Bettino Craxi era socialista, un uomo di sinistra

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Caro Bettino, 

chissà cosa diresti di quello che oggi è andato in scena davanti alla tua tomba sotto le mura della Medina, a pochi passi dal tuo amato Mediterraneo, che è ormai un luogo di sofferenza e di morte. In quell’ angolo di pace e di solitudine che hai scelto per non rinunciare alla tua libertà e per sentirti seppur solo ma libero. Chissà cosa diresti degli articoli che ti descrivono un modello per la destra e che addirittura ti hanno trasformato in un uomo di destra.

Va in scena, in questo periodo dell’anno, una corsa ad impossessarsi della sua eredità, senza voler capire ed accettare che il Craxi, uomo politico e statista, appartiene alla storia e non a singoli individui. Nessuno può definirsi suo erede ‘politico’ e nessuno può permettersi di usare il suo nome a suo piacimento, altro ambito riguarda l’eredità dell’uomo e della famiglia. Bettino appartiene a chi ha creduto in lui, a chi vive da sempre da socialista e chi non lo ha rinnegato mai, a chi lo ha difeso dalle monetine, a chi ha avuto il coraggio di essere socialista anche quando questo significava essere considerato un mariuolo. Tutti raccontano storie senza che Bettino possa confermarle.

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Una sfilata di pentiti o di finti e tardivi ammiratori, proprio quello che detestava: la falsa adulazione. Pur di appropriarsi della sua politica sono capaci di tutto, dopo avergli tirato le monetine (davanti al Hotel Raphael c’era destra e sinistra compatte), insultato, offeso e aver offeso noi che lo abbiamo sempre difeso sulle cose giuste e sulla sua visione politica, avete offeso il socialismo e una parte importante della storia italiana. Quattro libri in uscita, convegni, trasmissioni televisive ed articoli a firma di chiunque, e grande clamore per l’anniversario della sua morte, la corsa a paragonarsi a lui, “ma fatemi il piacere” direbbe Totò.

Craxi non si è piegato a nessun ordine, Sigonella non appartiene a voi governanti del passato e di oggi, Craxi ha agito con coraggio e determinazione, da Capo di Stato. Craxi ha provato a salvare Moro, ha tentato di cancellare il debito dei Paesi in via di sviluppo quando era ambasciatore delle Nazioni Unite. Craxi è andato sulla tomba di Allende ed ha rischiato per questo, Craxi incontrava e dialogava con Arafat senza timore e per la pace. Craxi era un socialista, un uomo di sinistra, aveva scelto la Tunisia, paese musulmano, e di quella parte del mondo che a questo Governo crea tanti problemi e tanti falsi pregiudizi. Craxi amava la Tunisia, il suo popolo, la sua costa, le tradizioni perché credeva nell’inclusione e nel dialogo. 

Per piacere abbiate il pudore e il rispetto per chi è morto in esilio, prima la definivate latitanza adesso l’esilio ha ripreso piede, giusto o sbagliato che sia, per chi ha chiamato tutti alle responsabilità di un finanziamento ai partiti da cui nessuno era esente. Voi eredi del Pci ammettete che vi dava un immenso fastidio con i suoi modi e le sue idee, nonostante a lui dovete l’ingresso nell’Internazionale Socialista. Non era la questione morale il problema, perché certo non eravate puri con i vostri sistemi di finanziamento multipli e molto ben organizzati, era la sua leadership, il suo coraggio sulla scena internazionale, la sua visione. Proprio a voi, compagni come noi, spetta il coraggio di riportare Craxi tra chi crede che la sinistra e la democrazia possano essere il faro dei diritti, dei valori e di un mondo che non discrimina, un’Italia forte autonoma, che ritrovi il suo ruolo di eccellenza nella diplomazia e nel dialogo, di nazione equilibrata e portatrice di democrazia e giustizia. 

E poi con franchezza di ‘ mariuoli’ è meglio non parlare non mi sembra che Mani pulite abbia lavato e ripulito un bel niente. E allora con immenso ed immutato orgoglio, come ho sempre fatto sin da ragazzina, sono socialista, nenniana e craxiana e nell’assoluta libertà di parola e opinione difenderò il Bettino Craxi che per me e la mia famiglia era un leader ed un amico sincero, anche io ho sbagliato quando per vendetta ho scelto il centrodestra, ma ho capito, ho elaborato e ho deciso che la storia socialista non poteva essere confusa e depauperata. Non mi sono mai nascosta neanche negli anni terribili, mi sono presa tante offese ma non ho mai mollato e non lo farò certo ora, quando dilettanti senza alcuna visione politica provano a strumentalizzare la sua figura dopo averlo offeso e vituperato. Io conservo come una reliquia quella cartolina di auguri per la nascita del mio primo figlio che da Hammamet arrivò nella cassetta postale della nostra casa a Vienna nell’ottobre del 1998.

Craxi appartiene alla storia, all’Italia post-fascista, alla Repubblica, al socialismo e ai socialisti che non hanno dimenticato la storia di un partito straordinario, che non va confuso con altri e che merita rispetto e onore.

“La mia libertà equivale alla mia vita.” Epitaffio sulla sua tomba ad Hammamet, Tunisia

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