore dell’aiuto ai più bisognosi. Presenti come sede locale calabrese del Banco Alimentare fin dal 1996, il Banco della Calabria si è visto sospendere il contratto per la sede nell’area di Cosenza e provincia.
Un’intricata vicenda relativa alla proprietà della struttura presente a Montalto Uffugo (con il contratto di fitto dei locali che scadeva lo scorso 2 dicembre 2024) ha portato allo scenario attuale, con il blocco dei servizi e delle attività del Banco Alimentare senza che abbia letteralmente fatto nulla di male o di errato nelle procedure: il rischio di una sospensione delle attività di aiuto e raccolta dei cibi nei vari soggetti della grande distribuzione è concreto, da qui è scattata la richiesta presso la Regione Calabria di intervenire quanto prima. Un’altra area è stata individuata come sede, ma – spiega Gianni Romeo, direttore del Banco Alimentare della Calabria – «serve del tempo visto che lo svolgimento delle attività vede la presenza di tonnellate di alimenti, celle frigo e movimentazione di circa 20 tir al giorno». Ben 140mila persone aiutate con 600 enti coinvolti, i numeri della centralità del progetto Banco Alimentare in Calabria sono notevoli e per questo la richiesta di un aiuto alla Regione Calabria del Presidente Occhiuto è pervenuta nelle scorse ore, ha spiegato sempre Romeo ai media locali di Montalto Uffugo.
GIOVANNI BRUNO (PRES. FONDAZIONE BANCO ALIMENTARE): “SCONCERTO E PREOCCUPAZIONE”
La nota ufficiale della Fondazione Banco Alimentare ETS, con il Presidente nazionale Giovanni Bruno, interviene proprio sui rischi che una sospensione delle attività in Calabria potrebbe scatenare a livello sociale e umanitario: c’è grande preoccupazione, scrivono dalla sede nazionale, proprio perché si rischia di sospendere la distribuzione di alimenti per la mancata disponibilità dell’attuale sede locale.
E così dopo anni di attività lodevole e riconosciuta, il Banco Alimentare della Calabria rischia uno stop che non è mai avvenuto neanche durante l’epoca durissima della pandemia: «sconcerto che oggi venga precluso l’accesso al magazzino agli enti caritativi convenzionati», scrive ancora il Presidente Bruno, «mettendo a rischio un servizio essenziale per tante persone». Vi è una necessità imminente e chiara di trasferirsi in un’altra sede, e la Fondazione sta già adoperandosi a livello locale per trovarne una nuova: resta però fondamentale in questa fase di transizione, spiegano ancora dalla Fondazione Banco Alimentare, si possa garantire comunque l’utilizzo della precedente sede. Questo non per motivi “ideologici” ma per una mera convenienza pratica: il magazzino di Montalto non è un mero punto di distribuzione, ma un’infrastruttura molto attrezzata che possa gestire forniture alimentari continue, con programmi europei e italiani di sostegno ai più bisognosi.
Secondo il Presidente Bruno, con la crisi in atto della sede calabrese l’urgenza di trovare una soluzione è quanto di più necessaria, visto purtroppo l’alto numero di persone in difficoltà nell’area calabrese durante questi mesi invernali: il tutto proprio mentre Banco Alimentare sta rafforzando l’impegno in Calabria, spiega la nota nazionale, con accordi recenti con Confindustria Vibo Valentia e l’Università degli Studi di Reggio Calabria, per consentire un più ampio recupero di cibi alimentari. Per tutti questi motivi, la Fondazione del Banco Alimentare nazionale auspica una risposta ragionevole e veloce con magari l’aiuto delle istituzioni per poter tenere conto delle esigenze della proprietà della sede precedente, ma anche che possa riconoscere «l’importante ruolo sociale svolto dal Banco Alimentare tramite la rete degli enti caritativi convenzionati».
L’APPELLO DELLA DIOCESI DI COSENZA E I DATI SULLA POVERTÀ IN CALABRIA
Nell’appello alle istituzioni si segnala l’importante intervento della Diocesi di Cosenza-Bisignano, uno degli enti che ha certamente più sott’occhio la situazione effettiva di quanto sia un vero aiuto la presenza del Banco Alimentare della Calabria in quelle terre con il picco di popolazione a rischio povertà ed esclusione sociale (addirittura al 42% solo lo scorso anno, ndr). Secondo l’arcivescovo mons. Giovanni Checchinato, il Banco Alimentare è un bene che va «custodito assolutamente», è un’opera «sotto gli occhi di tutti». Nella nota diffusa dalla Diocesi di Cosenza-Bisignano, dove non si entra nel merito della complessa diatriba contrattuale, si spinge sul valore sociale enorme che ha la presenza del Banco nella provincia di Cosenza.
Un lavoro quotidiano e capillare tra parrocchie, istituti religiosi e laici, enti GDO e volontariato: in una terra dove la crisi economica e sociale si fa purtroppo sentire ancora oggi nel 2025, è urgente che le istituzioni possano assieme alla Chiesa (e alle associazioni che lo desiderano tra fondazioni e privati) sedersi attorno ad un tavolo «per individuare con celerità una soluzione che a favore di quanti ne beneficiano periodicamente dell’opera del Banco Alimentare». Non è infatti un “favore” al Banco della Calabria, ma un aiuto e un servizio alla rete sociale che ogni giorno viene sostenuta dalla raccolta e distribuzione degli alimenti coordinata dal Banco della Calabria: «Gesù stesso», conclude l’arcivescovo di Cosenza, quando le folle accorrono a lui per ascoltarlo e dicono di avere fame, «non ignora il problema e non fa un bel discorso sulla lotta alla povertà». No, Gesù, la Chiesa, un’umanità positiva, si concentra sul gesto, sul “fare“: «Gesù lascia tutti stupiti, prende quel poco che i discepoli hanno portato con sé, lo benedice, e moltiplica i pani e i pesci».
Secondo la Diocesi, non si tratta dunque di fare “miracoli” per risolvere la situazione della sede del Banco Alimentare della Calabria, «ma si tratta di fare ciascuno la propria parte». I motivi sono presto che chiari, con 800mila persone che vivono a rischio povertà nella sola Calabria: solo nel Cosentino operano quasi 250 enti caritatevoli con quasi 600 a livello regionale, per un totale oltre i 130mila assistiti. Nel solo 2023, i beni distribuiti in alimenti e aiuti alla rete di popolazione sostenuta, è stato di ben 20milioni di euro: si può ben capire perché occorre risolvere al più presto la situazione burocratica, onde evitare il blocco delle attività e – tema non da poco – e il rischio scadenza e deperimento degli alimenti già raccolti nella sede di Montalto Uffugo.
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