Mattarella: «La ricchezza del Paese sta nella sua pluralità. Serve rigenerare coesione e procedere insieme»

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«Agrigento, raccoglie questo, prezioso, testimone da Pesaro, nel centro dell’Italia. Che, a sua volta, lo aveva ricevuto dal nord del nostro Paese: da Brescia e da Bergamo. Una catena, di straordinario valore. Che, anno dopo anno, evidenzia il legame fra i diversi centri italiani. Ne mostra radici e progetti per il futuro. Ne pone in evidenza l’amicizia. Mette, in rilievo, il valore, degli scambi, tra patrimoni culturali, della conoscenza. L’Italia, è colma di luoghi carichi di storia, di arte, di bellezza. Un patrimonio che accumulato nei secoli ne ha contrassegnato l’identità. Nel succedersi delle esperienze dei popoli che l’hanno abitata e accresciuta». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’inaugurazione dell’anno di Agrigento capitale italiana della Cultura.

«Natura, storia, cultura sono elementi del nostro patrimonio genetico. Le metropoli italiane, mete di turismo crescente, non sono i soli centri di gravità. La ricchezza del nostro Paese sta nella sua pluralità – ha proseguito Mattarella – Nella sua bellezza molteplice. A fornire pregio particolare all’Italia sono proprio le sue preziose diversità, le cento capitali che hanno agito, nell’arco di secoli, come luoghi capaci di esprimere comunità». Un «tesoro da investire per il domani dei nostri figli. Tante realtà, nelle Regioni d’Italia, detengono inestimabili risorse, numerose rischiano di deperire senza cura adeguata».

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«Per Empedocle l’unità degli elementi era la scintilla della nascita di ogni cosa, la separazione invece era causa di morte» – continua il presidente della Repubblica – Un simbolo che ripropone la necessità di ricomporre, rigenerare coesione, di procedere insieme. Lo chiede il ricordo dei morti delle guerre che insanguinano l’Europa, il Mediterraneo e altre regioni del pianeta. Lo impongono le tragiche violazioni dei diritti umani che cancellano la dignità, e la stessa vita. Lo esigono le diseguaglianze crescenti. Le povertà estreme, le marginalità. Italiani da ogni regione saranno richiamati dal vostro patrimonio culturale, dalle proposte che saprete avanzare. Concittadini di ogni Paese d’Europa, turisti da ogni provenienza. Una frequenza di incontri, di volti, di lingue, di esperienze, di curiosità, destinate a lasciare il segno, ad arricchire le reciproche capacità di comprensione, l’identità di ciascuno. In questo stesso anno l’Italia condividerà con la Slovenia la responsabilità, di essere Capitale europea della Cultura con Gorizia e Nova Gorica. Una scelta di altissimo valore in un’area storicamente gravata da conflitti che oggi hanno saputo tradursi in collaborazione e amicizia nell’Unione Europea. Dove frontiere contrapposte avevano separato, oggi l’Europa unisce».

«Saluti e auguri che si estendono a quanti, sul territorio, saranno impegnati negli eventi in programma. Tra di essi, ai lampedusani. Concittadini, che le ferite del nostro tempo hanno reso avanguardia della civiltà europea. Espressione di cultura solidale».

Riportare equilibrio dove natura è stata forzata

«I molti tesori della penisola sono strettamente legati alle comunità che li hanno espressi, al loro peculiare sviluppo e siamo consapevoli che ci sono, oggi, aree in sofferenza, abbandoni necessitati, rischi di spopolamento. Riportare equilibrio nei luoghi dove la natura è stata forzata e in cui risiedono tanti beni della cultura italiana costituisce strada obbligata per favorire una crescita sostenibile, e per rafforzare il Paese nella sua interezza».

Omaggio a Pirandello e Camilleri

Omaggio a Luigi Pirandello e ad Andrea Camilleri, suo grande studioso, da parte del capo dello Stato nel suo intervento all’inaugurazione di Agrigento Capitale della Cultura 2025. «Luigi Pirandello – ha sottolineato Sergio Mattarella – avrà un posto d’onore in quest’anno. Con la sua sagacia, con la sua ironia, con le sue maschere, con la sua capacità di scavare nell’animo umano. Nel ricordare Pirandello ci accompagna e ci aiuta Andrea Camilleri – ha sottolineato Mattarella – anch’egli figlio di queste terre. “Chi era Sancho Panza? Chi era don Abbondio? – domandava Pirandello attraverso uno dei personaggi in cerca d’autore – Eppure vivono eterni, perché ebbero la ventura di trovare una matrice feconda, una fantasia che li seppe allevare e nutrire, far vivere per l’eternità. Viviamo un tempo – ha proseguito – in cui tutto sembra comprimersi ed esaurirsi sull’istante del presente. In cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero piuttosto che porsi al servizio della conoscenza. La cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà». «Ad Agrigento, in Sicilia – ha concluso – in tutto il nostro Paese. Guardiamo con speranza a questo anno da vivere insieme con la voglia di accogliere, di conoscere, di dialogare, di compiere un percorso affascinante, in compagnia gli uni degli altri. Buon anno da Capitale della cultura!».



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