Caos valichi a Nord Est: «I divieti al Brennero danneggiano l’Europa»

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«Sulla questione del Brennero la politica austriaca dovrà necessariamente scendere a compromessi. Non si può paralizzare l’Europa e l’interscambio tra i paesi europei. Ormai infatti non è più solamente un problema italiano o del Tirolo, ma è da leggere in chiave europea.

Tanto che esiste un documento congiunto firmato da Confindustria Alto Adige, dall’Associazione dell’economia bavarese e dall’Associazione degli industriali del Tirolo che ha proprio valenza strategica per fluidificare il passaggio di merci e persone».

Leopoldo Destro, già presidente di Confindustria Veneto Est e titolare delle deleghe ai Trasporti, alla Logistica e all’Industria del Turismo di Confindustria, analizza così quanto sta accadendo al valico più trafficato delle Alpi centrali, un asse importantissimo per l’export italiano con 2,4 milioni di veicoli pesanti all’anno che trasportano quasi 39 milioni di tonnellate di merci, per un valore stimato in poco meno di 100 miliardi.

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L’Austria non sembra intenzionata a fare concessioni per quanto riguarda i divieti. A che punto è il dialogo?

«Partirei da un assunto importante: se vogliamo dare piena attuazione al mercato unico e accrescere la competitività è fondamentale che i trasporti siano anche essi parte di un unico forte sistema, multimodale e integrato. Solo così possiamo dar vita a catene di approvvigionamento resilienti. Il sistema trasportistico è una leva strategica per la crescita e, come ha rilevato anche Mario Draghi nel suo rapporto, per la competitività dell’Europa e dell’Italia. Per raggiungere questo obiettivo è necessario che le merci abbiano tempi certi di trasporto e di consegna. Questo non è più un problema locale, italiano o austriaco, ma da analizzare e risolvere in una ottica europea».

E la Commissione europea sembra averlo capito, sostenendo la battaglia giudiziaria del governo italiano. Sarà sufficiente?

«Tutti si sono resi conto che così non funziona più ed esiste la volontà di trovare una soluzione a breve per fare chiarezza finché non verrà completata la Galleria di base, un’opera straordinaria da 65 chilometri in tunnel che va da Fortezza a Innsbruck e che ridurrà i tempi di percorrenza del 70% sia per le merci che per i passeggeri».

E fino ad allora come si dovrà procedere?

«È certo che non si potrà continuare a paralizzare l’Europa e l’interscambio tra i paesi essendo questo uno dei 9 corridoi TenT strategici. Tra l’altro l’Austria ci perde moltissimo: per l’Italia è il decimo paese con 27 miliardi di euro di interscambio tra le due nazioni, ma per l’Austria l’Italia è il secondo paese dopo la Germania. Il nostro approccio è che ci deve essere un accordo di buon senso e unitario senza penalizzare il flusso di trasporto. Il dialogo è vivo e confido che si trovi una soluzione che non penalizzi oltremodo l’interscambio delle merci e il flusso delle persone in chiave turistica. Le località turistiche del Trentino Alto Adige, così come del Tirolo e del Garda, sono fortemente penalizzate».

Prima ha accennato alla Galleria di base. La sua realizzazione consentirà anche un forte sviluppo della logistica del Nord Est.

«Certo. Saranno necessari potenziamenti sulle nostre linee, come ad esempio l’ingresso nord di Verona e l’ampliamento e la crescita di tutti gli interporti del sistema Veneto e del Friuli Venezia Giulia. La galleria di base porterà a sviluppi interessanti anche ai porti di Venezia e Trieste, sarà strategica per gli approvvigionamenti anche in prospettiva per la ricostruzione in Ucraina, grazie al corridoio Mediterraneo».

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Sempre in tema di infrastrutture, le Olimpiadi rappresentano una grande occasione. Come procedono le opere?

«È indubbio che le Olimpiadi stiano dando un impulso che non avremmo mai avuto, almeno in questi tempi. Auspico che le varianti di Valle, San Vito e Tai siano pronte a fine anno, mentre quelle di Longarone e Cortina sono finanziate per intero e fanno parte del pacchetto di legacy olimpica: non saranno pronte per l’evento, ma ultimate subito dopo. Sul fronte ferroviario abbiamo una accelerazione e una piena attuazione con il miglioramento delle stazioni di Longarone e Belluno, il ripristino della Padova-Belluno e il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia. Non dimentichiamo che sarà valorizzata la Pedemontana Veneta visto che abbasserà i tempi di percorrenza da Milano a Cortina».

Il governo ha appena chiuso la legge di Bilancio. Va nella giusta direzione?

«Bene l’attenzione al debito pubblico. Grazie all’Ires premiale penso ci sia un segnale chiaro in ottica di investimenti. Ma come ha detto il presidente Orsini serve un piano triennale di politica industriale senza correre dietro a ogni legge di Bilancio».



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