Mahmoud Abbas: il Presidente dell’Autorità Palestinese tra passato e presente

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In 3 sorsiMahmoud Abbas rappresenta un pilastro della scena politica palestinese. Eletto Presidente dell’Autorità Palestinese nel 2005, la sua leadership è negli anni andata incontro a un progressivo indebolimento. Dalla perdita della Striscia di Gaza in seguito al fratricidio con Hamas, alle critiche per corruzione e autoritarismo, oggi Abbas deve far fronte alle crescenti sfide che interessano il territorio, sostenuto dalla comunità internazionale, ma distante dal proprio popolo.

1. L’ASCESA POLITICA

Mahmoud Abbas rappresenta un caposaldo della politica palestinese. Nato nel 1935 a Safad, Galilea, approda giovanissimo nelle fila di Fatah, di cui fu tra i fondatori. Sin dagli albori, Abbas si contraddistinse nel gruppo – che aderiva al principio della lotta armata – per la forte propensione al dialogo politico, al quale si aprì nel corso degli anni Settanta con i pacifisti e la sinistra israeliana. Un approccio che mantenne una volta membro dell’OLP, nel 1981, incaricato delle relazioni internazionali e nazionali. Nel 1993 fu tra i padri degli Accordi di Oslo, attraverso cui fu istituita l’Autorità Palestinese. Concepita come un Governo ad interim, essa avrebbe dovuto portare alla creazione di uno Stato palestinese entro il 1999.
Nel 2003, grazie alla sua moderazione e all’avversione alla lotta armata – elementi che gli decretarono il supporto occidentale – Abbas fu nominato Primo Ministro dell’ANP. Nel settembre dello stesso anno, in seguito ai contrasti con Arafat e ai gruppi radicali, Abu Mazen si dimise. Nel 2004 divenne Segretario dell’OLP e l’anno successivo vinse le elezioni presidenziali dell’ANP, ottenendo il 62% dei voti. Quelle del 2005 furono le ultime elezioni tenutesi sul suolo palestinese: scaduto il mandato presidenziale nel 2009, Abu Mazen rimarrà in carica sino ai giorni nostri. Stessa sorte non toccò alle elezioni parlamentari del 2006, che videro Fatah subire una battuta d’arresto, proclamando Hamas vincitore. Seguì un tentativo di istituire un Governo di coalizione tra le due fazioni, il cui fallimento contribuì a rendere l’area palestinese palcoscenico di una guerra civile nel giugno 2007. Da qui, l’esistenza di un territorio bicefalo: la Cisgiordania, governata dall’ANP e la Striscia di Gaza, sotto il controllo di Hamas. 

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Fig. 1 – Mahmoud Abbas mostra la copia della lettera con cui richiede il riconoscimento dello Stato palestinese durante il proprio discorso all’Assemblea Generale dell’ONU, 23 settembre 2011

2. LA TORSIONE AUTORITARIA E LE CRITICHE POPOLARI

Nonostante le divisioni, nel 2012 Mahmoud Abbas ottenne uno dei suoi maggiori risultati sul fronte internazionale: l’Assemblea Generale dell’ONU riconobbe alla Palestina lo status di Stato non membro osservatore. Negli stessi anni, però, forti critiche iniziarono a essere indirizzate al Presidente. Nel 2011, sulla scia delle Primavere Arabe, ispirato dai moti che richiedevano l’epilogo dei regimi autoritari al potere, il popolo palestinese esortò la fine della cesura tra Hamas e Fatah. Ciò affinché si potesse concludere la separazione politica e geografica alla quale da anni i palestinesi erano assoggettati, e che ne aveva distolto le forze dall’occupazione israeliana, ritenuta da essi il danno maggiore. Nel tempo aumentò il malcontento verso Abbas, percepito sempre più come un autocrate, accusato di corruzione e di limitazione delle libertà individuali. Di fatto, nel 2016 Abu Mazen istituì per decreto una Corte Costituzionale, assicurandosi maggiori poteri. Due anni più tardi dissolse il Consiglio Legislativo dell’ANP, eletto nel 2006. Nell’aprile 2021 nuove tensioni si diramarono in Cisgiordania in seguito alla decisione del Presidente di posticipare le prime elezioni indette in Palestina dopo quindici anni. A ciò si aggiunse la morte dell’attivista e critico Nizar Banat mentre era sotto custodia delle Forze di Sicurezza dell’ANP. L’evento determinò una reazione popolare, facendo strada alla richiesta di porre fine al potere di Abbas e implementare unariforma politica totale”.

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Fig. 2 – Forze di Sicurezza dell’Autorità Palestinese dispiegate nel territorio di Jenin, in Cisgiordania, durante gli scontri con i gruppi armati locali, 17 dicembre 2024

3. I RECENTI SVILUPPI

In dicembre le Forze di Sicurezza sono state protagoniste di scontri con i gruppi armati nell’area di Jenin, durante l’operazione “Protezione della  Nazione”, che, come affermato dal Generale Anwar Rajab, perseguiva il tentativo di ricostituire ordine e sicurezza su un territorio governato dalle milizie locali supportate dall’Iran, cercando di restituire l’immagine di un’ANP in grado di esercitare il proprio potere sull’area, soprattutto in una fase cruciale per il futuro di Gaza. Sulla stessa linea, in novembre, attraverso un decreto presidenziale e in violazione della legge palestinese, Abbas ha nominato proprio successore ad interim il Segretario del Consiglio Nazionale Palestinese, Rawhi Fattouh. Tale prerogativa spetterebbe però al Presidente del PLC, dissolto nel 2018 sotto la maggioranza di Hamas. Secondo alcuni analisti politici, la logica sarebbe quella di escludere il movimento islamista dalla futura politica palestinese, inevitabilmente influenzata dagli equilibri regionali e dal ruolo giocato dagli attori esterni. Il progressivo indebolimento di Hamas e di Hezbollah e il cambio di governance in Siria, nonché il riconfermato sostegno della comunità internazionale verso l’Autorità Palestinese, lasciano immaginare una ricostruzione dello scenario politico della Palestina fondato proprio su tale Istituzione, che, una volta raggiunto un cessate il fuoco a Gaza, dovrà svolgere un ruolo centrale. Eppure, tale visione calata dall’esterno rischia comunque di non tradursi in stabilità e sicurezza per il territorio: l’80% della popolazione vuole le dimissioni del Presidente Abbas, le cui operazioni militari verso il proprio popolo, sommate alla disaffezione politica e alle azioni israeliane, rischiano di catalizzare la proliferazione di fazioni armate operative sul territorio e la radicalizzazione, risultando in una plausibile estensione del conflitto sul territorio cisgiordano.   

Alice Serra

Memorial service of the late former President Nelson Mandela, 10 Dec 2013” by GovernmentZA is licensed under CC BY-ND

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