“Rimini deve ripensarsi, la concorrenza internazionale è sempre più agguerrita”

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La Cgil di Rimini, con il suo Piano del lavoro, insieme a Filcams, evidenzia i nodi da sciogliere nella filiera dell’economia turistica. “La stagione estiva, nonostante alcuni elementi positivi, continua a mostrare criticità – è l’analisi del sindacato -. La concorrenza internazionale sempre più agguerrita impone a Rimini di ripensare il suo modello turistico, attualmente ancora troppo orientato su un’offerta generalista e a basso valore aggiunto. Per restare competitivi, sarà fondamentale adottare strategie di destagionalizzazione, potenziando l’offerta turistica in settori di nicchia come il turismo sportivo, culturale e del benessere”.

Il mercato del lavoro e la legalità

Un’offerta turistica di qualità deve essere supportata da un mercato del lavoro altrettanto qualificato. “Purtroppo, il lavoro irregolare nel settore turistico continua a essere un problema diffuso, coinvolgendo il 76% delle aziende ispezionate – è la denuncia della Cgil di Rimini -, come indicano i report periodici dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Questa situazione, unita ai bassi salari medi (17.091 euro annui), riduce la capacità del territorio di sviluppare un’industria turistica sostenibile. Le retribuzioni stagionali non agricole sono particolarmente basse, con una media di 5.093 euro, e le donne guadagnano circa 600 euro in meno rispetto agli uomini”.

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Quale attrattività può rappresentare un simile mercato del lavoro? “Per garantire una crescita sostenibile del turismo, è essenziale costruire un mercato del lavoro regolamentato e trasparente – dice la Cgil -. Il miglioramento delle condizioni lavorative e la lotta al lavoro irregolare diventano centrali se si vogliono attrarre investimenti, elevare il valore aggiunto del settore e promuovere una crescita duratura. In questo contesto è altrettanto importante rafforzare i controlli contro il radicamento della criminalità organizzata, che continua a rappresentare una minaccia per lo sviluppo sano del settore turistico”.

Nell’ultimo anno, la guardia di finanza ha sequestrato beni per oltre 35 milioni di euro legati alla criminalità organizzata nella provincia. “Le infiltrazioni malavitose, spesso favorite dal lavoro irregolare che consente ad esse la mimetizzazione, distorcono la concorrenza e compromettono la sostenibilità del settore. Strumenti come l’Osservatorio sulla criminalità organizzata e il Protocollo prefettizio per la legalità nel settore turistico stanno perciò giocando un ruolo chiave nella prevenzione di questi fenomeni.  A tal proposito, diventa prioritaria l’istituzione dell’Osservatorio sul Terziario, come previsto dal Protocollo prefettizio sulla legalità nel settore ricettivo, la cui attività diventerebbe determinante per monitorare il rispetto delle normative e l’applicazione corretta dei contratti collettivi, con particolare attenzione alle pratiche di appalto e subappalto”.

La regolamentazione degli appalti

Un altro aspetto cruciale riguarda gli appalti e subappalti nel settore alberghiero. “Molte attività centrali, come le pulizie, vengono spesso esternalizzate a società che applicano contratti collettivi meno favorevoli rispetto a quelli delle organizzazioni sindacali più rappresentative. Questo fenomeno comporta l’uso di contratti pirata, che riducono le tutele e i diritti dei lavoratori. Un protocollo specifico sugli appalti alberghieri, che garantisca parità salariale e responsabilità solidale, diventa indispensabile per promuovere regolarità contrattuale e condizioni di lavoro dignitose”.

Il Manifesto del lavoro

Nel 2024, la Filcams Cgil Emilia-Romagna ha elaborato un nuovo “Manifesto del lavoro nel turismo balneare costiero”. Il manifesto affronta tematiche fondamentali per il settore, come la legalità, la sostenibilità e l’innovazione del mercato del lavoro. Tra le sfide imminenti, spicca l’applicazione della direttiva Bolkestein, che continua a generare incertezze sia tra i lavoratori sia tra le imprese. Una possibile chiave di volta è rappresentata dalla contrattazione d’anticipo con i Comuni costieri, che garantirebbe trasparenza e continuità occupazionale attraverso l’introduzione di una “clausola sociale” nei bandi per le concessioni balneari, senza dimenticare l’introduzione nei bandi pubblici di ulteriori criteri sociali, ambientali e connessi alla contrasto alla criminalità organizzata.

Ammortizzatori sociali

Un tema di grande rilevanza resta “l’urgenza di introdurre di un ammortizzatore sociale specifico per i lavoratori stagionali del turismo. Va ribadito che attualmente la Naspi non rappresenta una soluzione né per i lavoratori stagionali e né per le imprese, ma piuttosto un problema in termini di reddito e di sostenibilità del mercato del lavoro. Serve una specifica indennità di disoccupazione stagionale per chi lavora nella filiera del turismo stagionale; uno strumento che garantisca una copertura adeguata, più che proporzionale al lavoro svolto, contribuendo così a contrastare il lavoro irregolare. Al contempo, è necessario rafforzare le politiche attive del lavoro, legando l’indennità di disoccupazione alla partecipazione a specifici programmi di formazione professionale”.

Sostenibilità e impatti climatici

Infine “il settore turistico deve affrontare una seria riflessione sugli impatti che genera sulla crisi climatica. Misure di contenimento dell’erosione costiera, pianificazione urbanistica sostenibile e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili sono essenziali per la sopravvivenza del turismo a lungo termine”. L’indagine sociale Ires del 2024, condotta per Cgil Rimini, ha evidenziato una percezione critica del turismo da parte della popolazione locale, con il 69,9% degli intervistati che ritiene che gli effetti negativi, come l’aumento del costo della vita e della microcriminalità, superino quelli positivi. “Bisogna lavorare per invertire questa tendenza, facendo sì che il turismo torni ad essere un elemento vissuto positivamente delle comunità locali. In tal senso, l’aumento delle risorse derivanti dall’imposta di soggiorno destinate ai servizi pubblici locali diventa dunque una priorità, per garantire che i benefici del turismo si riflettano anche sulla qualità della vita dei residenti”, conclude la Cgil.



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