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Un nuovo approccio culturale verso il mondo delle disabilità e l’impegno per la sperimentazione della riforma della Disabilità, per la quale Salerno, con altre otto province, è sede pilota quest’anno, in attesa che la riforma entri in vigore a regime in tutt’Italia dal prossimo anno.

«Il Comune di Salerno – sottolinea l’assessora alle Politiche sociali, Paola de Roberto – già da tempo sta lavorando secondo i principi oggi contenuti nella riforma sulla Disabilità e, in particolare, per definire un modello standardizzato da attuare che consideri le persone con disabilità innanzitutto persone con singoli bisogni e singoli desiderata». Per cui, «cerchiamo di costruire servizi ad personam attraverso progetti personalizzati, che tengano conto delle singole necessità. E, dal mondo della scuola a quello della vita indipendente a quello dell’autonomia abitativa, abbiamo una serie di risorse e professionalità per rispondere a queste esigenze».

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Tra le altre cose, «abbiamo tenuto conto – evidenzia – anche dell’importanza del linguaggio come strumento per incidere sull’abbattimento delle barriere soprattutto culturali, quindi con l’obiettivo di sensibilizzare le persone». Perciò, «abbiamo accolto – anticipa de Roberto – la progettualità di una dottoranda dell’Università di Salerno con cui si sta lavorando a una segnaletica più inclusiva e che tenga conto dell’uso di termini appropriati che ci aiutino ad abbattere le barriere culturali che, ahimè, esistono ancora».

L’assessora richiama, qui, un esempio: «Non è pensabile che, nel 2025, ci sia un cartello stradale che reciti “vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap”. Allora, anche su cartelli come questi dobbiamo lavorare per arrivare a una sostituzione con altri che usino una terminologia più adeguata. Insomma, da Salerno proviamo a creare un modello che sia replicabile anche in altri contesti». De Roberto ricorda che «sono quasi sette milioni le risorse impegnate, annualmente, dal Comune di Salerno per offrire sempre più servizi che tengano conto dei bisogni reali delle persone con disabilità e dei loro familiari, in rete con le altre istituzioni e con le realtà del terzo settore». Tra le altre cose, negli ultimi due anni, sono stati «potenziati i progetti del Dopo di Noi e di Vita Indipendente. Sono 29 i progetti del Dopo di Noi attivi, 19 in fase di lavorazione di cui 8 istanze presentate, 7 in attesa di coprogettazione, 4 in fase di firma del contratto».

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Anche per le prestazioni Inps, «scomparirà la dicitura che fa riferimento alla legge 104 – spiega Giovanna Baldi, direttrice provinciale Inps Salerno – ma si parlerà di patologie che richiedono una maggiore o minore intensità dei sostegni necessari. Quindi, non si farà più riferimento alla “gravità” della prestazione. Dunque, anche la normativa va nella direzione di un cambiamento culturale indispensabile».

Quanto alla sperimentazione della riforma, partita da due settimane, «all’avvio – chiarisce Baldi – c’era stato qualche problema di ingresso dei certificati introduttivi, che è stato risolto. La sede di Salerno sta monitorando, insieme alla direzione regionale e alla direzione centrale Salute e Prestazioni di disabilità, l’avvio di tutte le attività con tavoli tecnici di confronto che sono stati organizzati anche a livello provinciale. E avremo un incontro con i patronati a fine mese sia a Nocera che a Salerno». «L’obiettivo – fa notare – è comprendere esigenze e problematiche riscontrate. La sperimentazione deve servire proprio a questo e a individuare possibilità di miglioramento».

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Quanto alla riforma, questa punta molto alla semplificazione e, infatti, «rispetto a prima quando serviva una domanda per la prestazione sanitaria e un’altra per chiedere la provvidenza di tipo economico – chiarisce Baldi – con il certificato introduttivo si supera questa doppia fase. Da quel momento decorrono i 90 giorni per liquidare la prestazione. Inoltre, dall’ultima legge di Bilancio emerge un’ulteriore novità circa le verifiche sulla disabilità, tra cui quella che prevede che se c’è una domanda di invalidità previdenziale e una assistenziale, le visite vanno fatte in un’unica seduta».





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