Le sconfitte di Musetti e Paolini, l’impresa di Monfils e i due italiani d’Australia

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Come i quattro amici al bar di Gino Paoli, dopo aver perso per strada mercoledì Matteo Berrettini, gli italiani d’Australia restano oggi in due a voler cambiare il mondo. Sono Jannik e Lorenzo, ma quello più grande, Sonego, perché il piccolo, Musetti, lascia anche lui la compagnia, battuto da Ben Shelton. Nel torneo di singolare femminile si ferma Jasmine Paolini, messa alle corde e poi al tappeto dall’ucraina Elina Svitolina.Non vi resoconto subito degli italiani bensì di Taylor Fritz, americano di famiglia più che facoltosa, la mamma Kathy May numero 70 WTA nel 1977, il papà Guy stimatissimo coach. E soprattutto di Gael Monfils, francese di origini caraibiche, il papà Rufin ex calciatore professionista, una carriera ricca di soddisfazioni ma senza titoli slam. Stessa altezza, 193 centimetri, stesso peso, 86 chili. Al momento, il californiano è il numero 4 al mondo, il parigino (che è stato 6 nel 2016), è 32 del live ranking. Il primo è stato finalista agli ultimi Us Open, il secondo è rimasto a secco di titoli nel 2024 (ha comunque vinto il torneo di Auckland la scorsa settimana, battendo in finale in due set il belga Zouzou Bergs). Confrontando le biografie, a impressionare sono gli undici anni di differenza: uno classe 1997, l’altro 1986. Non solo: con 38 anni e 139 giorni, Monfils è il più anziano giocatore tra i primi cento della classifica ATP. Eppure sul campo della Margaret Court Arena sembra lui il più fresco e pieno di energie: corre ovunque, salta e schiaccia, arriva in spaccata su palle estreme, piazza 24 ace contro 12. Fritz quasi non ci crede. Dopo aver dominato i primi match al Melbourne Park senza cedere nemmeno un set a Jenson Brooksby e Cristian Garin, forse si attendeva di dover combattere un po’ di più con il decano dei 128 in tabellone, non di subirne l’esuberanza e la determinazione. Invece gli tocca sorbirsi una lezione che ricorderà a lungo: 3-6 7-5 7-6 6-4 in 187 minuti.

Con la sua uscita di scena, s’assottiglia a cinque la pattuglia dei Top 10 agli ottavi di finale: restano in lizza Sinner, Alexander Zverev, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic e Alex de Minaur. Se si considera la classifica in tempo reale, si deve aggiungere Tommy Paul, virtualmente numero 9.Un paio d’ore dopo scende sullo stesso campo la moglie di Gael, Elina Svitolina, che ha 30 anni, due in più dell’avversaria Jasmine Paolini, e in carriera ha vinto diciassette tornei WTA. La lucchese numero 4 al mondo sbriga rapidamente la pratica del primo set ma fatica assai nel secondo, come conseguenza di un passaggio difficile che le costa un precoce break, non più recuperato. Giocando a specchio con palle pesanti da fondo campo e ricerca continua di spazi per piazzare i vincenti, per un’ora gli scambi vengono risolti dai cross e dai lungolinea di entrambe. L’equilibrio scompare improvvisamente quando Elina prende esattamente le misure del campo e Jasmine comincia a sbagliare come non le accadeva da più di un anno. Sotto gli occhi sorridenti di Monfils, la numero 28 al mondo incassa un eloquente 2-6 6-4 6-2Agli ottavi approda Lorenzo Sonego, protagonista di una prestazione perfetta contro Fabian Maroszan, 25 anni, 58 ATP, che a Roma due anni fa aveva clamorosamente eliminato Carlos Alcaraz in due set nei sedicesimi di finale. Il torinese non cede il servizio per l’intero match, perde malamente il primo set al tie break e si trova sotto 3-6 anche nel tie break del secondo parziale. Da quel momento Lollo non sbaglia più nulla, controlla ogni scambio con la determinazione che è propria di chi per crescere ha dovuto tagliare un cordone ombelicale emotivo (meno di un anno fa ha chiuso il rapporto con Gipo Arbino, al suo fianco da quand’era ragazzino). Fa cinque punti consecutivi e poi, nei successivi set, gestisce il crollo mentale dell’ungherese. Il punteggio che lo manda ad affrontare, lunedì, il sempre più sorprendente americanino di organi vietnamite Learner Tien è 6-7 7-6 6-1 6-2.

Su Sinner bastano poche battute, tanto ampio è il divario con Marcos Giron. L’americano fa quel che può, con coraggio. Peraltro, approdando qui al terzo turno, il trentunenne di Thousand Oaks ha eguagliato il suo miglior piazzamento negli slam, dopo quelli ai Roland Garros del 2021 e del 2023 quando perse contro i cileni Cristian Garin e Nicolas Jarry. Riesce addirittura a ottenere un break nel terzo set, che controbilancia quello subito poco prima. Il pubblico della Rod Laver Arena apprezza, perché vorrebbe fare le ore piccole. Ma è un fuoco di paglia. Incassato il 6-3 6-4 6-2 in meno di due ore, Sinner deve superare le forche caudine dell’intervista in campo, stavolta affidata a Jim Courier, al quale rivela di aver dormito dieci ore la notte prima. Un segno di grande serenità, nonostante tutto.Il punteggio, 6-3 3-6 6-4 7-6, è la fotografia del confronto tra Musetti e Shelton, equilibrato e deciso da pochi episodi che hanno favorito l’americano. Il carrarino ha da rimproverarsi solo qualche tentennamento in momenti decisivi nel terzo e nel quarto set. L’americano, classe 2002 come Lorenzo, sarà un osso durissimo anche per il suo prossimo avversario: che è, indovinate un po’, Gael Monfils.

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