Il «piano quinquennale» di OpenAI indirizzato a Trump: «L’AI è troppo potente per essere guidata e plasmata da autocrati, ma è il rischio crescente che affrontiamo»

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OpenAI condivide un documento rivolto all’esecutivo entrante di Donald Trump, che delinea le strategie affinché gli Usa si affermino leader nell’intelligenza artificiale e battano la Cina e le altre potenze rivali di Washington

Manca pochissimo all’insediamento del Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump presso lo Studio Ovale. Ciò vuol dire anche che Elon Musk – che negli ultimi tempi non ha di certo avuto buoni rapporti con l’azienda di intelligenza artificiale (AI) guidata da Sam Altman – farà parte del cosiddetto dipartimento Doge oltre a essere il braccio destro di fatto del presidente. 

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Forse è anche per questo che OpenAI ha pubblicato il documento «OpenAI’s economic Blueprint» ovvero il progetto economico di OpenAI. Un progetto che «delinea proposte politiche su come gli Stati Uniti possono massimizzare i benefici dell’intelligenza artificiale, rafforzare la sicurezza nazionale e stimolare la crescita economica». Non lascia messaggi tra le righe l’azienda, che si rivolge direttamente al governo statunitense, citando gli esempi in cui gli Stati Uniti costruirono la propria leadership grazie a un lavoro cooperativo tra istituzioni e privato: «Una relazione che crediamo di poter costruire con il governo qui in patria e come luogo da cui iniziare con alleati in tutto il mondo».




















































Il progetto economico di OpenAI

Eloquente un passo del documento: «L’intelligenza artificiale è troppo potente per essere guidata e plasmata da autocrati, ma questo è il rischio crescente che affrontiamo, mentre l’opportunità economica che l’intelligenza artificiale presenta è troppo allettante per rinunciarvi». E per farlo, la compagnia quello che disse lo scorso settembre il Ceo Sam Altman: «L’intelligenza artificiale aiuterà presto i nostri figli a fare cose che noi non possiamo fare». 

Nel Blueprint la compagnia spiega che vuole lavorare con i decisori politici, in modo che si possa garantire che i benefici dell’AI «siano condivisi in modo responsabile ed equo». Prima di spiegare la propria ricetta, che la compagnia indirizza al (prossimo) governo degli Stati Uniti, nel blogpost si legge un parallelismo con l’automobile che, sebbene nata in Europa, trovò terreno fertile negli Usa. Questo perché in Europa e in particolar modo nel Regno Unito, dove inizialmente furono realizzate le prime automobili, la nuova invenzione venne ostacolata dalla regolamentazione. Al contrario negli Usa, tutti lavorarono in modo compatto perché la strada si liberasse davanti alle auto. Un po’ quello che si sta ripetendo proprio con l’AI.

La ricetta di OpenAI: «Regole di buon senso»

«Chip, dati, energia e talento sono le chiavi per vincere nel campo dell’intelligenza artificiale: una gara che l’America può e deve vincere». 
OpenAI condivide un dato importante, secondo cui 175 miliardi di dollari sarebbero fermi nei fondi globali, in attesa di essere investiti in progetti di intelligenza artificiale. Il pericolo, sottolinea la compagnia, è che se non si attrarranno tali fondi, «finiranno per confluire in progetti sostenuti dalla Cina, rafforzando l’influenza globale del Partito Comunista Cinese». Ma la parte economica non è tutto. Serve anche un’intelligenza artificiale democratica

Secondo quanto condiviso, è necessario abilitare l’intelligenza artificiale attraverso «regole di buon senso» volte a proteggere le persone «da danni reali» e a costruire «un’intelligenza artificiale democratica» che sia modellata sui valori che gli Stati Uniti hanno sempre rappresentato. Questo è possibile attraverso un libero mercato che promuove una concorrenza libera e leale che stimola l’innovazione; Impedire ai governi di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per accumulare potere e controllare i propri cittadini, o per minacciare o costringere altri stati; libertà per sviluppatori e utenti di lavorare e dirigere gli strumenti come ritengono opportuno, in cambio del rispetto di standard chiari e di buon senso che aiutano a mantenere l’intelligenza artificiale sicura per tutti e di essere responsabili quando non lo fanno.

Le regole

Le regole insomma non devono ostacolare l’evoluzione dell’AI, ma che devono costruire un compromesso in grado di tutelare gli utenti e il pubblico e aiutare gli innovatori, con conseguente incoraggiamento ad investire. Un altro consiglio della compagnia è evitare che le norme siano frammentate in normative statali, ma che siano compatte a livello nazionale

Sam Altman ha fissato per il prossimo 30 gennaio un’anteprima dello stato dell’avanzamento dell’intelligenza artificiale e come questa potrebbe guidare la crescita economica. Inoltre, avrà luogo l’iniziativa «Innovating for America» che ha lo scopo di coinvolgere gli stati in tutto il paese per aiutare a garantire che siano previsti «benefici economici dell’AI agli americani di ogni estrazione sociale». E si conclude: «Questo paese ha sempre successo quando scommette sul suo ecosistema di costruttori e imprenditori»

18 gennaio 2025 ( modifica il 18 gennaio 2025 | 16:40)

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